Stasera Selma - La strada per la libertà uscirà nei cinema italiani. Nel frattempo la regista Ava DuVernay e il protagonista David Oyelowo hanno fatto tappa alla Berlinale per la premiere internazionale della pellicola dedicata alla celebre marcia in Alabama, promossa da Martin Luther King nel 1965 per rivendicare il diritto di voto agli afroamericani. Prima di Berlino, e in attesa degli Oscar, il cast di Selma ha onorato un altro importante appuntamento. Racconta Oyelowo: "Siamo volati a Berlino dalla Nigeria perché lì a breve ci saranno le elezioni. Da mesi i media parlano della possibilità di manifestazioni pacifiche perciò ci hanno invitato con il nostro film per parlare di pace. E' stato emozionante trovarsi di fronte a un pubblico di 4.000 persone".
Oltre a ricoprire il ruolo chiave di Martin Luther King, David Oyelowo è un veterano nel team di Selma visto che ha fatto parte del progetto fin dalla sua genesi. Come spiega la regista Ava DuVernay "è stato David a invitarmi a dirigere Selma. Lui era stato ingaggiato da Lee Daniels, il precedente regista, che ha rinunciato per concentrarsi su The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca. Allora David mi ha chiamato per prendere il suo posto. Fin da subito ho sentito il progetto mio, per il tema e anche perché mio padre viene dall'Alabama. Il film ha provocato eventi incredibili. Ricchi afroamericani hanno raccolto fondi per far vedere Selma agli studenti poveri, ma in generale tutto il pubblico americano ha risposto molto bene".
On location alla ricerca dello spirito di Martin Luther King
Per girare Selma, il team produttivo si è recato in Alabama, sui veri luoghi della protesta intrisi tutt'oggi dello spirito del sud, dello scontro tra bianchi e neri. Non senza una punta d'emozione, Ava DuVernay racconta: "Abbiamo girato nei luoghi in cui si è svolta la protesta pacifica di Martin Luther King, sul ponte di Selma, che ha preso il nome del grande drago del Ku Klux Klan. Le persone di Selma ci hanno ben accolto ed è stato molto importante recarsi proprio lì per il valore simbolico e per l'energia spirituale che è ancora presente sul ponte". Aggiunge David Oyelowo: "Le location reali ci hanno permesso di rendere il film autentico. Credo che aspettare otto anni prima di girare mi abbia giovato perché sono cresciuto come uomo e come attore. Nel frattempo ho girato altri quattro film e quando sono arrivato a interpretare il Dr. King mi sentivo pronto. Quando ascolto i suoi discorsi mi commuovo, mi sento pronto ad agire, sento un'energia dentro di me. Che dono aveva quest'uomo capace di toccare le persone nel profondo? Per risultare credibile dovevo trovare la stessa qualità d'animo dentro me stesso. Dovevo comprendere la stanchezza, la paura, ma anche l'impegno, la grande responsabilità che ha guidato King per tutta la sua vita".
Ava DuVernay rivela un piccolo segreto legato alla produzione di Selma che riguarda i discorsi del Reverendo King. "Non abbiamo potuto usare le vere parole di Martin Luther King perché i diritti dei discorsi appartengono a Steven Spielberg, che sta preparando un biopic. Non avevamo il denaro necessario per rilevarli, ma io ho cercato di concentrarmi sulle sue idee che erano così coraggiose e innovative. Le persone escono dal cinema e non si rendono conto di non aver sentito le vere parole di King".
Da Oprah Winfrey agli Oscar
Un contributo essenziale alla genesi di Selma proviene da Oprah Winfrey che nel film appare anche in un ruolo particolarmente incisivo. Trovare i fondi per un film su Martin Luther King, a quanto pare, non è una passeggiata perciò David Oyelowo ricorda il ruolo chiave svolto dalla potente regina del piccolo schermo. "Oprah è una persona magica. Senza di lei Selma non esisterebbe perché era un film molto complicato da realizzare. Le ho confessato che il mio sogno era interpretare Martin Luther King e poi le ho mandato un provino su videotape. E' stata lei a volermi e a contattare gli studios finché, con Paramount, non abbiamo trovato un distributore che ci spalleggiasse nell'impresa. Oprah interpreta Annie Lee Cooper, una donna che ha cercato di registrarsi al voto cinque volte, ma il suo diritto le è stato negato perché era nera. Lei ha reagito contro lo sceriffo di Selma colpendolo al viso, proprio come vedete nel film. Ci ho messo un bel po' a convincerla ad accettare il ruolo, ha nicchiato a lungo e solo dopo aver letto un'intervista alla vera Annie, che si dichiara fan dello suo show, ha detto di sì".
Dopo i riconoscimenti della critica, Selma ha ricevuto la candidatura all'Oscar come miglior film, ma è stato escluso da altre prestigiose categorie tanto che sui media qualcuno ha accusato l'Academy di razzismo. Alle polemiche, la DuVernay risponde in modo energico: "Non mi sento di rimproverare niente all'Academy. Siamo stati nominati in alcune categorie e in altre no. Sono felice che siamo presenti nella categoria dei migliori film. The Interview, la commedia con James Franco, che è ospite qui a Berlino, è costato 44 milioni di dollari. Noi siamo riusciti a realizzare un film su Martin Luther King, una delle figure storiche più importanti, con la metà del budget. Sono orgogliosa per le nomination che abbiamo ottenuto, per Glory, candidata come miglior canzone. Non avevo ambizioni personali perché sono una persona realista e non aspiravo a entrare nella rosa dei registi, ma mi dispiace molto per David. Non c'è bisogno che qualcuno mi venga a dire che la sua è una delle miglior performance dell'anno perché lo so già da sola".
Il cambiamento è possibile
Illuminato dopo l'esperienza catartica sul set di Selma, David Oyelowo parla con la stessa passione del suo mentore, il Dr. King, mentre racconta: "Recito da 16 anni, ma per la prima volta ho avuto l'opportunità di mostrare un film alla Casa Bianca e ringraziare di persona il Presidente Obama. La questione razziale non è risolta. C'è ancora molto lavoro da fare. Una donna di colore che dirige un film simile è una conquista. Il primo regista considerato per il progetto era maschio e bianco. Poi è arrivato un regista maschio di colore e infine Ava. C'è un cambiamento in corso nella mentalità, ma questo cambiamento richiede tempo per consolidarsi. Selma è stato visto da più di 3700 studenti ed è un film che dice su Martin Luther King più della storia che i giovani studiano a scuola. La forza del film è il suo dire cose nuove, rivoluzionarie sull'attivismo. Sono stupito dal fatto che a Berlino siano andati molto bene The Imitation Game o Bastardi senza gloria. Le persone non li percepiscono come film antitedeschi, ma come antinazisti. In America non abbiamo ancora appreso questa capacità di distanziarci dal nostro passato per metabolizzarlo. La schiavitù è qualcosa di reale, il Ku Klux Klan è reale, la privazione dei diritti è accaduta realmente. Finché non accetteremo completamente il nostro passato non riusciremo ad andare avanti". Anche Ava DuVernay condivide la visione del suo interprete mentre esclama: "Per me il cinema è soprattutto impegno. E' vero che lo scopo di un film è divertire, ma per me deve anche dire qualcosa di importante. Deve parlare di storia, di questioni sociali, di sentimenti, di giustizia, libertà personale. Il mio prossimo progetto, però, sarà un po' diverso. Sto lavorando per avere di nuovo con me David in una love story/mistery thriller ambientata durante l'uragano Katrina".