Saint Seiya: I Cavalieri dello Zodiaco 2, la recensione, Netflix prosegue il reboot del famosissimo anime

La recensione di Saint Seiya: I Cavalieri dello Zodiaco 2, la seconda parte del reboot targato Netflix cerca di aggiustare il tiro sugli sbagli della prima tranche di episodi ma c'è ancora molta strada da fare...

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I Cavalieri dello Zodiaco - Saint Seiya: una scena della seconda stagione

In questa recensione di Saint Seiya: I Cavalieri dello Zodiaco troverete qualche anticipazione sulla storia della nuova stagione, un male necessario a spiegare le principali differenze tra il reboot di Netflix e la serie animata degli anni '80 con cui sono cresciuti tantissimi italiani. Contro ogni previsione, infatti, Netflix ha deciso di proseguire col progetto di Toei Animation nonostante lo scarso successo di critica e pubblico. La scorsa estate vi abbiamo parlato delle prime sei puntate in toni tutt'altro che positivi, e così ci siamo approcciati a questa seconda tranche di episodi con la speranza che la situazione fosse migliorata.

Arrivano i cavalieri d'argento

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I Cavalieri dello Zodiaco - Saint Seiya: una scena della seconda stagione

La scorsa stagione si era conclusa con Seiya e gli altri in un vulcano in procinto di eruttare dopo la lotta con Nero, il cavaliere della Fenice. Salvato all'ultimo momento da Mur dell'Ariete, Seiya si ritrova separato dagli altri e subito in pericolo: il Santuario ha inviato i cavalieri d'argento ad assassinare Lady Isabel, e tra loro c'è anche Castalia, la sua maestra. I primi quattro episodi della nuova stagione ricalcano abbastanza fedelmente la struttura del manga di Masami Kurumada, escludendo alcuni episodi aggiuntivi dell'anime originale come quelli in cui comparivano Docrates e i cavalieri di Morgana. Lo sceneggiatore Eugene Son ha operato un lavoro di taglia e cuci abbastanza sensato, visto il poco tempo a disposizione, riducendo il numero di avversari che si susseguono nei sei episodi inediti e anticipando alcuni momenti importanti, come la famosa battaglia in cui Sirio il Dragone si acceca per sconfiggere Argor di Perseo.

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I Cavalieri dello Zodiaco - Saint Seiya: una scena della seconda stagione

La mancanza di tempo resta però un problema di un certo peso. La sceneggiatura frettolosa di Son non dà ai personaggi il tempo di crescere e trasforma i dialoghi e le battaglie in continui scambi di battutine e minacce, sebbene i doppiatori facciano del loro meglio per tornare a calarsi nelle parti che hanno distinto l'adattamento italiano di Saint Seiya da quello di tanti altri anime dell'epoca. Come abbiamo detto qualche mese fa, però, le voci storiche di De Palma, Balzarotti, Rosa e Cericola, ai quali si aggiunge qualche vecchia guardia come Giorgio Melazzi, continuano a stonare coi caratteri troppo giovanili di alcuni personaggi, specialmente di un Pegasus troppo auto ironico. Nel giro di quattro puntate soltanto si consuma tutto l'arco narrativo dei cavalieri d'argento, entrano in scena i cavalieri d'oro, Phoenix torna e se ne va, Seiya scopre che sua sorella prima è morta e poi forse è ancora viva, Tisifone si innamora e così via: troppi avvenimenti in poche ore, diluiti in mezzo a tante battaglie.

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Una stagione all'insegna dei ripensamenti

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Avatar 2: un concept-art per il sequel firmato da James Cameron

Saltano subito all'occhio del fan attento i piccoli cambiamenti, potremmo chiamarli retcon, che Eugene Son ha apportato alla sceneggiatura nel tentativo, probabilmente, di riavvicinarsi all'opera originale e magari raccattare qualche consenso in più. Nella nuova storia, il Santuario invia i cavalieri d'argento, e poi Ioria, ad assassinare Lady Isabel perché la reincarnazione di Atena potrebbe essere legata a una profezia sulla fine del mondo, e questo sarebbe il motivo che spinge i suoi stessi cavalieri a volerla morta. Cosa che, ovviamente, non ha senso, visto che i cavalieri di Atena esistono per proteggerla. Nell'originale, infatti, il Gran Sacerdote aveva aizzato i cavalieri del Santuario contro Isabel sostenendo che fosse un'impostora. Nonostante questa differenza eclatante, Isabel convince i suoi nemici delle sue buone intenzioni allo stesso modo, cioè dimostrando il suo potere divino: un gesto che, nel reboot, perde ogni significato.

