L'iconica Statua della Libertà, simbolo di New York e degli Stati Uniti d'America, è in primo piano. Solo che nella mano alzata verso il cielo non stringe la famosa fiaccola, ma un vibratore. È la famosa copertina di California, il terzo album di Gianna Nannini. Il senso del suo personaggio è racchiuso qui: scomoda, irriverente, controcorrente. Sei nell'anima, il film di Cinzia TH Torrini dedicato a Gianna Nannini, disponibile in streaming su Netflix, pur con tutti i suoi difetti (qui la nostra recensione), questo aspetto lo racconta bene. Pensate che, in una scena, quando Gianna (interpretata da Letizia Toni) fa vedere la copertina al padre (Maurizio Lombardi), lui è così ingenuo da pensare che quel vibratore sia un... missile.
Sei nell'anima è questo: la storia di un'artista che, da bambina, quando cantava nel coro, non andava a tempo. Come avrebbe fatto nell'arte e nella vita, anticipando i tempi. Una costante, per qualunque cantante o band, qualunque sia la qualità e il talento che possiede, sempre alla ricerca di una hit. Lo abbiamo visto con i Queen in Bohemian Rhapsody, e anche nella recente serie Thank You, Goodnight: The Bon Jovi Story, lo vediamo ascoltando la musica di oggi. Senza una hit "non sei nessuno". Raccontare Sei nell'anima, allora, vuol dire anche raccontare la storia delle canzoni di Gianna Nannini. Non tutte, non quelle più famose, ma quelle che ascoltiamo nel film, in quella rincorsa che, a un certo punto, culminerà in un brano clamoroso: Fotoromanza.
Fantasia
"Fantasia spazio per sentirmi mia. Fantasia di emozioni e delusioni. Credere poi ricredersi e tutto sommato dopo scegliersi. Sola io sola io intreccio le mie mani. Sola io sola io fiducia nel domani mio". Nel film, Fantasia è la prima canzone che Gianna Nannini ( Letizia Toni) canta, al piano, una volta fuori da casa sua, quando inizia a fare sul serio. Una canzone ancora classica, cantautorale, lontana da quel suono rock che l'avrebbe contraddistinta nella sua carriera. Fantasia è tratta dal primo album dell'artista, Gianna Nannini, del 1976.
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Un giorno disumano
"Ora che te ne vai e mi lasci sempre meno sola. Ora che non ci sei sarà un'altra musica un'altra verità per chi vivrà per chi verrà vedrai vivrà. Ora che te ne vai ho smesso di fumare e non ho più rancore per tutte quelle cose che avrei voluto dire". Sostenuta da una chitarra acustica elettrificata, Un giorno disumano è una ballata rabbiosa, urlata, sentita. In Sei nell'anima arriva in un momento intenso, dolente, quello della morte per overdose dell'amica con cui, nei suoi primi giorni fuori da casa, divideva la stanza. Una delle più belle canzoni di Gianna Nannini, la storia di una liberazione da un amore tossico. Un giorno disumano è tratta dall'album Cuore, del 1998. È un "anacronismo", visto che non appartiene al periodo in cui si svolgono i fatti, come fa invece la maggior parte delle canzoni del film, ma è una scelta riuscita. L'atmosfera che viene a creare, inserita nella storia, è perfetta.
Morta per autoprocurato aborto
"In mezzo al sangue lei per terra vinceva la sua guerra. Senza parlare senza accusare dei suoi tre mesi di dolore di rancore di timore". Morta per autoprocurato aborto è Gianna Nannini prima del rock, delle hit, del successo. È la sua canzone manifesto degli inizi della carriera, quella che secondo lei la rappresenta. Una canzone di denuncia quando l'aborto in Italia non era ancora legale, che la fa diventare simbolo del femminismo e delle sue lotte. È una canzone lenta, dolorosa, piena di disagio. La presenta come biglietto da visita ai primi provini. E la canta al locale di pianobar dove si esibisce facendo delle cover. Contro tutto e tutti decide di cantare questa canzone sua. La esegue, urticante, scomoda: tutti la fischiano, e il titolare la caccia. La ricanta, di nuovo, alla prima audizione con una giovane Mara Maionchi, allora talent scout della Ricordi. E la tocca nell'anima.
