Lakewood. Una (fittizia) cittadina americana come tante, fatta di vialetti residenziali, caffetterie di fiducia ed esistenze serene, se non fosse per quel soprannome, "Murderville", che rende il quadro generale decisamente più complesso ed inquietante. La comunità di Lakewood, infatti, è ciclicamente costretta ad affrontare il terrore e la scia di sangue che, dalla mattanza al ballo della scuola di metà anni '80 ad opera di Brandon James, studente bullizzato per il suo volto deforme trasformato in killer vendicativo, arriva fino ai suoi copycat e alla giovane liceale Emma Duval (Willa Fitzgerald), sfortunato obiettivo delle loro mire omicida e collegata, suo malgrado, all'assassino con la maschera.
Se la prima stagione si era conclusa con l'uccisone della giornalista novella Ghostface, Piper Shaw (Amelia Rose Blaire), figlia segreta di Brandon e della madre di Emma, lasciando dietro di sé cadaveri e traumi, non si può certo dire che questo secondo capitolo non l'abbia ugualmente vista presente nella doppia veste di fantasma persecutore degli incubi della final girl e di protagonista del disegno vendicativo del nuovo killer di Lakewood. Fin dalla prima puntata, I Konw What You Did Last Summer, la seconda stagione di Scream, infatti, è stata incentrata sul tentativo di scoprire l'identità del nuovo assassino che, a soli tre mesi dalla morte di Piper - quando Emma rientra in città dopo un periodo passato lontano per curare il suo disturbo da stress post-traumatico -, ha dato il via alla sua scaletta omicida.
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"The big finale"
Una seconda stagione nella quale l'iniziale fragilità emotiva di Emma è stata fondamentale nell'evolversi della vicenda, facendola passare da vittima a presunta Ghostface, giocando a favore del vero killer e permettendogli una libertà d'azione maggiore. Un modus operandi psicologicamente più incisivo rispetto a quello della sorellastra di Emma e basato sul ricatto e le provocazioni. Vittima prediletta di questo schema Audrey (Bex Taylor-Klaus), rea di aver ucciso Piper e pedina fondamentale del gioco perverso del nuovo Ghostface fin dal primo episodio. La ragazza, in colpa per aver portato a Lakewood la giornalista con l'intento di realizzare un documentario su Brandon James senza conoscere le sue reali intenzioni, nella prima parte della stagione, è infatti costretta ad eseguire le volontà del killer per non far conoscere ad Emma e agli altri il suo ruolo involontario nella serie di omicidi realizzati dalla reporter. Ma quello che inizialmente ha rischiato di compromettere la sua amicizia con il gruppo si tramuta, ai danni del killer, in un rapporto ancora più stretto e complice.
Ne è esempio proprio l'episodio finale della stagione 2 diretto da Patrick Lussier e scritto da Eoghan O'Donnell, When a Stranger Calls (in italiano Chiamata da uno sconosciuto), omaggio all'horror diretto da Fred Walton nel 1979 (ogni episodio è intitolato citando un classico del genere, da Psycho a The Orphanage), nel quale Audrey è protagonista insieme ad Emma, l'amica ritrovata, in una fuga dalla polizia che le ritiene responsabili dell'uccisione del sindaco Quinn Maddox (Bryan Batt) conclusa con l'arresto del nuovo killer tra le mura abbandonate della Casa Famiglia Sorelle Benedette dove era cresciuta Piper. Se Revelations, episodio finale della prima stagione di Scream, era terminato con la morte dell'assassino, qui, sebbene gli showrunner Michael Ganse Richard Register abbiano omaggiato il primo capitolo della saga cinematografica ideata da Wes Craven e Kevin Williamson, Emma, a differenza di Sidney Prescott, non uccide il nuovo Ghostface, costringendolo al carcere. Una precisa scelta narrativa in previsione di un'ipotetica terza stagione anticipata dalla telefonata all'assassino in galera da parte del presunto Brandon James (MTV ha già ufficializzato la messa in onda di due episodi speciali ad ottobre).
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"Face the Mask"
Questo secondo capitolo di Scream, continuando a giocare con le citazioni cinematografiche, da Carrie - Lo sguardo di Satana a Buried - Sepolto, e gli omaggi alla saga dalla quale prende vita, sebbene sia riservato principalmente al target anagrafico del pubblico di MTV, ha dato l'impressione di soffermarsi troppo sui risvolti da teen drama, tralasciando in alcuni passaggi gli elementi più genuinamente horror, sebbene il nuovo Ghostface ci abbia mostrato un profilo maggiormente votato alla tortura, psicologica e fisica. Inoltre, alcune parentesi - su tutte la presenza/scomparsa del padre di Emma, i traffici loschi della madre di Eli (Sean Grandillo), Tina (Karina Logue), con il sindaco Quinn o lo scopo delle registrazioni audio della professoressa Katrin Lang (Austin Highsmith) - avrebbero meritato una maggiore attenzione da parte degli sceneggiatori. Nonostante queste imperfezioni, Scream, continua a godere del suo punto forte, la capacità cioè di unire l'atmosfera slasher dalla quale prende vita declinandola però alla sua variante 2.0 grazie l'uso di podcast, videocamere, Snapchat, Facetime, e-mail e SMS come requisiti imprescindibili della narrazione. Elementi utilizzati sia dal killer, nel morboso intento di riprendere i suoi omicidi o per comunicare con le sue vittime, e dagli ormai ex 6 di Lakewood. Tra vecchie fattorie abbandonate, incubi, cuori di maiale, disegni inquietanti e un'immancabile scia di sangue, non ci resta quindi che aspettare il ritorno di Brandon James a Lakewood.
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3.0/5