Ce ne siamo accorti serata dopo serata, scaletta dopo scaletta. Quella che poteva essere una suggestione da social, quest'anno si rivela un vero e proprio metro di paragone. Paragone ingombrante, certo. Esagerato? Ridondante? Probabilmente. Eppure, Sanremo 2024 conferma l'ipotesi: il Festival della Canzone Italiana è il nostro Super Bowl. E il football americano non c'entra, piuttosto ci riferiamo a quanto l'Ariston sia effettivamente il palcoscenico perfetto per la promozione (non solo canora), confermando Sanremo come il centro della stagione televisiva. Stessa cosa il Super Bowl, che vende a carissimo prezzo lo spazio per gli spot, sia prima che durante che dopo il match. Sì, ci riferiamo al fattore pubblicità, che sia diretta o indiretta, o che sia attraverso gli ospiti o negli intermezzi pubblicitari, che sembrano sensibilmente aumentati rispetto agli scorsi anni.
Sanremo è promozione, ma la tv stessa vive di promozione. Lecito, tuttavia è bene sottolineare l'aspetto, anche nella sua trasversalità e nei suoi scopi, informando il pubblico e pubblicizzando le iniziative. Che poi ci si scorda che Sanremo è diventato un palco per la promozione stessa della musica, che travalica il concorso. La vittoria, per assurdo, è relativa: l'importante è esserci (e soddisfare il Fantasanremo?), perché poi conta conquistare il pubblico, le radio, le etichette discografiche. La vittoria è un riconoscimento enorme, ma sono altrettanto fondamentali le top chart, le classifiche, gli ascolti. Un premio non vale un tormentone, e un tormentone vale molto di più di un premio. Così come è importante esserci promuovendo sé stessi o una fiction, un marchio o una piattaforma streaming.
Il teatro Ariston? Formato Super Bowl!
Come per il Super Bowl, Sanremo 2024 si apre con un format studiato per la pubblicità stessa, ovvero il PrimaFestival (ve ne abbiamo parlato qui), e viene intervallato tra un blocco e l'altro da slot pubblicitari che durano circa sei minuti. Un blocco di diretta dura circa venti, venticinque minuti, ma all'interno della live si susseguono una sequela di spot indotti e indiretti, che siano istituzionali o privati. Una nave allestita come DJ set, un comodo divano, un brand automobilistico, un'azienda di energia elettrica. Una scaletta che si ripete, a cui si aggiungono le reclame istituzionali, come quello, durante la prima sera, legato alle Olimpiadi di Milano e Cortina, quando sono state presentate le simpatiche mascotte, Tina e Milo, dopo un contest nato proprio durante Sanremo 2023.
Sanremo 2024: non si sevizia un John Travolta
Da Netflix alla... Rai: quando Sanremo è il festival delle promozioni
Oltre la diretta, ci sono le pubblicità vere e proprie che riempiono i sei minuti. Qui il gioco si fa agguerrito, e segue uno schema ben definito che abbiamo individuato, puntata dopo puntata. Lo abbiamo individuato perché quotidianamente abbiamo a che fare con la distribuzione in streaming di film e serie tv, e allora ecco che nel mega contenitore di Sanremo si sono intelligentemente inserite le piattaforme digitali: Prime Video che presenta un reel con le uscite, anticipando il Lol Talent Show; Sky lancia la nuova campagna legata a NOW, con tanto di Alessandro Borghese accomodato sul sofà, che anticipa la programmazione calcando il claim "Questo è NOW". Poi, capitolo Netflix, che ha studiato una campagna di promozione ad hoc, anche sui social, rapportando lo stesso universo di Sanremo ai propri prodotti (lo fece già con Bojack Horseman nel 2017), lasciando spazio al Festival con una pubblicità che rimanda "alla prossima settimana". Non solo, Netflix, durante gli spazi pubblicitari ha lanciato i trailer delle sue produzioni più attese, come Supersex con Alessandro Borghi o lo show Nuova scena, incentrata sul rap italiano.
La dimostrazione lampante che il Festival di Sanremo è l'unico evento italiano capace di catalizzare davvero l'attenzione del pubblico, e di conseguenza l'attenzione delle migliori campagne pubblicitarie. Come dire, Sanremo fa comodo a tutti, anche se le reti Rai (o la tv generalista in generale) sono il primo competitor delle stesse piattaforme streaming. Da questo punto di vista, essere all'Ariston è un win-win generale. A proposito di reti Rai: se escludiamo John Travolta (sic!), Russell Crowe e Giovanni Allevi, gli ospiti di questa edizione 2023, alternati sul palco, sono quasi tutti legati ad un progetto in onda sulle reti Rai. Leo Gassmann che canta Tutto il resto è noia per il film di Rai 1 Califano; il cast di Mare fuori, per l'uscita della quarta stagione; Sabrina Ferilli per la nuova serie Gloria; Edoardo Leo che (a notte fonda) accompagna un'altra fiction, Il clandestino; ancora, i protagonisti della miniserie di Mameli - Il ragazzo che sognò l'Italia, su Rai 1 l'11 e il 12 febbraio. Insomma, calendario pieno: perché Sanremo è Sanremo. Il festival della canzone, e il festival della promozione.