America
"Fammi l'amore". Gianna lo dice a Undici (Selene Caramazza), che si chiama così perché l'ha conosciuta l'11 di un certo mese. È la sua prima ragazza, il suo primo amore, forse il suo grande amore. Queste parole ritornano in quello che è il suo primo successo, America. "Gianna, è il rock che spacca. Se la musica è la tua anima, allora combatti con quella".
È una Mara Maionchi aggressiva e lungimirante che sprona Gianna alla svolta rock. Un attimo e siamo in uno studio di registrazione, e partono delle ruvide schitarrate. "E allora accarezzo la mia solitudine" è quel verso evocativo che entrerà nella storia. Come quel ritornello. "Fammi l'amore forte sempre più forte come fosse l'America". Una canzone che parla di sesso, desiderio, autoerotismo e piacere. America è trascinante e catartica: energia pura. E arriva al numero 3 dei singoli in Italia.
California
"Siamo noi la California. Siamo noi la libertà. Pugni chiusi nelle tasche. Sangue, fragole, realtà". La traccia America finisce nell'album California, il terzo, quello della svolta, quello della famosa copertina. California invece è la title-track e la traccia numero 2, un altro inno di libertà. Nel film, Gianna Nannini la canta in concerto, in Germania, che è stata la sua terra d'adozione e le ha tributato un grande successo.
Una curiosità: alla scrittura delle canzoni di California ha contribuito Roberto Vecchioni, che non ha voluto essere accreditato. Un'altra: di California ha fatto una cover Mina, per l'album Caterpillar. È proprio nell'occasione dell'uscita di California che nel film arriva la famosa scena in cui Gianna fa vedere la copertina dell'album ai suoi genitori, a tavola durante un pranzo.
Latin Lover
"Sangue caldo profumo da sballo medaglioni sotto la t shirt, Marlon Brando questioni di tango. Mette in vendita il tuo sex-appeal... Mentre tu stai cambiando macchina, stai cambiando motore Latin Lover, Latin Lover". Latin Lover, canzone che dà il titolo al suo album del 1982 (il quinto) è il simbolo di un'altra svolta, di un cambio di suono. Nel film vediamo Gianna Nannini comporre la canzone in Germania, ispirandosi a un uomo, vero o immaginario. È lì per registrare con Conny Plank, il produttore tedesco che le cambierà il suono e la carriera, creandole un sound europeo. Gianna arriva in un paesino di campagna che è quanto di meno rock si possa pensare. E poi Conny Plank dice le parole magiche. La chiave del successo di Gianna Nannini è qui. "Devi trovare il tuo rock. Ogni paese ha il suo rock. Tu sei italiana: gli strumenti di Mauro Pagani sono mediterranei. Lasciati contaminare". "Dobbiamo fare un nuovo kraut med rock sintetico. I brani vanno disintegrati e ricostruiti".
Ragazzo dell'Europa
"Tu che guardi verso di me, hai visto i tori nel sonno e stai lasciando Madrid. Stai nei miei occhi e racconti. Le sirene e gli inganni del tuo sogno che va. Tu ragazzo dell'Europa, tu non perdi mai la strada". In Latin Lover c'è anche questa bellissima canzone, Ragazzo dell'Europa, una delle prime canzoni della Nannini che la mia generazione ricorda. Sei nell'anima ci fa vedere come nasce quella canzone. È ispirata da un ragazzo polacco che "non ritorna a Varsavia per non fare il soldato". Il rock si colora di suoni duri, secchi, elettronici, batterie e sintetizzatori. Il suono di Gianna Nannini è imponente, deciso. Ma non basta. Come scrivevamo all'inizio, non è abbastanza. "Devi diventare più pop.. devi andare da Mike Bongiorno a Pippo Baudo" le dice il suo discografico. "Scrivimi una hit che sfondi in Italia. Una hit, Gianna, o si va tutti a casa". Arrivata al quinto album, Gianna Nannini non è ancora sicura della sua carriera. E quel discografico le porta un registratore mentre è in convalescenza da un incidente. "Sting ha scritto un intero album quando era malato".