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I Cavalieri dello Zodiaco - Saint Seiya: una scena della seconda stagione

Ma questo non è l'unico tassello fuori posto nel puzzle. Nella nostra precedente recensione avevamo lamentato il becero trattamento riservato alla struggente storyline di Tisifone che, non indossando la famosa maschera sin dall'inizio, perdeva ogni motivo di instaurare un legame sentimentale con Seiya. Le critiche devono aver convinto Son a ripristinare quella storyline, perché Tisifone si innamora improvvisamente di Seiya dopo averlo visto sfidare la morte per devozione nei confronti della dea Atena. Un pretesto spicciolo e improvvisato che sacrifica una delle migliori romance nella storia dell'animazione nipponica. Come abbiamo detto, insomma, la storia si sviluppa frettolosamente e caoticamente seguendo il canovaccio originale per una manciata di puntate, e poi parte per la tangente facendo tornare in scena Vander Guraad e i suoi cavalieri neri: scopriamo che il mercenario, personaggio inedito creato per il reboot, ha scoperto come imbottigliare letteralmente il Cosmo, così i protagonisti sono costretti ad affrontarlo una volta per tutte sia per frenare le sue ambizioni, sia per proteggere Atena.

Non è proprio tutto da buttare

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I Cavalieri dello Zodiaco: Saint Seiya, una scena dell'anime

Lo scontro con Vander Guraad sembra proprio quello con il boss finale di un videogioco: Son lo apre e chiude nelle ultime due puntate, sospendendo la stagione con un prevedibile cliffhanger quando Atena crolla a terra trafitta dalla freccia che costringerà i cavalieri di bronzo a scalare le Dodici Case dello Zodiaco. Ora che Son sembrerebbe aver messo da parte le sue idee più strampalate, sebbene sia ormai impossibile fare un passo indietro sul cambio di sesso di Andromeda, che guarda caso ha un ruolo assolutamente marginale in tutta la nuova stagione, è possibile che il reboot di Netflix miri a ripercorrere l'opera originale come una specie di bignami. Sulla qualità di questa produzione Toei Animation ci siamo già espressi, tuttavia dobbiamo confermare i problemi riscontrati nella prima tranche di episodi. Le animazioni lasciano ancora a desiderare, soprattutto durante i dialoghi meno accesi, ma qualche volta la rigidità cede il passo a una gesticolazione esagerata e innaturale dei modelli in computer grafica.

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I Cavalieri dello Zodiaco: Saint Seiya, Phoenix, il Cavaliere della Fenice

I combattimenti ci sono sembrati leggermente migliori, se non altro perché c'è stato meno tempo e spazio per gli scontri corpo a corpo in coreografie complesse che rischiavano di tradire il budget ridotto di questa produzione. Non possiamo lamentarci dell'effettistica spettacolare durante i maestosi colpi speciali dei vari personaggi, ma restano un pugno nell'occhio le generiche sferette di energia che i cavalieri continuano a tirarsi gli uni con gli altri. Il reboot di Netflix vive perennemente in bilico tra la buona qualità e la mediocrità assoluta, senza trovare un compromesso ideale neppure nelle musiche, dimenticabili se raffrontate a quelle di Seiji Yokoyama negli anni '80. Rimane invece immutato il nostro rispetto per il character design che riesce a replicare con una certa fedeltà quello del compianto Shingo Araki: le armature che indossano i cavalieri, in particolare, sono molto simili alle originali, svecchiate in modo intelligente e piene di piccoli dettagli molto curati.

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Conclusioni

Questa recensione di Saint Seiya: I Cavalieri dello Zodiaco 2 potrebbe sembrarvi troppo severa, ma in realtà dobbiamo ammettere di aver concluso la visione con un picco di ottimismo. È evidente che Toei Animation sta apportando qualche cambiamento alla visione del reboot per allinearla meglio all'opera originale di Kurumada, anche se questo è costato qualche controsenso di troppo nel corso delle nuove puntate. Purtroppo I Cavalieri dello Zodiaco di Netflix resta una produzione sottotono che non rende minimamente giustizia allo straordinario anime degli anni '80, ma chissà che il futuro non riesca a riservarci qualche sorpresa.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Il design di personaggi e armature.
  • Si sta avvicinando all'opera originale, mettendo da parte le assurde invenzioni del reboot.

Cosa non va

  • La fretta con cui ripercorre la storia senza approfondire i personaggi.
  • I dialoghi senza spessore.