Mi vedi come la cattiva, la tenebra, la maldita, la Dea che fa la bandita, ma voglio solo schiodarti dalla panchina, voglio vederti giocare la tua partita.
La citazione è da "La Certa", uno dei testi più belli dell'ultimo album di Caparezza. La Certa è la morte, che arriva per tutti come una livella - diceva il mitico Totò - e non risparmia nessuno, ma dalla quale si impara a vivere, combattere e rialzarsi. Fossimo immortali, quale sarebbe il senso di esistere? La certezza di scomparire, se colta nella sua pienezza, è forse uno dei più grandi incoraggiamenti che la natura ha dato all'Uomo, così come la consapevolezza della fine. L'incentivo, il premio, è semplicemente vivere, impegnarsi, sognare in grande, tentare il possibile per dimostrare di averci almeno provato, di aver lasciato qualsiasi tipo di segno.
Che poi basta anche un solo affetto sincero per poter dire di essere stati importanti, un'azione da ricordare, un obiettivo condiviso. Sono tanti i modi di esistere, ma se decliniamo la morte all'interno di un tessuto videoludico hardcore, cioè impegnativo e ai limiti del frustrante, il fine ultimo è uno solo: vincere. E per vincere bisogna soffrire e morire, anche se poi la finzione del medium ci aiuta a rimetterci in piedi e tentare ancora. Il fatto è che un videogioco, in un modo o nell'altro, rappresenta comunque uno spazio chiuso ed eventualmente finito, e al netto delle ripetizioni concesse, una fine arriva a prescindere, pur essendo rimesso a noi il termine ultimo dell'avventura. Che significa tutto questo? Che il videogioco può essere una grande lezione di vita, soprattutto guardando ai platform più ostici e agli amati/odiati souls like, da cui prende di fatto spunto il fenomeno Solo Leveling (la recensione dei primi episodi), miscelando l'ispirazione con altre importantissime opere.
Verso il successo
Per chi non conoscesse l'opera di Chungong e DUBU, Solo Leveling è una light novel sudcoreana che è stata poi trasposta in un manhwa (manga coreano) distribuito inizialmente nel solo formato webtoon (fumetto digitale). Come già specificato in sede di recensione, almeno superficialmente l'opera parrebbe un more of the same di altri prodotti d'estrazione nipponica come Sword Art Online, Rise of the Shield Hero o del più recente Shangri-La Frontiers, eppure c'è qualcosa di completamente differente che rende Solo Leveling molto più crudele e moderno, seppure interamente derivativo. Quell'elemento aggiuntivo è proprio il ruolo della morte nella crescita del protagonista, Sung Jin-woo, e il peso che "l'hunter più debole al mondo" ha sempre dato alla vita.
Il background è semplice: improvvisamente, in tutto il globo, hanno cominciato ad aprirsi dei portali dimensionali in grado di unire il mondo degli umani a quello - per sintetizzare - dei mostri. Nei gate si raggiungono dei veri e propri dungeon da esplorare, sconfiggendo creature pericolose e battendo in definitiva il boss finale per chiudere il portale. A combattere i mostri ci pensano gli hunter, il 5% della popolazione mondiale che ha subito il cosiddetto risveglio nel momento stesso dell'apparizione dei gate, entrando in possesso di una forza superiore ma soprattutto del mana, cioè della magia.
Gli hunter vanno dal Grado S al Grado E, e lo scarto di potenza è assolutamente significativo. Il problema è uno solo: una volta ricevuto il risveglio, non è possibile aumentare il proprio Grado. Sung Jin-woo però riceve questa possibilità e, anzi, scopre molto presto di potere crescere virtualmente all'infinito, motivo che lo spinge ad impegnarsi sempre di più, a lottare e allenarsi, per diventare il migliore. Ma parte dal basso, Jin-woo, e anche quando era l'ultimo anello della catena degli hunter non si è mai tirato indietro davanti al pericolo, consapevole dei suoi nobili intenti: aiutare la madre malata, mantenere la sorella e i suoi studi, pagare le bollette e il muto.
Quella di Sung è una storia comune d'impegno e sopravvivenza nella vita reale, fatta di sangue e sacrifici, che si trasforma improvvisamente in un'irresistibile e comunque insidiosa e praticamente obbligata scalata al successo. Non fine a se stesso, vuoto e puramente egoistico, ma molto più significativo. E tutto questo comincia a ridosso della morte del protagonista, a lungo rifuggita con coraggio e determinazione senza comprendere forse fino in fondo il valore centrale della stessa.
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Tutta questione di anime
È importante capire che in Solo Leveling non esistono re-start illimitati ma soltanto una seconda possibilità. Ciò significa che Sung Jin-woo rischia costantemente la vita ogni volta che decide di scendere in campo. Fa tesoro del suo intuito per crescere e migliorarsi, scappando ancora dalla morte ma senza temerla, questa volta, e invece sfidandola, mettendosi completamente in gioco secondo specifici obiettivi e con una consapevolezza differente. Il "sistema" lo aiuta nella crescita, dandogli una direzione, ma a volte è proprio il sistema a sfidare Jin-woo. Cos'altro è Solo Leveling se non l'esistenza stessa? Dalla morte s'impara, che sia degli altri e quella che attende tutti noi.
I souls like, in questo senso, ci hanno abituati a nobilitare una sconfitta e farne tesoro per andare avanti, prendere le giuste misure, comprendere chi essere in quel determinato momento e sconfiggere il boss di turno. La differenza con gli altri sotto-generi sta nella specifica e impegnativa lettura dei move set dell'avversario, nella tempistica di reazione e nella strategia da adottare per equilibrare attacchi, mana, stamina e punti vita. A differenza di un JRPG, di un gioco di ruolo occidentale, di un FPS e persino di uno strategico in senso stretto, in un souls like è tutta questione di adattamento e sopravvivenza, qualcosa che scava direttamente nell'anima più competitiva e dunque naturale e umana del giocatore, spronandolo a resistere, a dare il meglio e adeguarsi per evitare la morte e apprendere al contempo dalla stessa.
E una volta accetto il "sistema", diventare forti è una ripida e angusta scalata che si decide di intraprendere per non subire più tutti i danni del passato, troppo dolorosi, frustranti, spesso ingiusti e diabolicamente punitivi. La scelta è nostra, però: così o niente; ed è la stessa identica decisione di Jin-woo, che una volta andato avanti non può più tornare indietro, inabissandosi nel suo caso in un'oscurità capace di trasformarlo a sua volta in morte, mietendo sempre più anime da sfruttare (ed ecco anche qui il souls like) per sopravvivere e aiutare. Nietzsche diceva: "Se guardi a lungo dentro l'abisso, l'abisso guarderà dentro di te". È ciò che fa Sung ed è ciò che l'oscurità gli restituisce. E Guardare Solo Leveling, in un certo senso, è come scrutarci dentro.