Fotoromanza
"Questo amore è una camera a gas. È un palazzo che brucia in città. Questo amore è una lama sottile. È una scena al rallentatore". Quella hit che tutti vogliono sta per arrivare, ma Gianna ancora non lo sa. Ha un crollo psicotico, precipita in uno stato di paranoia. In questi momenti, comincia a prendere corpo il testo di Fotoromanza. Una hit perfetta. È funky, pop, elettronica, tipicamente eighties. È ancora rock. Ma è anche molto italiana come melodia e come concetto: il titolo ammicca a un tipo di racconto sentimentale come il fotoromanzo, con le sue frasi tipiche, ma anche alla romanza, una melodia ad ampio respiro. Il video della canzone fu girato da Michelangelo Antonioni, e Fotoromanza sarebbe stata inclusa nell'album Puzzle (1984). Gianna va finalmente in scena con il look che tutti conosciamo: i capelli corti, per metà neri e per metà biondi, una giacca nera, e sotto quella maglia a righe orizzontali bianche e nere, che sa tanto di new wave. Un cappellino da marinaio in testa e diventa la Gianna iconica che conosciamo. Vincerà il Festivalbar. E da lì Gianna diventerà produttrice seriale di hit: Profumo, I maschi, Bello e impossibile, Radio Baccano, Bomboloni, Hey Bionda, Un'estate italiana (che la grafica del film segnala come Notti magiche, perché in tanti la conoscono così).
Sei nell'anima
"Vado punto e a capo così. Spegnerò le luci e da qui. Sparirai. Pochi attimi. Oltre questa nebbia. Oltre il temporale. C'è una notte lunga e limpida. Finirà". Sei nell'anima si ferma al successo di Fotoromanza. E con un'ellissi enorme arriva alla fine della storia, con la scomparsa del padre che chiude il cerchio. È qui che ascoltiamo Sei nell'anima. E facendo attenzione alle parole, la storia della connessione tra due persone che rimane, forte, anche quando sono distanti, sembra che sia dedicata al padre. Nel film, Sei nell'anima è cantata dalla Gianna impersonata da Letizia Toni, con un look che riprende l'artista matura, tra i vigneti della sua Toscana. E poi sul palco, dove appare la vera Gianna Nannini. Sei nell'anima, del 2006, è inclusa nell'album Grazie (e nella colonna sonora del film Manuale d'Amore): è stato uno dei successi più importanti di Gianna Nannini.
1983
"Sono un fuoco d'artificio, qualche giga di memoria. Un ingranaggio che è impazzito, una nuova traiettoria. La morale della storia è che c'è sempre alternativa. La morte è obbligatoria, ma l'età è facoltativa. 1983, sono nata senza genere. 1983, sono vittima e carnefice, Sono luce e poi le tenebre". I titoli di coda sono il momento per due brani di oggi, del nuovo album di Gianna Nannini, Sei nel l'anima (scritto proprio così). I titoli di coda hanno una grafica e dei colori punk, bianco nero azzurro e rosa shocking. Sullo schermo scorrono le foto della giovane Gianna Nannini e ascoltiamo questa canzone, 1983, aggressiva e punk, che sembra uscita da quegli anni. 1983 è l'anno in cui Gianna Nannini sostiene di essere nata. "Nel 1983 sono morta e poi nata di nuovo, e oggi quindi ho 41 anni" ha dichiarato la cantante. Nel film c'è un passaggio molto forte che racconta questo concetto, legato a quella crisi di cui parlavamo qui sopra.
Silenzio
"Quello che non ho. È amarti un po'. È un bacio nel silenzio. Quello che non so. È mandarti via, Sei qui nel mio silenzio". Sui titoli di coda arriva anche Silenzio, una delle nuove canzoni di Gianna Nannini, uscita all'inizio di quest'anno. È una canzone che parla del guardarsi dentro dopo la fine di una relazione, ed è perfetta per chiudere questa storia. È una canzone che si apre con il suono di un pianoforte e che cresce fino a un ritornello potente. È la canzone che ci dice che Gianna Nannini è tornata. Gianna è nell'anima.