Shining Girls, la recensione: il thriller onirico femminile di Apple Tv+

La recensione di Shining Girls, la nuova serie dalle tinte thriller e metafisiche di Apple Tv+ interpretata e prodotta da Elisabeth Moss, dal 29 aprile sulla piattaforma con episodi settimanali.

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Shining Girls: Elisabeth Moss in una scena

Dopo vari prodotti validi e interessanti ma distribuiti su ampi archi mensili anche per racimolare abbonati, nell'ultimo periodo Apple Tv+ è partita alla carica proponendo (quasi) una novità a settimana, ma non per questo rinunciando alla qualità sulla quantità. Ultimo fulgido esempio di questa linea editoriale è la nuova serie con protagonista Elisabeth Moss, come spiegheremo nella recensione di Shining Girls, dal 29 aprile su Apple Tv+ con appuntamento, appunto, settimanale.

Ragazze lucenti

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Shining Girls: un'immagine della serie

Shining Girls è interpretata e anche prodotta - come spesso capita in questi frangenti - da Elisabeth Moss, che dopo Mad Men, Tha Handmaid's Tale e L'uomo invisibile continua a crescere e a dimostrare di essere perfetta nel ruolo della donna combattuta e contrita a cui nessuno crede e che deve trovare la verità da sola (o quasi). Basata sul romanzo bestseller di Lauren Beukes e adattata per la tv da Silka Luisa e diretta nei primi due episodi da Michelle MacLaren, la serie presenta il personaggio di Kirby Mazrachi (Moss), un'anonima archivista di un giornale di Chicago con una trauma passato che continua a tormentarla. Quando il caso che coinvolge una giovane donna riporta alla luce quel vecchio trauma nella sua mente e nel suo corpo, inizia a collaborare con il reporter Dan Velazquez (un interessante Wagner Moura), anche lui dal passato familiare danneggiato, per scoprire la verità su una serie di casi irrisolti che sembrano rispecchiare il modus operandi di un serial killer, che ha colpito per prima lei stessa.

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Shining Girls: Wagner Moura in una scena

Nessuno le aveva creduto allora e aveva approfondito il caso per le troppe poche prove a carico, nessuno sembra credere adesso all'unica altra sopravvissuta (Phillipa Soo). Fin qui il solito thriller, pur se ben fatto, direte voi. Non potreste essere più nel torto: quella che viene messa in scena davanti agli occhi degli spettatori è infatti una realtà che cambia continuamente, proprio come le scale di Hogwarts. Non si sa se accada per il disturbo da stress post traumatico, per il misterioso materiale lasciato dentro alle "vittime" (da qui il titolo dello show) o perché Kirby ha una fervida immaginazione, ma il rapporto con la madre problematica (una Amy Brenneman in grande spolvero, oramai affezionato al ruolo dopo The Leftovers) cambia continuamente, e lo stesso dicasi per un certo collega al giornale...

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Qual è la realtà?

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Shining Girls: un primo piano di Elizabeth Moss

Fiore all'occhiello della serie, però, accanto alla Moss, è Jamie Bell: oramai ufficialmente adulto e ben lontano dai ruoli che lo hanno reso famoso, offre un'interpretazione tanto affascinante quanto inquietante del suo uomo misterioso, che continua a seguire Kirby e le altre donne, e sembra sapere prima del tempo ciò che accadrà... Il suo personaggio e il suo rapporto con la protagonista, il suo modo di approcciarsi - o meglio insinuarsi - nella vita delle altre "vittime" e degli altri, ricorda il Kilgrave di David Tennant e la sua relazione con la Jessica Jones di Krysten Ritter. Moss è molto più compassata dell'eroina Marvel, ci sono molti più sguardi e silenzi che attraversano il suo volto mentre cerca di capire in quale realtà si trovi e come fare per andare avanti. La scrittura secca e che vive di sottrazione e la messa in scena dai colori scurissimi e dalle dissolvenze poco chiare vogliono esprimere lo stato confusionale della protagonista: non sappiamo se crederle o meno, non sappiamo che ci nasconda volutamente o meno qualcosa e non sappiamo infine quale sarà la verità a cui arriveremo alla fine degli episodi. Momenti onirici e metafisici di matrice quasi lynchana che contribuiscono ad accrescere la confusione - voluta, anche se forse un po' eccessiva in alcuni punti meno fluidi - nella visione del pubblico. Kirby è una donna solo all'apparenza respingente, che deve convivere con un dolore che non riesce ad allontanare, un po' come fanno alcuni degli altri protagonisti. Una cosa però è certa: Shining Girls dà voce alle donne che spesso non vengono credute, che spesso vengono messe da parte come testimoni poco attendibili, e al potere di cambiare le cose che hanno spesso dentro di loro pur non rendendosene conto.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Shining Girls felici di ritrovare Elisabeth Moss in un ruolo altrettanto convincente rispetto ai precedenti e che continua il percorso di donne indipendenti e apparentemente respingenti, facendosi portavoce di una tematica – l’aggressione alle donne e il controllo di un uomo, interpretato da un inquietante e affascinante Jamie Bell - e di un genere – il thriller – che viene ibridato da momenti onirici e metafisici di matrice quasi lynchana per rendere ancora più conturbante e confusa la visione allo spettatore.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Elisabeth Moss si conferma perfetta nei ruoli da donna combattuta, contrita e inizialmente respingente.
  • Jamie Bell è la perfetta controparte maschile ricordando Kilgrave e il suo rapporto con Jessica Jones.
  • La mescolanza di realismo e soprannaturale borderline…

Cosa non va

  • …che però potrebbe allontanare qualche spettatore, con alcuni passaggi particolarmente confusi e poco fluidi.