L'orrore tridimensionale che arriva dalla Spagna invade il Courmayeur Noir in Festival. Il giovanissimo regista Sergi Vizcaino presenta al festival la sua opera prima, il parossistico Paranormal Xperience 3D, slasher europeo che ammicca alla grande tradizione del genere e punta a conquistare il pubblico più giovane. Il divertente horror, che mescola effettacci visivi che sfruttano il potere avvolgente del 3D e turbe psichiche legate alla memoria di un terribile passato, viene presentato al Noir in Festival in anteprima mondiale. Il film arriverà nei cinema spagnoli il 28 dicembre, mentre in Italia uscirà in sala il 16 marzo distribuito da Moviemax. La parola a Vizcaino che ci racconta il suo battesimo del fuoco col 3D.
In questi ultimi anni l'horror spagnolo è diventato un punto di riferimento internazionale per gli appassionati del genere. Come ti spieghi questo? Sergi Vizcaino: Negli ultimi anni sono stati girati horror spagnoli di ottima qualità. Questi film hanno avuto successo presso il grande pubblico e hanno ottenuto ottimi incassi così i produttori hanno deciso di investire nel genere. Pellicole come quelle di Amenabar hanno dato una scossa al mercato e gli investimenti in questa direzione hanno portato a consolidare un settore. Gli autori spagnoli di horror sono tutti coetanei e sono cresciuti con le pellicole di Steven Spielberg e col cinema commerciale fantasy degli anni '80.
Sei stato influenzato dai tuoi colleghi Balaguerò, Plaza o Amenabar? Che rapporti hai con loro?La produttrice di Paranormal Xperience 3D ha prodotto anche il primo film di Juan Antonio Bayona, The Orphanage, che avuto un grandissimo successo. Balaguerò l'ho conosciuto ai festival, mentre Amenabar non l'ho mai incontrato, ma il mondo è piccolo.
Il tuo film si basa sulla complessità di una relazione tra due sorelle e il padre scomparso anni prima. Per te è venuta prima la storia familiare o il plot horror?
In realtà il film è nato da un'idea ben precisa: volevamo girare uno slasher giovanile, perciò abbiamo dovuto basarci sulle regole del genere. Oltre a ciò volevo narrare una storia con una sua complessità perciò ho lavorato per delineare il carattere dei personaggi. E' una storia dura, complicata, ma è comunque subordinata alle regole dello slasher e il mio modello di riferimento erano certe pellicole americane che hanno fatto la storia di questo genere.
Come si arriva a lavorare in 3D? Serve una preparazione specifica?
In questo film nessuno aveva mai lavorato in 3D e per noi era una tecnica nuova. Mi ero preparato a livello teorico, avevo studiato il sistema e avevo fatto ricerche su internet, perché sentivo la necessità di prepararmi, ma di fatto non esiste un posto che ti insegni a lavorare in 3D. E' una tecnica nuova che si impara sul campo, in Spagna sono ancora pochi che lavorano in tre dimensioni. Siamo stati noi stessi a darci le regole per lavorare in questo settore. Capisco che molti registi affermati non vogliano usare questa tecnologia, ma secondo me per l'horror e lo slasher il 3D è perfetto.
Come hai riunito un cast così giovane? Come avete lavorato tenendo conto delle problematiche del 3D?
Questa è la mia prima pellicola e mi sono trovato a guidare una troupe esperta, che aveva lavorato con Almodovar e con altri registi. Ho dovuto farmi forza e dimostrare di essere in grado di lavorare con loro, ma è stato molto stimolante.
Enormi. Girare il primo è sempre complicato, girarlo in 3D è davvero impegnativo. A causa delle tecniche usate e della strumentazione ingombrante, abbiamo impiegato un tempo lunghissimo, abbiamo dovuto ricalibrare in continuazione le telecamere. Non è stato difficile, ma molto laborioso.
Cosa ti senti di dire rispetto alle polemiche sull'uso del 3D che alimentano il dibattito negli USA?
Secondo me i problemi più grossi li hanno creati quei film gonfiati in 3D in post produzione. Quello è un falso 3D e secondo me dovrebbero proprio vietare operazioni di quel tipo perché prendono in giro il pubblico e non valgono il prezzo del biglietto. Per quanto riguarda il 3D fatto bene penso che arricchisca le pellicole, soprattutto quelle di genere. Ora Peter Jackson sta girando The Hobbit che avrà un'importanza fondamentale nell'evoluzione tecnica, così come i sequel di Avatar. La tecnologia si va evolvendo e cambierà il modo di fare cinema.
Gran parte di Paranormal Xperience 3D si svolge alla luce del giorno. Possiamo parlare di horror diurno? Quali sono stati i tuoi punti di riferimento per creare lo stile visivo del film?
Abbiamo scelto di ambientare molte scene di giorno perché il 3D ruba luce e richiede una illuminazione maggiore rispetto al solito. Così ho colto l'occasione per accettare la sfida e investigare le possibilità dell'orrore alla luce del sole.
E il look del mostruoso dottore come è nato?
Ho cercato di rifarmi alla tradizione degli slasher classici come Halloween - La notte delle streghe e dei loro mostruosi protagonisti cercando di creare, al tempo stesso, un personaggio con una sua originalità. Una figura caratteristica e carismatica, ma al tempo stesso spaventosa. La maschera del dottore è stata opzionata, magari tra un po' ad Halloween la indosseranno tutti.
Pensi che Paranormal Xperience 3D possa apportare delle novità al genere?
Non so cosa posso apportare al genere. Forse la mia personalità. Sono rimasto molto colpito dalla proiezione di ieri sera perché il pubblico rideva molto. Non ero sicuro di ottenere questo effetto, ma mi fa piacere perché per me il cinema è intrattenimento e io volevo mescolare humor e terrore. Volevo creare una pellicola che alternasse momenti di tensione ad altri di rilassamento per sfruttare al massimo le potenzialità del genere.
Quali sono i tuoi registi preferiti?
Amo James Cameron. E' un regista incredibile, completo, passa da un genere all'altro con estrema facilità. Il suo Terminator è un grande film horror.
Si, l'idea del finale è più della produttrice che non mia. Il finale è legato anch'esso alle regole del genere. L'idea è che contro il male puoi vincere una battaglia, ma non la guerra. Io vorrei fare un altro slasher, ma molto diverso dal primo perciò vorrei cominciare a ideare una nuova storia da zero.
Com'è la situazione attuale dell'industria cinematografica in Spagna?
Disastrosa. I produttori sono andati per anni avanti con le sovvenzioni statali e adesso con la crisi la situazione è molto brutta. Occorre cambiare mentalità, sviluppare il lato industriale producendo film autosufficienti, ma io sono ottimista. Penso che prima o poi la situazione migliorerà.
Ora stai lavorando a qualcosa di nuovo?
Si, ora sto lavorando da solo a un'idea nuova che fa comunque parte del genere. E' un film più complesso. Abbiamo cominciato a studiare il 3D e abbiamo visto che ha molte possibilità. Non solo puoi fare cose nuove, ma puoi anche aprire la strada a coloro che verranno dopo di te