Romanzo criminale 20 anni dopo, Michele Placido e Giancarlo De Cataldo: "Una svolta nel cinema italiano"

Il regista e lo scrittore sono stati protagonisti al Bif&st di un incontro con il pubblico per celebrare l'anniversario dell'uscita del film sulla banda della Magliana.

Placido e Accorsi sul set di Romanzo Criminale

"Non mi vergogno a dirlo. Mi hanno fatto un'intervista e mi hanno chiesto degli attori. Non sono riuscito a parlare. Ho guardato le ultime sequenze. Kim, Favino, Accorsi, Germano, Scamarcio. Erano tutti i miei figli". Un Michele Placido visibilmente commosso e con la voce rotta dal pianto è stato protagonista al Bif&st, insieme a Giancarlo De Cataldo, di un incontro per celebrare i vent'anni dall'uscita di Romanzo criminale.

Kim Rossi Stuart in Romanzo Criminale
Kim Rossi Stuart in Romanzo Criminale

Pellicola uscita nel 2005 e ispirata al romanzo pubblicato tre anni prima. Una storia incentrata sulle vicende della banda della Magliana, la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma che, nel corso degli anni strinse legami con Cosa nostra, camorra e 'ndrangheta oltre che con esponenti del mondo della politica e della massoneria, della loggia P2, dell'estrema destra eversiva, dei servizi segreti e del Vaticano.

Un punto di svolta narrativo

Otto David di Donatello e cinque Nastri d'argento per un film che ha fatto scuola. "È stato un punto di svolta, c'è un prima e un dopo. Il film di Michele è stato assolutamente decisivo per questo cambio di paradigma narrativo. Abbiamo dato un punto di svolta che mancava", sottolinea lo scrittore che ricorda la prima visione del film. "Devo tornare indietro di vent'anni a una visione in una saletta privata della Warner Bros. che produceva e distribuiva il film. Quando si sono spente le luci ho cominciato a darmi i pizzicotti, mi dicevo: 'Adesso ti svegli, sei entrato in una dimensione parallela, non sta succedendo veramente'. E, invece, stava accadendo veramente".

Stefano Accorsi in una scena di Romanzo Criminale
Accorsi in Romanzo Criminale

"Ero convinto di aver scritto un romanzo storico, invece mi hanno sempre fatto notare che la forza era nei personaggi. Infatti il più grave errore della mia vita è stato sopprimere il Libanese a pagina 142. Perché - e lo dico cinicamente - avrei potuto tirare una serie di sei romanzi con il Libanese. Ovviamente andava fatto, perché quella morte epica innesca tutta una dinamica", continua lo scrittore.

"Credo che Giancarlo abbia scritto una storia che come la prendevi prendevi era difficile sbagliarla per quanto è ricca di umanità", gli fa eco Placido. "Romanzo criminale è stato un film anche un po' sfortunato. Noi sappiamo di certi meccanismi. Un giorno lo rivedremo, ma oggi no. Oggi sono troppo felice".

La Roma di Romanzo criminale

Placido, Claudio Santamaria, Anna Mouglalis, Pierfrancesco Favino e Kim Rossi Stuart a Berlino 2006 per presentare Romanzo Criminale
Placido, Claudio Santamaria, Anna Mouglalis, Pierfrancesco Favino e Kim Rossi Stuart a Berlino 2006 per presentare Romanzo Criminale

A fare da sfondo alle vicende raccontate in Romanzo criminale c'è la Roma degli anni Settanta che sia Michele Placido che Giancarlo De Cataldo hanno vissuto. "Era una Roma di artisti e criminali che, come spesso accade nelle grandi situazioni di cambiamento quali furono gli anni Settanta, viaggiavano a braccetto", ricorda lo scrittore. "Credo che siamo riusciti a ricostruire questo mondo anche perché nessuno di noi era romano. D'altronde il destino di Roma è quello di essere raccontata dai provinciali fin dall'antica poesia romana. Basti pensare anche a Gadda che era milanese o a Brancati che era siciliano".

"Viene fuori la luce caravaggesca nel film" evidenzia Michele Placido. "Caravaggio aveva sviluppato la sua arte lì, in quei vicoli. Una serie di elementi che hanno fatto sì che il film avesse una ricchezza nascosta che pochi hanno percepito, compresa una parte della critica".

L'adattamento

Tra romanzo e film sono molte le differenze. A partire dalla sequenza di apertura e di chiusura che Michele Placido ha voluto inserire e che donano al film una dimensione ancor più emotiva legata ai personaggi e alle loro storie. "I padri devono lasciare andare i figli a un certo punto", riflette De Cataldo.

Wallpaper di Claudio Santamaria
La Banda

"Michele l'ha portato in una direzione che visionariamente funzionava meglio di come il padre l'aveva raccontato. E allora è bene che vada così", continua lo scrittore. "Il romanzo cominciava in medias res, un po' più simile alla serie. Quando ti arriva una sceneggiatura tratta dal romanzo che hai scritto e collabori alla stesura, chiaramente il tuo apporto è l'apporto del romanzo. Poi arrivano altri a metterci le mani. Se accetti questa ideologia del tradimento virtuoso fino in fondo, allora è anche una scommessa".

"Per dire: non avrei mai preso Kim Rossi Stuart per fare il Freddo. Gliel'ho detto sul set (ride, ndr). Mi disse: 'Spero di non rovinare il suo personaggio'. Gli dissi che da quel momento avrebbe avuto la sua faccia. E poi siamo passati a darci del tu".

Patrizia e la genesi del personaggio

Anna Mouglalis a Berlino 2006 per presentare Romanzo Criminale
Anna Mouglalis a Berlino 2006 per presentare Romanzo Criminale

Romanzo criminale non è solo una storia di uomini e criminalità. Al suo interno un ruolo di primo piano lo ricoprono anche due personaggi femminili: Patrizia (Anna Muglalis) e Roberta (Jasmine Trinca). "La prima versione di Romanzo Criminale che consegnai all'editore nella persona di Severino Cesari, era come Gomorra. Non c'era lo Stato. E lui mi disse: 'Ma scusa non c'era un poliziotto, non c'erano indagini?'"_ ricorda lo scrittore.

"Mi sono interrogato a lungo chiedendomi cosa potessi inserire perché non diventasse un western con i buoni da una parte e i cattivi dall'altra. Una love story fu l'idea. E c'era nelle pieghe della prima versione di Romanzo Criminale una storia vera. Quella della sorella di un boss che gestiva un'attività di prostituzione che si innamora di un carabiniere infiltrato. La donna scopre per caso la sua identità e gli confida di voler cambiare vita. Il carabiniere le risponde che per lui era solo lavoro. Lei, disperata, si ammazza. Mi sono agganciato a questo sottilissimo esile filo e ho creato il personaggio di Patrizia, divisa tra il Dandi e Scialoia. È divisa tra malavita e giustizia. Patrizia è Roma".