Selfiemania, la recensione: ma che male potrà fare un cellulare

La recensione di Selfiemania, commedia a episodi con Milena Vukotic, Andrea Roncato e Caterina Murano che prende di mira l'ossessione dei selfie e le manie degli aspiranti influencer.

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Selfiemania: Milena Vukotic in una scena

Come sottolinea la nostra recensione di Selfiemania, il film a episodi nato da un'idea dell'attrice e regista italiana Elisabetta Pellini ripropone una versione modernizzata della commedia all'italiana a episodi per prendere di mira una delle ossessioni della contemporaneità, il selfie. In aggiunta, la pellicola gode di un afflato internazionale ambientando i quattro episodi che la compongono in Russia, sulle Alpi austriache di Lech, a Los Angeles e in Sicilia. I personaggi delle storie sono aspiranti influencer o sono semplicemente ossessionati dall'uso del telefonino tanto da averlo reso parte integrante della loro esistenza, il tutto a scapito delle relazioni umane in carne e ossa.

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Selfiemania: una scena

Il primo dei quattro episodi di SelfieMania, Temper Tantrum, diretto da Francesco Colangelo, vede Caterina Murino nei panni di una bellissima dirigente d'azienda in trasferta in Russia che diviene oggetto dell'invidia di una scatenata influencer locale. L'episodio successivo, Peak of Emotion, diretto dalla regista austriaca Elly Senger-Weiss, vede i fidanzati Katharina Holoubek e Philipp Karner a zonzo per le Alpi austriache in cerca di una particolare vetta che non riescono a localizzare perché il cellulare non ha campo. The American Stream, scritto e diretto da Willem Zaeyen, è incentrato su un'aspirante influencer che si fa chiamare Italian Stallion e sogna di diventare celebre come il suo idolo, il rapper/influencer Donny Bravo. L'incontro con Donny, però, sarà ben diverso dal previsto. L'ultimo episodio, L'amore nonostante tutto, diretto da Elisabetta Pellini, è incentrato sulle gesta della matura influencer interpretata da Milena Vukotic il cui rapporto morboso col telefono e coi social sconvolge la vita del marito Andrea Roncato.

Una satira che non graffia

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Selfiemania: un'immagine del film

Fin dalle prime sequenze, Selfiemania non nasconde l'intento di voler offrire uno sguardo in parte satirico in parte bonario sulle conseguenze dell'abuso del cellulare, oggetto ormai indispensabile nella società contemporanea, che per molti è diventato una vera e propria dipendenza. Da buon film a tesi che si rispetti, Selfiemania mette in scena improbabili personaggi che passano il tempo a rivolgere sorrisi forzati allo schermo del cellulare ovunque si trovino, perfino sulle spettacolari vette alpine. Mania, questa, che ha travolto la società in toto visto che, come mostra il film, è condivisa da popoli di nazioni diverse. La scelta di usare la lente satirica per prendersi gioco di una debolezza, però, in questo caso penalizza la narrazione.

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Selfiemania: una sequenza

Se dal lato della commedia Selfiemania non graffia come vorrebbe, l'aspetto didattico forza la mano agli sceneggiatori spingendoli a mettere in scena situazioni scontate e ripetitive. La sensazione è che gli autori siano più concentrati sul mostrare gli attori intenti a farsi selfie che a raccontare storie compiute. Anche la varietà del cast, in questo caso, si rivela un'arma a doppio taglio mettendo a confronto stili di recitazione, toni e livelli di interpretazione diversi. Non sono poche le caratterizzazioni che scadono nel macchiettistico, nonostante la presenza degli esperti Milena Vukotic e Giorgio Colangeli e l'impegno di Caterina Murino a dare un certo spessore al suo personaggio. Man mano che il film procede, la differenza pesa sempre di più nell'economia globale del prodotto.

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Selfiemania: una foto

Sono molti i momenti di Selfiemania in cui la carenza di mezzi appare palese, spingendo gli autori a optare per soluzioni che sfiorano l'amatorialità, ma non è tanto questo il limite del film. Quando la pellicola punta a strappare un sorriso senza troppe pretese a tratti ci riesce, come nel finale dell'episodio Peak of Emotion. Più ostico da digerire l'intento moralizzatore di un'opera che ha la neppur tanto velata ambizione di puntare il dito contro l'ossessione dell'immagine e della fama a ogni costo, sfiorando però a malapena la superficie del fenomeno. A corto di mezzi espressivi, il terzo episodio esplicita il messaggio nel monologo del rapper Donny Bravo (David Fears Jr., anche autore anche della canzone principale dell'episodio), che sortisce più o meno lo stesso effetto delle lamentele del povero Andrea Roncato, marito trascurato da Milena Vukotic. Tutto troppo telefonato in una commedia di costume che manca di sottigliezza e originalità.

Conclusioni

La recensione di Selfiemania mette in luce i limiti di una pellicola a episodi che ambisce a proporsi come versione moderna e hi-tech della tradizionale commedia di costume italiana anni '70, ma manca il bersaglio quando l'intento moralizzatore distrae l'attenzione degli autori dal prodotto artistico.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Alcune trovate strappano il sorriso.
  • Bello ritrovare volti noti come Milena Vukotic e Andrea Roncato sempre in forma.
  • L'impegno di Caterina Murino a dar vita a un personaggio di spessore.

Cosa non va

  • L'intento moralizzatore e satirico prende il sopravvento a scapito dell'originalità.
  • Alcune interpretazioni sono troppo macchiettistiche per risultare credibili.