Geekerz : Sesso, zombi e videogames

La web series prodotta da Multiplayer.it, presentata in anteprima al RomaFictionFest, è un concentrato, consapevole e divertito, di cultura nerd e omaggi a un composito universo videoludico, cinematografico e televisivo.

Luca, giornalista web ed esperto di videogames, è in crisi: la sua caporedattrice, infatti, gli ha accordato un'importante intervista con Hideo Kojima, creatore di tanti videogiochi di successo; ma lui si è accorto, troppo tardi, di non aver rinnovato il passaporto. Così, il giovane incarica un suo amico di spacciarsi per lui, per incontrare Kojima a Tokyo e intervistarlo; ma l'amico, dopo una notte di sesso con una escort, finisce per mancare l'intervista, tornando così a casa a mani vuote. Presto, comunque, Luca dovrà rendersi conto che la prevedibile furia del suo capo è, al momento, l'ultimo dei suoi problemi: sembra, infatti, che in Giappone il suo amico abbia contratto un misterioso virus, che sta trasformando tutti i suoi conoscenti in zombie affamati. Come porre rimedio alla piega che hanno preso gli eventi, e, soprattutto, come mettere in guardia i suoi amici e colleghi, senza essere creduto pazzo?

Chi scrive si rende perfettamente conto che, parlando qui di GeekerZ, si espone all'ovvio sospetto di conflitto di interessi. Sospetto comprensibilissimo, persino condivisibile, date le circostanze in cui la web series di Michele Bertini Malgarini è stata concepita e realizzata. Come si suol dire, mettiamo le mani avanti, quindi: e precisiamo che non cercheremo (inutilmente) di convincere il lettore sull'obiettività di questo articolo. Specifichiamo soltanto due cose: di questo prodotto (targato Multiplayer.it, i nostri cugini che si occupano del mondo dei videogiochi, per quei lettori che si stessero chiedendo il perché di tanti preamboli) abbiamo per ora potuto vedere, come tutti i presenti all'anteprima del RomaFictionFest, solo i primi tre episodi; inoltre, consigliandone la visione, non crediamo di fare un gran danno, anche laddove questa risultasse particolarmente indigesta: in fondo, si tratta di otto episodi da nove minuti l'uno, divisi in un totale di cinque settimane. Comunque la si veda, ci sono modi infinitamente peggiori (e almeno su questo, per favore, credeteci sulla parola) di trascorrere tra i 9 e i 18 minuti a settimana.
Fatti i dovuti (o forse no) disclaimer, passiamo quindi a parlare di questo GeekerZ. A tal proposito, ci sentiamo di sposare appieno (nonché di prendere in prestito) la definizione che ne è stata data nella presentazione alla manifestazione romana: un concentrato di "nerditudine". Nerditudine consapevole, divertita e appassionata, e per questo tanto più godibile. Stupisce molto (o, almeno, ha stupito chi scrive) la trasformazione del protagonista Alessandro D'Ambrosi, ben poco geek per com'è apparso sul palco, in una specie di Seth Rogen sui generis: malato di videogiochi e della sua collega che neanche gli rivolge la parola, in astinenza da sesso da tre anni, perso nell'universo maschile degli amici/colleghi, tra discussioni videoludiche, serate al pub e partite di calcetto. Così come stupisce la mutazione (per ora solo diegetica) di Santa De Santis, nella vita compagna del protagonista, nella sua odiosa ma divertentissima principale. Caricature, quindi, costruite con gusto e consapevolezza: così com'è caricaturale la rappresentazione della vita redazionale (gli interni, tra l'altro, sono girati in parte nella sede del sito web, e molti redattori vi appaiono come comparse o interpreti, come Antonio Fucito, Antonio Jodice, Pierpaolo Greco e Alessio Pianesani) le interazioni tra i colleghi, la generale messa in scena dell'universo di riferimento dell'opera.
Quello che salta all'occhio, al netto dell'ovvia aderenza del prodotto a un immaginario ben codificato (i titoli di testa ne sono l'esempio più lampante) è il suo taglio registico, in realtà, abbastanza classico: non fosse per la durata dei singoli episodi, non sembrerebbe quasi di star guardando una web series. Malgrado il ridotto minutaggio dei segmenti, la regia non cerca di "barare" con rutilanti espedienti estetici, o con un montaggio particolarmente serrato; al contrario, si affida a un'accurata scrittura, che riesce a delineare intelligentemente personaggi e setting, rendendo piacevole la narrazione, malgrado la prevedibilità (dichiarata) degli eventi. Al di là di una componente horror/splatter ancora solo accennata, e di ovvie citazioni (letterale quella di The Walking Dead durante le trasformazioni) colpisce la cura della confezione, il mood "indipendente" del prodotto che tuttavia sembra gridare forte la sua appartenenza, di diritto, alla serie A del genere. Appartenenza confermata dalla galleria di volti noti che affolla il cast: dal protagonista già visto in Un medico in famiglia alla Daniela Virgilio di Romanzo Criminale - La serie, fino a una sempre apprezzabile Jun Ichikawa (presente in tanto cinema e fiction italiani recenti) e all'annunciata partecipazione di Pupo. L'apparizione in video di Richard Benson e (soprattutto) il divertito e autoironico cameo di Massimo Marino, strizzano l'occhio a un universo romano sempre sopra le righe, riconoscibilissimo quanto a suo modo irresistibile.

L'appuntamento, per chi fosse interessato (concedeteci anche questo, se ci avete seguiti sin qui) è per ogni giovedì sul sito ufficiale della serie, o in alternativa sulla nostra pagina dedicata: o almeno, dopo la mezz'ora di nerditudine vista fin qui, chi scrive certamente non si sottrarrà, e non certo per un malinteso dovere di appartenenza.

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