Vi ricordate Il ragazzo di campagna Renato Pozzetto con tanto di valigia e sguardo ingenuo? Attraverso di lui, creatura troppo pura per la vita cittadina, comincia la diatriba, almeno sul grande schermo, tra piccolo centro e metropoli. Con la fine degli anni novanta, però, la città comincia a perdere il suo fascino identificandosi sempre più come la causa di stress e crolli emotivi. A questo punto, per riprendere il controllo di se stessi c'è un'unica via, ossia quella che riporta alla campagna e ai valori concreti della terra. Il cinema, però, non può semplificare tutto in questo modo e prova a rendere più complessa la discussione mettendosi al centro di una diatriba ancora più atavica, almeno sul suolo italico; quella tra nord e sud.
A far tornare prepotentemente di moda l'incontro/scontro culturale tra queste due realtà sono film come Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, entrambi firmati da Luca Miniero e ispirate ad un prodotto francese. Adesso, provate a mettere insieme tutti questi elementi, aggiungete due protagonisti avvenenti destinati a sicura relazione e affiancateli da un gruppo di amici e concittadini a loro modo originali. In questo modo si ottiene Sei mai stata sulla luna?, la nuova commedia romantica di Paolo Genovese in cui nord e sud, campagnoli e cittadini danno vita ad una favola a tratti troppo ingenua per l'era moderna, ma che riesce a farsi perdonare i passi falsi grazie a dei protagonisti nelle vesti di comprimari indimenticabili.
I rudi uomini del Sud... o forse no
Da un punto di vista cinematografico la donna ha rappresentato spesso l'elemento sconvolgente e improvviso all'interno della vita di un uomo. Anche in questo caso non c'è eccezione, anche se l'arrivo della bionda e modaiola Guia riesce a sovvertire le regole emotive di un intero paesino della Puglia. Così, nella quotidianità monotona di un piccolo centro in cui la vita è scandita dalla guerra poco convinta tra due baristi attigui, la modernità si presenta con il suo profilo migliore portando con se una strana eccitazione per il futuro. Ad essere contagiati da questa vitalità dai risvolti amorosi sono Delfo, interpretato da Sergio Rubini, e Felice, con il volto di Emilio Solfrizzi, che, dopo aver smesso di combattersi a colpi di Crodino e Tequila Bum Bum, rimangono affascinati dalla raffinata Carola, anche lei creatura del Nord, e dall'impacciata Mara sempre in attesa del principe azzurro. Ad osservarli dalla sua posizione privilegiata di anima ingenua poi c'è Pino, di cui Neri Marcoré disegna la dolcezza e la visione infantile attraverso cui quest'uomo bambino sente ed immagina più di chiunque altro. Tutto questo accade mentre Renzo e Guia, ossia Raoul Bova e Liz Solari, danno vita ad uno scontro forse un po' scontato dei sessi in cui la cultura e l'ambiente di provenienza ha il suo peso. Insomma, nonostante dei dialoghi forse un po' troppo zuccherosi e prevedibili volti all'espressione dei buoni sentimenti italici, questa favola si concede un guizzo di modernità utilizzando l'elemento femminile per "arricchire" la discussione tra città e campagna.
Le razionali donne del nord... ma non solo
Fatta eccezione per Mara, pugliese doc eternamente alla ricerca del vero amore interpretata da Sabrina Impacciatore, le altre due protagoniste femminili, Liz Solari e Giulia Michelini, portano sul grande schermo due donne decisamente in carriera che, pur cedendo alle debolezze dell'amore, non rinunciano a loro stesse imponendo il diritto a costruire la felicità desiderata nonostante tutto. Perché per le donne del ventunesimo secolo è possibile avere tutto, perfino un punto d'incontro tra città e campagna, una zona franca in cui raggiungere un amore contadino che nutre la loro parte più romantica. Pura illusione e utopia? Ovviamente, ma siamo al cinema e tutto è possibile. Anche coltivare insalata e cavoli sul tetto di un barcone ormeggiato lungo la Senna.
Movieplayer.it
3.0/5