Skull Island, la recensione: tre ragazzi in fuga dall'isola di Kong

Il primo spin-off del Monsterverse della Legendary è finalmente disponibile su Netflix. In questa serie animata tre ragazzi dovranno sopravvivere alle mostruosità di Skull Island, il regno di Kong. Tra action, umorismo e un bel po' di sangue, scopriamo se la Legendary ha centrato il bersaglio.

Skull Island, la recensione: tre ragazzi in fuga dall'isola di Kong

Per onestà intellettuale dobbiamo premettere alla nostra recensione di Skull Island, serie animata disponibile in streaming su Netflix, il viscerale amore di chi scrive nei confronti dei Kaiju, o Titani che dir si voglia, o meglio del genere "mostri giganti" che ha visto nel Godzilla di Ishiro Honda il suo predecessore e nell'introduzione del Monsterverse della Legendary la sua incarnazione più recente.
Proprio in questo nuovo universo narrativo è ambientata Skull Island, idealmente nel periodo tra Kong - Skull Island e l'ultimo Godzilla vs. Kong.
Primo spin-off e primo prodotto non pensato per il grande schermo, Skull Island arriva con un quasi un anno di ritardo rispetto al primo annuncio, proprio durante la produzione del sequel di Godzilla vs. Kong, atteso per la primavera del 2024.

Il posto dove vivono i mostri

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Skull Island: una scena della serie

Charlie e Mike sono due adolescenti che vivono assieme ai rispettivi padri a bordo dell'imbarcazione "Once upon a Maritime" ("Marinaio una volta..."). Il gruppo è impegnato in una missione di ricerca di creature insolite quando si imbatte in una strana ragazza alla deriva, Annie. A quanto pare Annie, che sembra particolarmente selvaggia e poco abituata al contatto con altri esseri umani, è miracolosamente sfuggita a un gruppo di individui pericolosi. Ma, proprio quando alcuni di questi uomini assaltano la nave per ricatturarla, un terrificante mostro marino emerge dalle profondità oceaniche e fa una carneficina, distruggendo il vascello.
Dopo il naufragio Mike e Charlie si ritroveranno su un'isola abitata da creature spaventose, costretti a far fronte comune con Annie e il suo "cane" per riuscire a sopravvivere e trovare un modo per fuggire da lì.
Nel frattempo il padre di Charlie, unico sopravvissuto al naufragio e fortunosamente approdato su un'altra parte dell'isola, incontra il gruppo che sta dando la caccia ad Annie, guidato dalla scienziata Irene, che sembra ferocemente determinata a rimettere le mani su Annie.
Gli umani dovranno fare i conti con i bizzarri e letali mostri che abitano l'isola e, soprattutto, con il potente Titano monarca di Skull Island, Kong, il cui predominio è minacciato dalla stessa creatura che ha affondato la "Once a Maritime". Lo scontro tra i due mostri giganti sembra inevitabile, e gli umani sono intrappolati tra loro...

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Il posto peggiore dove fare una vacanza

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Skull Island: una foto di scena

Skull Island è stata scritta da Brian Dufflied, che si era già cimentato con il tema "mostri giganti" nelle sceneggiature di Love and Monsters e Underworld, e con la commistione tra horror e teenage comedy in The Babysitter e Spontaneous, che ha anche diretto, come in questo caso.
La realizzazione è stata affidata allo studio Powerhouse, ormai veterani dell'animazione su Netflix (da Castelvania a He-Man and the Masters of the Universe: Revelation).
Nel complesso Skull Island non si discosta dalla media delle produzioni precedenti, con un character design abbastanza piatto, animazioni essenziali e una regia che regala pochissimi guizzi, accontentandosi solo di accompagnare la storia senza neanche provare a rendere il senso di immane potenza dei colossi come Kong e degli altri kaiju.
La parte più riuscita della serie sta infatti nella scoperta di questa sorta di Kaiju Park che è Skull Island, la vera protagonista della serie, e nell'esplorazione e nell'incontro con i mostri che la popolano.
Alcune trovate (l'albero/insetti o la tartaruga aloe) sono effettivamente interessanti, e il senso di minaccia costante generato dall'aver messo piede su un territorio "alieno" è reso bene, soprattutto in considerazione del fatto che la serie, pur rimanendo solidamente nell'ambito young adult, prova a non precludersi momenti più splatter o addirittura horror.
Il che, in realtà, è il fulcro del problema che sembra attanagliare Skull Island, oltre alla sua natura chiaramente derivativa: una sorta di gigantesco "vorrei, ma non posso" che aleggia in sovraimpressione sullo schermo per tutta la durata degli 8 episodi.

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Skull Island: una scena

Da una parte c'è, evidentemente, la volontà di mantenere il tono della narrazione su binari da intrattenimento adolescenziale, con risultati non sempre eccelsi. Il colpo di scena della vera identità di Annie è telefonatissimo, per esempio, così come le dinamiche si sviluppano tra i tre giovani protagonisti. Si salva giusto la natura sostanzialmente selvaggia, imprevedibile e battagliera di Annie.
Ma a tratti fa capolino il tentativo di provare a osare uscendo dalla comfort zone del classico teenage movie per azzardare momenti più crudi o realistici.
La menzione di disonore, però, va alla parte "kaiju": Kong rimane una figura sullo sfondo per la maggior parte del tempo, riprendendosi il centro della scena solo negli episodi finali e nella battaglia decisiva contro il mostro sottomarino, assolutamente inadeguata dal punto di vista spettacolare e trattata come un compitino da svolgere per accontentare i fan del gorilla gigante (come il sottoscritto).
Ultimo appunto: anche se teoricamente la serie fa parte del Monsterverse, in realtà il collegamento con gli altri film è abbastanza flebile (e a volte addirittura contradditorio).
Finale aperto, che lascia molte questioni in sospeso in attesa di un'eventuale seconda stagione.

Conclusioni

Siamo alle battute finali della nostra recensione su Skull Island. La serie, alla fine, fa il suo sporco lavoro intrattenendo gli spettatori con l'esplorazione di questo iconico paradiso dei mostri, oscillando tra teenage drama e action, con (poche, purtroppo) digressioni horror. Pur pagando la sua natura ibrida, una realizzazione appena discreta e sacrificando quasi del tutto la componente kaiju, Skull Island resta comunque una piacevole visione estiva, in attesa della seconda stagione.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Tornare a Skull Island è sempre un piacere.
  • La storia scorre piacevolmente.
  • Alcune trovate sono interessanti.

Cosa non va

  • Animazioni, design e regia fin troppo banali.
  • Pochi mostri giganti che si picchiano.