Selena Gomez: My Mind & Me, la recensione: quando la musica parla di salute mentale

La recensione di Selena Gomez: My Mind & Me, il documentario di Apple Tv+ diverso dagli altri musicali perché si concentra sulla salute mentale della cantautrice, dal lupus al bipolarismo.

Selena Gomez: My Mind & Me, la recensione: quando la musica parla di salute mentale

C'è una frase tra le tante che colpisce in Selena Gomez: My Mind & Me, il primo documentario sulla cantautrice, attrice, produttrice, imprenditrice e attivista disponibile dal 4 novembre su Apple Tv+: "Anche quando sono sul palco, tra la folla riesco a trovare quell'unica persona che mi odia. E per me a quel punto conta solamente la sua opinione". Un sentimento in cui molti di noi si potranno riconoscere e che avranno magari vissuto negli anni dell'adolescenza come anche da adulti, se non si impara a gestire l'ansia sociale, la depressione e altri sentimenti simili con cui bisogna fare i conti ogni giorno, soprattutto nell'ancora più complicata e stressante vita quotidiana di oggi. La salute mentale, senza troppi peli sulla lingua, attraverso la musica, sarà una tematica essenziale nella recensione di Selena Gomez: My Mind & Me e forse per la prima volta al centro di un documentario musicale. Tema di cui è ancora più importante parlare oggi, se pensiamo a quanto accaduto pochi mesi fa a Shawn Mendes che ha cancellato il proprio tour per prendersi cura della propria salute mentale.

Selena Gomez

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Selena Gomez - My Mind And Me: un'inquadratura

"Vi mostrerò i lati più oscuri della mia vita e della mia anima" promette all'inizio del documentario la voce decisa di Selena Gomez. Fin dalle prime inquadrature, il regista Alek Keshishian (A letto con Madonna) e la produzione (già dietro il doc nominato agli Emmy su Billie Eilish) cerca di scavare il più possibile nella vita personale della giovane cantautrice, che ha iniziato a recitare ed è entrata nello show business a soli 7 anni, per poi non uscirne più. Si parte dal 2016, anno di preparazione del suo tour più complesso e stratificato, My Revival, in cui lei era estremamente magra e le sembrava di non riuscire mai a dare una performance degna di questo nome. La pressione aveva raggiunto un tale livello di ebollizione da farla esplodere interiormente, e da far emergere il lupus, una malattia autoimmune che non sapeva di avere. Una malattia per cui ha dovuto subire un trapianto di rene.

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Selena Gomez - My Mind And Me: un frame del documentario

Una situazione di depressione mentale che l'ha costretta dopo 55 performance a interrompere My Revival prima del tempo per prendersi una pausa (che durerà due anni) e iniziare a curare la propria salute mentale, che troppo spesso ancora oggi viene messa in secondo piano pensando erroneamente sia meno importante di quella esteriore e medica. La fama porta con sé a volte tanta oscurità, e questo doc porta alla luce proprio quel lato di cui si parla fin troppo superficialmente e di cui a volte non si comprendono le ripercussioni su un essere umano (perché le star questo sono, alla fine della giornata).

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Selena Gomez - My Mind And Me: una sequenza

Più che di musica, come dicevamo Selena Gomez: My Mind and Me si distingue dagli altri per parlare di salute mentale attraverso la musica, che non diventa quindi la parte più importante, il focus della macchina da presa. È più interessante per il regista tornare insieme a Selena Gomez nella strada dov'è cresciuta, dalla cugina e migliore amica Priscilla, dalla madre Mandy e dal suo staff. Un viaggio nei ricordi, intervallato dai momenti dietro le quinte insieme all'entourage, con alcuni atteggiamenti che avrebbero poi rivelato la sua condizione: l'essere bipolare e il dover prendere medicine per curarsi. "Se usi questo termine pubblicamente, qualcuno potrebbe non voler più lavorare con te e farti contratti. Ma a quel punto perché dovrei io stessa voler lavorare con queste persone?". Con grande schiettezza Selena si mette davvero a nudo e, per quanto possa sembrare figlio di uno script, il documentario racconta come poche altre volte l'importanza di salvaguardare la propria salute mentale. Pensiamo a quanto possa essere determinante un'operazione del genere per molti spettatori giovani e giovanissimi suoi fan, che vedranno il documentario scoprendo nuovi argomenti oltre la musica. La star e influencer della musica potrebbe trasmettere loro l'importanza di parlare apertamente di questi argomenti e non tenerli sotto il tappeto.

