Recensione The Reader - A voce alta (2008)

Una donna enigmatica e sfuggente - fragile, ma non pavida, sola, ma non arida, pietosa, ma non patetica, colpevole, ma non spezzata - è il cuore di The Reader, e la rivelazione sul suo passato è un duro colpo per il giovane eroe del film, oltre che, su scala più ampia, il trauma che ha colpito diverse generazioni del popolo tedesco.

Segreti tra le righe

Una Berlino ancora claudicante e ferita, all'inizio della sua lunga rinascita postbellica, è teatro, nel 1958, di un curioso incontro: Michael Berg, un quindicenne di buona famiglia alle prese con un brutto virus influenzale, viene soccorso in strada e accompagnato a casa da una donna dai modi bruschi ma dalla bellezza luminosa. Intrigato, il ragazzo la cercherà per ringraziarla, e lei, senza troppe cerimonie, non esiterà a fare di lui il suo amante. La loro relazione, bizzarra e tumultuosa eppure tenerissima, è punteggiata dalla letture: Hanna infatti induce Michael a leggere per lei durante i loro incontri i romanzi e le poesie con cui entra in contatto durante i suoi corsi di letteratura. Ma un giorno Hanna scompare, senza lasciare un saluto, un messaggio, una riga di spiegazione; Michael la ritroverà inaspettatamente molti anni dopo, quando, da studente in legge, seguirà in prima persona un processo contro un gruppo di guardie SS considerate responsabili della morte di centinaia di prigioniere ebree.

Una donna enigmatica e sfuggente - fragile, ma non pavida, sola, ma non arida, pietosa, ma non patetica, colpevole, ma non spezzata - è il cuore di The Reader di Stephen Daldry, e la rivelazione sul suo passato è un duro colpo per il giovane eroe del film, oltre che, su scala più ampia, il trauma che ha colpito diverse generazioni del popolo tedesco, costrette a fare i conti con una responsabiità insostenibile, e con una colpa indicibile, eredità degli orrori dell'Olocausto. Il film di Daldry affronta questa colpa senza tergiversare, ma anche senza facili sentimentalismi: e il coraggio di accogliere una prospettiva inconsueta verso questo inesausto argomento è senza dubbio uno dei pregi della pellicola. The Reader soffre purtroppo di qualche problema strutturale: l'adattamento filmico del narrato in prima persona di Bernhard Schlink non è perfettamente riuscito, e l'accavallarsi dei piani temporali è gestito in maniera spesso maldestra. C'è da dire che il materiale di partenza era complesso, e che Daldry e il suo sceneggiatore David Hare avevano un compito non facile.

Un altro problema di The Reader sono gli evidenti limiti del reparto make up, che ha la delicata mansione di evidenziare il passaggio del tempo sui volti dei protagonisti. Ma i risultati sono spesso tanto grotteschi da causare un fastidioso senso di spesamento in scene ad alto tasso di coinvolgimento emotivo (ancora più devastante l'impatto di una scelta di casting che coinvolge Lena Olin e che è del tutto incongrua con quelle precedentemente operate nel corso del film).

Ma il film di Daldry ha altre frecce al suo arco: oltre all'approccio coraggioso, c'è una storia d'amore emozionante che vive dei corpi, dei volti e delle voci di attori eccellenti, in primis (c'è bisogno di dirlo?) Kate Winslet, autrice di una performance equilibrata e di grande impegno, indubbiamente meritevole dell'attenzione dell'Academy of Motion Picture Arts and Science, anche se non quanto quella, assolutamente straordinaria, in Revolutionary Road. In generale, non deve sorprendere l'inclusione di The Reader nel lotto dei film candidati all'Oscar per il miglior film: struttura, temi e confezione sono precisamente quelli che hanno dimostrato in più e più occasioni di incontrare il favore del gruppo. Sembrerebbe anzi proprio The Reader, paradossalmente, l'avversario più agguerrito dell'imprendibile The Millionaire.

Movieplayer.it

3.0/5