Con la prima stagione ci hanno instillato il dubbio, in Shrinking 2 lo dichiarano apertamente: Jimmy e Paul sono i Batman e Robin della salute mentale. Con Harrison Ford nel ruolo del Cavaliere Oscuro e Jason Segel in quello del suo allievo e compagno di avventure. Gli psichiatri creati da Bill Lawrence insieme allo stesso Segel e a Brett Goldstein (Roy Kent in Ted Lasso) fanno proprio parte di un percorso che porta in televisione l'ultimo grande tema dei nostri tempi.
Con la pandemia, e i vari lockdown che ne sono derivati, si è infatti cominciato a parlare quotidianamente di depressione, ansia e sindrome dell'impostore. Ma Lawrence sono anni che tocca l'argomento, da Scrubs, ambientato in un ospedale, a Ted Lasso, in cui il calcio diventa lo spunto per raccontare gli attacchi di panico. Ora con Shrinkig ha tagliato la testa al toro, giocando a carte scoperte: i protagonisti sono proprio degli "strizzacervelli", come suggerisce il titolo, che condividono lo studio in cui parlano con i loro pazienti.
Su AppleTV+ dal 16 ottobre con nuovi episodi, la seconda stagione di Shrinking vede Jimmy e soci affrontare prove ancora più difficili: Paul deve fare i conti con la malattia, il protagonista forse prova dei sentimenti inaspettati per qualcuno, e, soprattutto, arriva una figura che porta con sé un bagaglio emotivo importante, scombussolando i rapporti tra i personaggi. Una cosa è certa: Shrinking 2 è assolutamente all'altezza del divertimento e della scrittura brillante della prima stagione.
Parlare di salute mentale con leggerezza si può
Il fatto che la salute mentale sia diventata argomento di discussione (e un trend sui social) ha portato a due cose: finalmente si sta abbattendo uno degli ultimi tabù della nostra società (ricordate quanto si vergognava Tony Soprano di andare in terapia a fine anni '90?), e, contemporaneamente, tutti ne parlano. Che, in assoluto, è una cosa positiva. Ci sono però anche dei lati oscuri: schiere di influencer che si improvvisano life coach o psicologi, chiunque dà consigli di auto-aiuto in un minuto, e, nei casi peggiori, c'è chi trasforma la sua (presunta) malattia in contenuto. Vi sarà sicuramente capitato di vedere diversi creator riprendersi mentre piangono, oppure mostrare immagini di farmaci, o parlare di argomenti delicati come depressione e pensieri suicidi con lo stesso tono di quando mostrano un nuovo taglio di capelli o un maglione appena ricevuto in regalo. Questo è preoccupante e anche moralmente discutibile.
A compensare questa deriva inquietante ci sono per fortuna prodotti come Shrinking, che trattano questi temi con leggerezza, ma senza essere superficiali. Il tono scelto è infatti quello della commedia. Ed è naturale, visto che si tratta di un'altra serie scritta da Bill Lawrence, il re della dramedy. Senza essere mai troppo pesanti, gli autori riescono a rimanere in perfetto equilibrio tra serio e dissacrante, permettendo quindi a qualsiasi tipo di pubblico di avvicinarsi all'argomento. Una semplicità propria dei grandi.
Scrubs, Ted Lasso, Shrinking: perché la magia comica di Bill Lawrence ci scalda il cuore
Non solo Harrison Ford: un grande cast
Harrison Ford è una delle più grandi star di sempre, quindi è normale che il suo nome catturi particolarmente l'attenzione quando leggiamo il cast di Shrinking. Poi è bellissimo vederlo finalmente in un ruolo in cui possa dare sfogo a tutta la propria ironia, al suo senso dell'umorismo pungente. Nella vita infatti l'attore, almeno nelle interviste e apparizioni pubbliche, sembra molto più simile alle facce da schiaffi di Han Solo e Indiana Jones, che non ai suoi ruoli più seri e drammatici. E qui non delude affatto: è un piacere sentirlo sparare sentenze lapidarie a mitraglia. A lui però sono anche dedicate le battute più importanti: forte del suo status di mentore del protagonista, quando la situazione lo richiede arriva puntuale anche la perla di saggezza.
Gli altri attori non sono da meno, a partire ovviamente da Jason Segel, la cui storia fa da collante tra tutti i personaggi. È lui infatti il cuore della serie: ha perso prematuramente la moglie in un incidente stradale e da allora siamo con lui nel suo percorso di superamento del trauma. La cosa bella del suo Jimmy è che non perde l'entusiasmo: una qualità propria anche del personaggio che l'ha reso famoso in tutto il mondo, ovvero il Marshall Eriksen di E alla fine arriva mamma. La sua mimica facciale mobilissima e la fisicità prorompente ne fanno una maschera comica meravigliosa.
Bravissimi anche Jessica Williams nel ruolo di Gaby, la terza terapeuta dello studio (che, continuando la metafora sui supereroi è di diritto Batgirl), e Luke Tennis, che interpreta Sean, il ragazzo con problemi di gestione della rabbia che Jimmy accoglie in casa sua. Immancabile poi Christa Miller, moglie di Bill Lawrence, che continua il proprio percorso di cinica senza cuore che in realtà nasconde un cuore generoso. La sua Liz, la vicina di casa invadente del protagonista, sembra infatti la diretta evoluzione di Jordan, la compagna del Dr. Cox in Scrubs. Insomma, se avete amato la prima stagione, questa non potete proprio perderla.
Conclusioni
La seconda stagione di Shrinking non delude: se avete amato la prima, questa forse vi piacerà ancora di più. Il tono scelto da Bill Lawrence, creatore della serie, è quello della dramedy, che permette di affrontare un tema serio come quello della salute mentale con leggerezza. Che non vuol dire superficialità. La scrittura e i dialoghi sono brillanti, il cast è magnifico ed è un piacere vedere Harrison Ford in un ruolo che gli permette di dare sfogo a tutto il suo cinico senso dell'umorismo.
Perché ci piace
- La favolosa coppia comica formata da Segel e Ford.
- La scrittura brillante dei dialoghi.
- Il ritmo incalzante.
- Il saper parlare di salute mentale con ironia.
- La bravura di tutto il cast.
Cosa non va
- Se non amate le serie corali potrebbe darvi fastidio la presenza di tante storyline, ma sono tutte ben delineate.