È incredibile come due seconde stagioni arrivate a una settimana di distanza abbiano saputo reinventare se stesse pur giocando con gli stessi elementi e tematiche, ma in modo diverso. Stiamo parlando di Russian Doll e Undone, due gioiellini seriali rispettivamente di Netflix e Prime Video, tornati entrambi dopo tre anni e dopo la pandemia che ci ha colpito. Come ci si reinventa in un secondo ciclo di episodi dopo il grande successo o il successo di nicchia del ciclo inaugurale? Proviamo a raccontarvelo in questo confronto tra Russian Doll 2 e Undone 2. L'articolo contiene spoiler.
Russian Doll 2: dal loop al viaggio nel tempo
Era difficile replicare il clamoroso successo che ottenne la prima stagione di Russian Doll e Natasha Lyonne tornando coi nuovi episodi della sua creatura - l'ha creata oltre che interpretata, e dopo l'esordio dietro la macchina da presa a fine prima stagione questa volta l'ha anche diretta per la maggior parte - ha rischiato grosso. Raccontare un nuovo loop temporale - concetto abusato ma mostrato in modo nuovo e avvincente nel primo ciclo di episodi rispetto a classici come Ricomincio da capo - poteva risultare ridondante, allora la Lyonne sceglie di mostrare la propria dinastia familiare attraverso un viaggio nel tempo. Un viaggio sui generis ovviamente, che tra citazioni più o meno dichiarate a Ritorno al Futuro, va ad indagare tre generazioni di donne Vulkovov: Nadia e la propria nascita, la madre Nora (Chloë Sevigny) e le sue fissazioni psicologiche e la nonna Vera Peschauer (Irén Bordán), dura ma provata dal suo viaggio verso gli Stati Uniti al tempo dei nazisti nel mitico treno da cui arrivano le monete d'oro che la figlia sotterra anni dopo.
Questo per ricordare a se stessa e al pubblico che siamo ciò che siamo proprio grazie alla nostra storia familiare, o nonostante essa, ai nostri geni e alle generazioni che ci hanno preceduto e le cui scelte hanno permesso che noi fossimo le persone che siamo oggi. Parallelamente anche il co-protagonista Alan di Charlie Barnett scoprirà di più sulla propria famiglia, ma è su Nadia che Lyonne sceglie di concentrarsi per andare a (ri)scoprire se stessa attraverso le donne della sua vita, compresa l'amica della nonna Delia (Athina Papadimitriu) e una giovane Ruth Brenner (Annie Murphy). Fisiologicamente meno d'impatto a livello narrativo ma visivamente ancora più interessante grazie ad alcune trovate della stessa Lyonne, oltre alla portata emozionale del poter rivivere per un giorno al posto dei propri avi per comprendere meglio le loro scelte e imparare ad accettarle, la stagione risulta una matrioska tutta da scoprire sul passato che è importantissimo da metabolizzare per vivere l'oggi. Il destino in questo caso è qualcosa di ciclico e già scritto, destinato a ripetersi - come le monete d'oro destinate ad essere perdute e poi ritrovate - e quindi ciò che Nadia può fare è solamente abbracciare il proprio vissuto e soprattutto quello delle donne prima di lei per provare a far funzionare il presente.
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Undone 2: dal viaggio nel tempo agli universi paralleli
Ora prendiamo in esame Undone, gioiellino d'animazione al rotoscopio che già per definizione è un prodotto sui generis e un po' di nicchia. La prima stagione aveva stupito per la mescolanza di realismo e fantascienza, che la tecnica utilizzata restituiva allo spettatore, trovandosi a metà tra tangibile e soprannaturale. Arrivati alla seconda stagione, i due creatori che arrivano dall'animazione adulta di BoJack Horseman avrebbero potuto girare sugli stessi canoni, e invece come Russian Doll hanno cambiato strada pur rimanendo nello stesso campo di tematiche. Se la prima stagione si basava tutta sul potere di Alma (Rosa Salazar) di viaggiare nel tempo e quindi andare indietro per scoprire la verità sulla morte del padre (Bob Odenkirk), questa volta giunta nell'universo alternativo in cui il padre è vivo e si è salvato, deve/vuole scoprire la verità sul passato della madre Camila (Constance Marie) e troverà un fratello non conosciuto e abbandonato dalla donna quand'era giovane, che arricchirà e fortificherà la famiglia una volta venuto alla luce. A fare da fil rouge nei nuovi episodi sono infatti le differenti timeline legate ai personaggi, anche alla sorella Becca (Angelique Cabral) e alle sue scelte, come a quelle di Camila che hanno condizionato la vita di tutti. Ogni decisione porta a un bivio e crea nuove diramazioni nella linea temporale ma la scelta più importante e coraggiosa i due autori la fanno alla fine della stagione, quando Alma dopo aver visto questa versione alternativa della realtà sceglie di tornare nella propria. Come a dire che l'importante era conoscere l'alternativa per apprezzare meglio e di più ciò che possedeva già, una caratteristica che non è mai stata propriamente del personaggio, che invece ci era stato presentato come perennemente insoddisfatto, una caratteristica dell'umanità tutta.
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Eredità femminile
Ciò che accomuna il percorso fatto da Russian Doll e Undone nelle rispettive seconde stagioni è lo sguardo maggiormente al femminile della storia: se la prima punta su una storia generazionale di donne, la seconda punta sul punto di vista nuovo non più solo di Alma ma anche di Becca e Camila, coi loro traumi e dolori passati. Il personaggio di Bob Odenkirk rimane centrale ma diviene meno importante ai fini della timeline rispetto alla prima stagione: in fondo Alma ha fatto tanto per riaverlo con sé ma ora con la nuova consapevolezza è disposta a rinunciarvi per fare felici anche la sorella e la madre, con cui è andata meno d'accordo ma perché non aveva tutti gli elementi per comprendere appieno le loro vite e le loro scelte, e ora ne è in possesso. Lo stesso vale per Nadia che ora conosce - anzi ha vissuto in prima persona - i fatti passati per comprendere le scelte fatte dalla madre e dalla nonna, e trovare pace col proprio passato e con se stessa, per tentare di ricostruire il proprio futuro.