Lo ha definito il film jolly, quello che voleva fare da tanto tempo, forse il suo titolo più personale. Così Fausto Brizzi ha salutato l'uscita in sala dal 17 ottobre di Se mi vuoi bene, scritto insieme a Herbert Simone Paragnani, Mauro Uzzeo e Martino Coli. È l'adattamento del suo omonimo romanzo di quattro anni fa, una storia di seconde possibilità e di rinascita. Protagonista e promoter del film - "si è autocandidato dopo aver letto il libro", ha rivelato il regista - è Claudio Bisio che interpreta Diego, avvocato di successo, depresso cronico con una ex moglie perennemente arrabbiata con lui, una figlia workaholic, una madre gattara, un fratello "artista incompreso" e una galleria di amici sui generis.
Come spieghiamo anche nella nostra recensione di Se mi vuoi bene, dopo un maldestro tentativo di suicidio e dopo l'incontro fortuito con Massimiliano, proprietario di un negozio delle chiacchiere che non vende nulla se non appunto conversazioni, Diego capirà che l'unico modo per sistemare le cose è rendere felici i suoi cari. Se non fosse che le sue opere di bene si trasformeranno presto in un grosso pasticcio. In questa intervista regista e cast raccontano come è andata.
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Dal libro al film e il riferimento a Ex
Se mi vuoi bene è arrivato in un momento particolare per Fausto Brizzi, "un anno in cui l'amicizia è stata molto importante. È attinente alla mia vita, come la maggior parte dei miei film tutti un po' autobiografici. Ho voluto mettere in scena un film sentimentale con risate, genere poco praticato in Italia, e che io avevo frequentato un paio di volte, di cui forse la più riuscita è stata 'Ex'", titolo che con la sua alternanza di toni amari e leggeri, è stato il punto di riferimento per la trasposizione del romanzo sullo schermo.
Un'operazione non facile, che ha costretto il Brizzi autore a sacrificare molto della storia su carta: "Abbiamo dovuto cancellare diversi personaggi e divagazioni, perché il libro non era stato scritto pensando al cinema. Come autore mi sarebbe piaciuto invece tenerli. Ho buttato praticamente la prima metà del romanzo, quella che racconta la backstory di Diego che lo aveva portato al suicidio fallito". Sull'aspetto autobiografico ha aggiunto: "Ho scritto la storia quattro anni fa negli stessi giorni in cui nasceva mia figlia e moriva mio padre, un evento che ha cambiato il mio rapporto con le cose importanti della vita. Ho cercato di riportare tutto questo sullo schermo".
Un cast affiatato
E visto che secondo Brizzi lo schermo restituisce l'umore dell'autore e delle persone sul set, ha deciso di affidarsi a un cast di attori "che fossero amici nella vita o miei amici. Molti di loro venivano da Ex", come Flavio Insinna, Gian Marco Tognazzi e Claudio Bisio, che si è innamorato del personaggio da subito. "Me lo immaginavo già al cinema mentre leggevo il libro ad alta voce, come faccio spesso. Mi piace quel sentiero tortuoso della risata e della commozione insieme, una strada pericolosa ma affascinante che cerco di seguire anche a teatro. Riuscire a far ridere e commuovere è il mio mood da un po' di anni", ha raccontato l'attore.
Nel film il suo personaggio Diego cercherà disperatamente di passare del tempo con sua figlia, troppo presa dal lavoro: "Mi ricorda quello che ho realmente fatto con mia figlia, che studia e vive a Amsterdam da un po' di anni; mi sono preso un weekend libero e sono andato a trovarla senza dirle nulla, è stato il giorno più bello mia vita".
A Sergio Rubini spetta invece il ruolo più malinconico, quello del proprietario del negozio delle chiacchiere, il luogo più originale di Se mi vuoi bene: "Mi piacciono i suoi film, hanno grazia, nella commedia di Brizzi entra tutto, c'è il coraggio di dare un'indicazione e un messaggio senza retorica. Ho amato il mio personaggio, Massimiliano, perché è molto diverso da me: io sono nevrotico e insicuro, non ho il suo equilibrio e non sono in grado di dare consigli a nessuno. Come attore credo che quelli che non ci assomigliano per niente, siano i personaggi che ci riescono meglio". Una riduzione teatrale? Per il momento resta difficile, ha fatto sapere Brizzi, "perché c'è una coralità molto estesa". "Ma se Claudio dovesse accettare, a cascata accetterebbero tutti!", ha concluso.