Uno schiavo costretto a sopravvivere nel bosco. Un re il cui trono è usurpato. Una vestale che scopre la vendetta. Francesco Di Napoli, Andrea Arcangeli e Marianna Fontana sono i protagonisti di Romulus, serie creata, scritta e in parte diretta da Matteo Rovere (insieme a Enrico Maria Artale e Michele Alhaique), in onda su Sky Atlantic (canale 110 di Sky) e in streaming su Now Tv.
Prodotta da Sky Studios, Cattleya, Groenlandia, ITV Studios, la serie in dieci episodi è ambientata nell'VIII secolo a.C., poco prima della fondazione di Roma. Come in Il primo re, Matteo Rovere ha deciso di far recitare gli attori in protolatino (ma volendo su Sky si può passare anche al doppiaggio in italiano): una sfida importante. Sul set c'era un linguista incaricato proprio di aiutare gli interpreti, come ci ha detto Marianna Fontana, che ha il ruolo di Ilia, sacerdotessa nel tempio di Vesta: "Ho studiato latino al liceo, ma il protolatino è diverso. Non è stato semplice, non è come la versione di latino, anche perché si tratta comunque di emotività: dovevamo trasmettere qualcosa attraverso questa lingua. Ci ha aiutato Danilo Sarappa, il professore di latino sul set: il nostro dialogue coach". Per Andrea Arcangeli, che dà volto a Yemos, invece: "L'approccio è stato come con una qualsiasi lingua: se mi avessero dato da imparare il bulgaro avrei avuto la stessa identica difficoltà. Anzi: il bulgaro di oggi è una lingua viva, che viene parlata. L'ulteriore difficoltà del protolatino è che è una lingua morta: si ipotizza che fosse quella parlata all'epoca, un misto di indoeuropeo. La difficoltà è stata proprio darle una verità, perché non sappiamo come venisse pronunciata questa lingua. Anche del latino non siamo sicuri: abbiamo delle testimonianze scritte ma non sonore. Abbiamo dovuto trovare una linea credibile".
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Romulus nasce da minuziosi studi storici di lingua, costumi, rituali, ma c'è anche una forte componente di intrattenimento, che si distacca dalla storia per entrare più nel regno della leggenda e del mito. I protagonisti Yemons, Ilia e Wiros sembrano quasi dei supereroi, anche a cominciare dal poster, che ricorda quelli degli Avengers. La stessa serie, nata come progetto parallelo al film Il primo re, ambientato negli stessi anni ma raccontato da un punto di vista diverso, ricorda un po' le operazioni della Marvel, che affianca film a serie tv: "La serie è parente del film, ma è una cosa diversa e a sé stante". Ci ha detto Arcangeli, proseguendo: "Se dovessero fare poi degli spin-off di personaggi della serie allora sarebbe un discorso diverso. La locandina di Romulus in effetti è un po' in stile Avengers: sembriamo un po' dei supereroi dell'antica Roma. È bello anche per questo".
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Romulus e l'importanza della fratellanza
Il personaggio di Ilia cambia quando non ha più il conforto e la speranza che le dà la mano di Enitos (Giovanni Buselli), fratello di Yemos, che ogni sera stringe attraverso un muro: l'attrice Marianna Fontana ci ha spiegato come ha affrontato questa trasformazione: "Ho lavorato molto su quella mano: ho costruito il personaggio di Ilia tutto sul contatto, sulle sensazioni e anche sull'immaginazione. Ilia vive nel tempio di Vesta e non ha contatto praticamente con nessuno, soprattutto con Enitos: non lo vede da quando è piccola. Quando quella mano, quell'amore viene a mancare Ilia cambia: c'è un dolore che cresce dentro di lei e la spinge a prendere in mano il suo destino. E lo fa senza che nessuno la aiuti".
Per Wiros invece incontrare Yemos è un momento fondamentale: scopre la fratellanza. Ce ne ha parlato il suo interprete, Francesco Di Napoli: "La fratellanza è una delle cose più importanti, anche oggi. Avere qualcuno che ti sostiene, che ti aiuta, ti sprona, che ti fa trovare il coraggio per affrontare tutte le situazioni è una cosa di cui hanno bisogno tutti. E Wiros ne ha moltissimo bisogno: appena conosce Yemos sa, già dal primo sguardo, che è una persona di cui può fidarsi, a cui forse può voler bene. Una persona che gli tende la mano è può aiutarlo a trovare il suo coraggio nascosto".