Testa calva, piglio autoritario, tendenza a fare discorsi non proprio orientati verso la tolleranza: cosa succederebbe se, dopo la sua morte, avvenuta il 28 aprile 1945, Benito Mussolini tornasse oggi in Italia? A tre anni di distanza dall'originale tedesco, Lui è tornato, di David Wnendt, in cui Adolf Hitler torna nella Germania moderna, Luca Miniero ha realizzato il remake italiano, con il Duce al posto del Führer.
Scritto dal regista insieme a Nicola Guaglianonee, Sono tornato, in sala dal primo febbraio, si interroga sull'Italia contemporanea attraverso gli occhi di uno dei suoi più celebri e controversi leader politici, con risultati allo stesso tempo divertenti e inquietanti.
Nel ruolo di Mussolini è stato chiamato Massimo Popolizio, geniale, estremamente somigliante e allo stesso tempo mai macchietta o maschera comica fine a se stessa, mentre al suo fianco c'è Frank Matano, che interpreta Andrea Canaletti, aspirante regista, che decide di usare quello che crede inizialmente un attore come protagonista di un documentario.
Abbiamo incontrato Popolizio e Matano a Roma, nella bella e significativa cornice di Villa Torlonia, dove ci hanno parlato del loro film e anche degli Italiani, un popolo di sognatori e poeti ma anche di persone dalla memoria corta.
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Sociopatici al potere e limiti alla comicità
Diversi studi di psichiatria e psicologia dicono che, per raggiungere cariche di potere, che siano politiche o legate a un'azienda, bisogna essere un po' sociopatici, in modo da arrivare dritti all'obiettivo senza farsi troppi problemi: è stato anche il caso anche di Benito Mussolini? "Un leader deve avere delle qualità che lo portano a essere molto diverso dagli altri" ci ha detto Matano, spiegando meglio: "Deve avere una consapevolezza che, spesso, se sei una brava persona, non vuol dire essere presuntuosi o egomaniaci. Un leader per convincere le persone deve essere sicuro di sé, deve piacere. Nella storia ci sono tanti leader che sono stati dei sociopatici e tanti sani di mente. Non è facile fare il leader". Più diretto Popolizio: "Mussolini non si pone il problema di essere sociopatico. Mussolini ha inventato la propaganda: è un manipolatore e questo film dimostra che, attraverso una certa simpatia e la capacità di capire quello che vogliono gli italiani, si può raggiungere uno scopo".
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Nel film Mussolini viene scambiato per un comico: la comicità deve avere dei limiti, oppure si può scherzare su qualsiasi cosa? "La risata, la comicità, è il punto che avvicina me a qualsiasi altra persona" secondo Matano, che ha approfondito: "Se tu stai in un ascensore a Hong Kong, fai una battuta e si ride, subito si diventa complici. Secondo me si deve poter ridere di tutto, perché quando ridi di tutto la cosa sembra meno grave e quindi si ha più ottimismo nell'attraversare un momento difficile. Quando si ride di cose molto delicate però lo si deve fare con molta intelligenza, altrimenti si offendono delle persone".
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