Secret Obsession, la recensione: quando il brivido su Netflix si tinge di ridicolo

La nostra recensione di Secret Obsession, un thriller fiacco disponibile su Netflix.

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Secret Obsession: una scena del film con Brenda Song

Pane al pane: questa recensione di Secret Obsession è nata principalmente a causa delle molte reazioni negative, anche piuttosto divertenti, che hanno inondato Twitter dopo l'arrivo del film su Netflix (qui potete leggerne alcune). Tra frecciatine nei confronti dei buchi di sceneggiatura e battute ironiche su ciò che le spettatrici avrebbero fatto al posto della protagonista, una certa curiosità ci ha spinto a dare un'occhiata a questo nuovo film prodotto e distribuito dal gigante dello streaming, un thriller che, a livello puramente tematico, è molto attuale in tempi di #MeToo e riflessioni sulla mascolinità tossica. Peccato che ciò sia anche l'unico elemento minimamente interessante di un film la cui visione, per il sottoscritto, ha raggiunto l'apice nel momento in cui persino l'app di Netflix sembrava voler gettare la spugna, dandosi a un po' di sano buffering nel bel mezzo di un momento "drammatico".

Tra la moglie e il marito, non mettere il quesito

Al centro della trama di Secret Obsession c'è Jennifer Williams (Brenda Song), una donna che all'inizio del film è in fuga da un misterioso assalitore. Sotto la pioggia, viene investita da una macchina, e si sveglia un po' di tempo dopo in ospedale, affetta da amnesia. Al suo fianco c'è il marito Russell (Mike Vogel), il quale cerca di aiutarla ad abituarsi a una nuova vita priva di ricordi. La riporta a casa, dove tutto sembra ricordare i momenti felici che hanno passato insieme. C'è però qualcosa di inquietante nei comportamenti eccessivamente protettivi di Russell, il quale non vuole che Jennifer esca di casa. A sospettare qualcosa c'è anche il poliziotto Frank Page (Dennis Haysbert), tormentato da demoni personali - non è mai riuscito a trovare il rapitore di sua figlia - e quindi determinato a indagare sull'incidente quando si rende conto che qualcosa non quadra.

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Before I Go to Sleep: Nicole Kidman e Colin Firth passeggiano per la città di notte
Before I Go to Sleep: Nicole Kidman e Colin Firth passeggiano per la città di notte

Se la sinossi di cui sopra suona familiare, molto probabilmente avete visto il thriller Before I Go To Sleep, diretto da Rowan Joffe e interpretato da Nicole Kidman e Colin Firth. Qui, al netto di sottotrame leggermente divergenti (al posto dello psichiatra c'è il poliziotto) siamo alle prese con una sorta di remake non dichiarato, in versione televisiva (nel senso peggiore del termine). Anche senza riconoscere la struttura narrativa (e prescindendo dal titolo che spiattella a chiare lettere dove andrà a parare il mistero), la regia di Peter Sullivan è talmente elementare e piatta da soffocare ogni frammento di suspense già nei primi minuti, trasformando il meccanismo thriller in una lunga, agonizzante attesa di un finale tristemente telefonato, con in mezzo lunghi tempi morti che rendono fin troppo facile l'attività mentale praticata dagli utenti di Twitter, ossia accorgersi di tutti i modi in cui la costruzione drammaturgica fa acqua da tutte le parti, e non solo nella sequenza d'apertura intrisa di pioggia.

Tensione da algoritmo

A conti fatti, sembra davvero di aver visto un film costruito col misurino, anzi con l'algoritmo: un prodotto calibrato (male) al millimetro, apposta per soddisfare l'utente medio di Netflix che forse si lascia abbindolare dal cast piuttosto streaming-friendly (in particolare Vogel, visto in Under the Dome, e Haysbert, mai dimenticato Presidente Palmer in 24) e dalla promessa di un thriller che non richiede particolare impegno per farsi seguire.

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Secret Obsession: Brenda Song e Mike Vogel in una scena del film

E seguendo la logica del "no such thing as bad publicity", è probabile che la società californiana sia contenta delle reazioni negative, poiché aumentano la consapevolezza dell'esistenza del film e spingono i più curiosi/masochisti a dare un'occhiata per accertarsi che sia veramente un prodotto maldestro e ridicolo, alimentando il contatore delle visualizzazioni (e qui ci cospargiamo il capo di cenere, avendo contribuito anche noi, seppure per scopi teoricamente professionali). E da quel punto di vista non possiamo che dire "Chapeau". Poi però non ci si deve stupire se, esclusi i titoli più prestigiosi, la nozione di "film di Netflix" ha connotazioni generalmente poco positive.

Conclusioni

Giunti al termine della nostra recensione di Secret Obsession, l'impressione è quella di aver visto non un film, bensì un prodotto davvero studiato a tavolino, ma con risultati al limite del disastroso. I tre attori principali si impegnano il più possibile, ma è difficile pensare che un appassionato di thriller sia interessato alla visione di questo lungometraggio, salvo forse per avere un rumore in sottofondo mentre fa cose più importanti.

Movieplayer.it
1.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Dennis Haysbert ha tutto il carisma intatto.
  • Brenda Song e Mike Vogel cercano di fare del loro meglio.

Cosa non va

  • La tensione e la logica vanno in pausa praticamente subito.
  • I tempi morti abbondano.
  • Chi ha una certa dimestichezza col genere può indovinare l'intera trama dopo cinque minuti.