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Selena Gomez - My Mind And Me: una scena del film

La voce fuoricampo di Selena che legge alcune frasi come se uscissero da un diario - non tanto quello privato che tieni nel cassetto del comodino ma quello che ti fanno scrivere in un percorso di riabilitazione - si allinea alle parole che appaiono in sovrimpressione sullo schermo, con alcune suggestive immagini in bianco e nero della cantautrice. Estremamente evocative anche se a tratti potrebbero sembrare un po' fini a se stesse e un puro vezzo stilistico. Potente è anche la canzone creata appositamente per il doc e che gli dà il titolo, insieme a Lose You to Love Me, scritta in 45 minuti (la più veloce di tutta la sua carriera). Il brano voleva raccontare la fine della sua tumultuosa relazione con Justin Bieber (poco nominato nel doc, non era lui il focus) ma in realtà soprattutto voleva parlare del ritrovare e ricostruire se stessi e imparare a volersi bene prima che ad amare qualcun altro, un aspetto centrale nella salute mentale. Canzone con cui avrebbe aperto gli American Music Awards nel 2020, e per cui aveva grande ansia, poiché si trattava di tornare su un palco dopo ben due anni di stop.

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Selena Gomez - My Mind And Me: un'immagine del documentario

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Selena Gomez - My Mind And Me: una scena del documentario

Selena Gomez grazie al proprio percorso, ammesso pubblicamente, si è fatta promotrice della consapevolezza e della difesa della salute mentale, con tanto di fondazione e visita in Kenya, a cui teneva nonostante si stesse lentamente riprendendolo. Viaggio di cui poi dirà nel documentario: "Sono contenta di esserci andata, ma mi è sembrato anche egocentrico come se avessi voluto fare un'esperienza per le telecamere. Non mi sembra di aver fatto davvero abbastanza". Sono frasi come questa che colpiscono e fanno riflettere. La Gomez nel 2020 ha finanziato un programma dedicato all'accesso gratuito alla salute mentale e parlato col Presidente degli Stati Uniti per immetterlo nelle scuole affinché arrivi ai tanti giovani che soffrono di depressione e problemi simili, e che pensano addirittura al suicidio.

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Selena Gomez - My Mind And Me: un momento del documentario

Com'è accaduto anche alla giovane cantautrice, che si è costruita una carriera variegata e negli ultimi due anni, nonostante la pandemia, ha avuto una sorta di rinascita grazie anche al ruolo nella serie Only Murders in the Building. Forse per una questione produttiva (la serie è di HULU, in Italia disponibile su Disney+) questa parte è assente in Selena Gomez: My Mind & Me ma ci sarebbe piaciuto vedere, a completamento del percorso fatto dall'attrice, il ruolo dello show nella sua vita e nel suo percorso di consapevolezza. Tanto che ora è diventata anche simbolo di un corpo formoso e non necessariamente conforme, ma non per questo meno degno, anzi tutto il contrario. Alla fine del doc Selena dice: "Sono un work in progress. E sono abbastanza". Ed è ciò che dovremmo ripeterci tutti noi davanti allo specchio ogni giorno.

Conclusioni

È davvero unico e importante il taglio dato all'ultimo film Apple Original, ci sembra chiaro alla fine della recensione di Selena Gomez: My Mind & Me. Un documentario che parla di salute mentale attraverso la musica, e lo fa in modo delicato e allo stesso tempo crudo, addentrandosi negli affetti e nei ricordi della giovane cantautrice e nel suo percorso di autoconsapevolezza.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • L’aver incentrato il doc sulla salute mentale, e sulla sensibilizzazione che potrebbe portare al giovane pubblico che lo guarderà.
  • L’aver trattato tematiche forti come suicidio e depressione giovanili con delicatezza attraverso la musica della Gomez.
  • I ricordi e pensieri della cantautrice intervallati dalle frasi in sovrimpressione simil-diario su immagini in bianco e nero…

Cosa non va

  • …anche se alcuni vezzi visivi possono sembrare un po’ fini a se stessi.
  • Peccato non aver inserito nel doc anche gli anni relativi a Only Murders in the Building.