"La paura più grande che avevo era quella che un film così sofferto ed importante non trovasse un distributore e finisse ne dimenticatoio". Così Valeria Golino durante la conferenza stampa tenutasi presso lo spazio BNL, dove l'attrice, insieme al regista, ai produttori e parte del cast, ha parlato di Come il Vento, nuovo lavoro di Marco Simon Puccioni, che sarà presentato fuori concorso al Festival di Roma, e che racconta gli ultimi quindici anni di vita di Armida Miserere. Personaggio discusso e controverso, una delle prime donne a dirigere un carcere nello scorso secolo, sempre in prima linea negli istituti più difficili e nella lotta tra Stato e crimine organizzato. Il film ispirato alla sua vita, si concentra sull'ultima parte della sua vita, agli eventi seguiti alla tragica perdita del compagno Umberto Mormile, educatore impegnato nelle attività di riabilitazione dei carcerati, interpretato da Filippo Timi. Un film importante che fortunatamente invece ha trovato finanziamenti e distribuzione, grazie a MiBac, Rai, varie regioni italiane e il coraggio dei produttori, e sarà nelle sale dal 28 Novembre.
Come ti se avvicinata e in seguito hai lavorato sul personaggio di Armida Miserere, cosa conoscevi della sua storia? Valeria Golino: Non conoscevo Armida prima che Marco me ne parlasse, mi ha contattata e me lo ha fatto conoscere, ho visto le foto che lui voleva vedessi, letto gli articoli e incontrato le persone che lui voleva che incontrassi, quindi quella che vedete è anzitutto la sua Armida, mi sono affidata completamente al suo punto di vista. Armida è una persona talmente complessa e contraddittoria, che ci sono lati, delle zone d'ombra del suo carattere, che non conosceremo mai. In realtà, io Armida, pur non conoscendo la sua storia, l'ho incontrata veramente: un anno prima che morisse, a Sulmona nel carcere che dirigeva, ad un Festival organizzato per i detenuti, dove presentammo Respiro con Emanuele Crialese. Ho una foto con lei, che ho rivisto ora a distanza di anni, dove la abbraccio, le cingo le spalle, lei mi guarda girata verso di me come se ci conoscessimo pur essendo due estranee, e ora mi sembra come se in quella foto io la volessi proteggere e lei mi appare vulnerabile.
Il film rappresenta uno sforzo produttivo importante, con numerose location, avete avuto l'accesso direttamente alla carceri, non deve essere stato semplice.
Marco Simon Puccioni: Il film é stato girato anche con il supporto di quattro regioni italiane (Toscana, Marche, Lazio, Sicilia). Abbiamo girato in molte carceri e il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria ndr) ci ha dato una grossa mano, ci ha aperto tantissime porte. Non è stato effettivamente semplice, anche perché abbiamo sempre cercato di evitare che troupe e detenuti si incontrassero. Abbiamo ritrovato nel nostro percorso molti persone che erano amici o avevano conosciuto Armida: una delle sue guardie del corpo si è commossa quando ha visto Valeria, che aveva i suoi vestiti e anche se non si somigliavano, in quel momento emanava l'essenza del personaggio.
Quanto c'è di vero e quanto di inventato nella storia rispetto alla vita di Armida?
Qualcuno ha detto che si riesce ad essere fedeli solo tradendo..., anche se voi non sarete d'accordo (ride ndr). Sono stati quindici anni molto complessi da raccontare, tanti personaggi, in alcuni casi è stato necessario condensarne tanti in uno solo, come nel caso di Riccardo, il personaggio interpretato da Francesco Scianna, che rappresenta un po' l'insieme di tanti dei suoi colleghi che erano anche amici, le volevano bene ed erano dalla sua parte. Tutte le date, gli spostamenti, gli eventi narrati sono veri e fedeli alla realtà, sopra questi fatti documentati è stata poi necessariamente creata una drammaturgia per raccontare la storia.
Francesco, il tuo personaggio è appunto un po' il bastone, il sostegno al quale spesso Armida si appoggia. Cosa ci puoi dire del tuo approccio? Francesco Scianna: Anzitutto un grande emozione lavorare con Valeria, con la quale c'è stata subito una grande intimità, con anche la fortuna di avere un regista di grande sensibilità. Se c'è una cosa che ha ispirato la mia interpretazione è stata sicuramente una frase di Giovanni Falcone che mi veniva sempre in mente quando cercavo una guida per il mio personaggio, e anche la comprensione delle azioni di Armida stessa: "Se a un magistrato mettono una bomba sotto casa e la bomba non esplode, allora vuol dire che il magistrato ha fatto qualcosa di sbagliato". La bellezza di questi personaggi è che vivono il loro mestiere come una missione e la pagano con la vita, una luce che rimane nel cuore degli spettatori.
Quando esce il film? Andrea Iervolino: Il film esce il 28 Novembre, minimo 50 sale ma non più di 100. Ci rendiamo conto che questo forse non è il momento migliore per il cinema italiano per i film che fanno riflettere anche se belli come questo, ma noi ci crediamo tanto e ci investiamo personalmente con estremo coraggio.
Che tu sia una bravissima attrice lo sapevamo, ma questo personaggio sembra averti ispirato particolarmente. Valeria Golino: Un grande personaggio, così contraddittorio e complesso è sicuramente stimolante, ma la differenza per un attore la fa il suo regista, il modo in cui lo guarda, in cui lo segue. Ho avuto la mia prima esperienza da regista e so che è questo sguardo verso l'attore che fa per lui la differenza: dove sei, come ti muovi, che luce usi... l'interpretazione dipende da se stesso ma molto da tutti gli altri e in primis il regista. Quando hai un bel personaggio, sei ispirato dall'inizio alla fine, sono felice che mi si dica che sono brava, ma la verità è che sei stata messa in condizione di esserlo. Marco ci ha messo due anni a convincermi, io desistevo. Sapevo che era un ruolo che mi avrebbe fatto penare, ma soprattutto avevo paura che non trovassimo un distributore e un film così importante cadesse nel dimenticatoio, di questo avevo più paura. Non è stato così, ed è già un successo.