Non conosco bene le preghiere di Nostro Signore, ma conosco le ballate di Robin Hood
L'origine della leggenda è la frase che completa il titolo italiano della nuova versione cinematografica di Robin Hood, diretta dal regista britannico Otto Bathurst, con la star di Kingsman, Taron Egerton, nei panni del celebre fuorilegge. Sono proprio le origini storiche del principe dei ladri a rimanere tutt'oggi piuttosto controverse. Figura iconica della cultura e del folklore anglosassone, Robin Hood nel corso del ventesimo secolo ha trovato ampio spazio al cinema, in tv e nella letteratura. Mezzi di comunicazione che hanno raccontato le sue gesta nella foresta di Sherwood, insieme al suo gruppo di briganti fuorilegge con i quali cerca di combattere Giovanni Senzaterra, usurpatore del regno del fratello Riccardo Cuor di Leone, lontano da casa in quanto impegnato nelle Crociate. Tutt'oggi è complesso ricostruire in maniera veritiera e dettagliata la storia di Robin, scindere la realtà dalla leggenda. Da ciò che realmente accadde in Inghilterra centinaia d'anni fa intorno alla sua figura, tra il XII e il XIII secolo.
Robin Hood: le origini
Chi era Robin Hood? Un nobile decaduto abile con l'arco e trasformato in fuorilegge che combatteva le ingiustizie dell'autorità a capo di un gruppo di ribelli? O un semplice bandito, nemmeno troppo onorabile, che semplicemente si dilettava a razziare le diligenze dei ricchi. Possibile che le storie medievali su Hood nascano da una persona realmente esistita ma è difficile stabilire con certezza le origini della leggenda. Pare che nemmeno la foresta di Sherwood e Nottingham fossero le reali location della sua città natale e del suo nascondiglio dalla furia di Giovanni e dello sceriffo. Ciò che si può concretamente fare è risalire alle prime informazioni cartacee, datate 1377. Dalle prime testimonianze si percepisce la notevole portata che il nome di Robin Hood aveva già all'epoca. Bisogna aspettare il 1510 per trovare il primo racconto completo sul personaggio, intitolato Le gesta di Robin Hood. I presunti rimandi religiosi e mitologici, la difficoltà nel rintracciare storicamente la sua reale identità - ipotizzando che sia esistito - e il fascino di un profilo che si ribella alla morsa dei potenti per farsi portavoce del popolo, hanno contribuito a tramandare la leggenda fino ai giorni nostri.
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Un supporto rilevante e un'impennata decisiva al consolidamento di Robin Hood nell'immaginario popolare contemporaneo, avviene dai primi anni del '900 in poi, grazie all'avvento del cinema e della tv. Robin Hood è diventato un personaggio talmente popolare che le trasposizioni cinematografiche, dal cinema muto fino ai giorni nostri, non si contano. La prima apparizione è nel film muto del 1908, intitolato Robin Hood and His Merry Men. La più recente, uscita nel 2010, è la poco fortunata versione di Ridley Scott, con i premi Oscar Russell Crowe nel ruolo di Robin Longstride e Cate Blanchett in quelli di Lady Marion. Anche al cinema, come del resto in tutto il periodo della sua leggenda, Robin Hood è stato adattato a piacimento nei film e in tv. Arte che si accoda a secoli di storie raccontate, modificate, plasmate in quasi libertà. Un passaparola che cambia canale comunicativo ma che rimane il percorso preferito dalla leggenda di Robin di Locksley.
In occasione dell'uscita del nuovo film con Taron Egerton protagonista e il premio Oscar Jamie Foxx nel ruolo di Little John - a proposito, qui potete leggere la nostra recensione di Robin Hood - l'origine della leggenda - riscopriamo in questo articolo versioni più interessanti che il cinema ha regalato all'epopea di Robin Hood.
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Robin Hood (1922)
Douglas Fairbanks produce, scrive e interpreta il film per il regista Allan Dwan. Non si tratta del primo lungometraggio sul personaggio ma a questa trasposizione dei primi anni '20 si può idealmente far riferimento per identificare il primo vero connubio fra il cinema e il ladro gentiluomo, che negli anni successivi troverà altre varianti della leggenda da proporre agli spettatori. Il film contiene tutte le caratteristiche della storia più conosciuta: partito Re Riccardo, il principe Giovanni sale al potere. Una sorta di manuale per film d'avventura, dove a colpire sono soprattutto le location e dove spicca il carisma di un divo come Douglas Fairbanks, avvezzo a ruoli eroici, romantici e in difesa dei più deboli, come Zorro e D'Artagnan, quest'ultimo portato sullo schermo in due occasioni, in una delle quali - La maschera di ferro - sempre diretto da Allan Dwan.
La leggenda di Robin Hood (1938)
Una delle migliori trasposizioni cinematografiche delle avventure di Robin Hood è quella che vede protagonista un'altra star della Hollywood dell'epoca, Errol Flynn, naturale erede di Douglas Fairbanks nel ruolo dell'eroe da grande schermo. La leggenda di Robin Hood è noto per la sua produzione travagliata, con il regista Michael Curtiz chiamato al timone del progetto a riprese già iniziate per sostituire William Keighley. Cast pieno zeppo di star, con Olivia de Havilland nel ruolo di Lady Marian, Alan Hale che riprende il personaggio di Little John già ricoperto nel film del 1922, e Basil Rathbone, celebre interprete shakespeariano ancora oggi molto noto per i film di Sherlock Holmes, nel ruolo di Sir Guy di Gisborne. Perfetto esempio di cappa e spada, il film è celebre anche per il duello finale tra Rathbone e Flynn, dove entrambe le star hanno occasione di mettere in mostra la loro abilità nelle sequenze di combattimento.
Robin Hood (1973)
La magia del cinema targato Disney abbraccia anche la leggenda di Robin Hood. Il Classico d'animazione viene completato qualche mese dopo la morte di Walt Disney e si rivela una delle versioni più appassionanti e interessanti. I personaggi sono animali antropomorfi, associati in base ai loro caratteri. Robin è una volpe che vive nella foresta di Sherwood e ruba ai ricchi per dare ai poveri. Insieme all'amico orso Little John, l'idolo di Nottingham sfida il principe Giovanni, un leone senza criniera, e lo spietato sceriffo, un lupo grasso e vanitoso. Non si contano i personaggi entrati nel cuore di piccoli grandi, da Lady Cocca balia di Lady Marian a Sir Biss, il fido serpente consigliere del principe fino alle guardie avvoltoi, Tonto e Crucco. Grazie al mix fra azione, divertimento e un pizzico di romanticismo, il cartone disneyano è uno dei titoli maggiormente apprezzati, non solo fra i Classici della casa di Topolino ma anche fra le diverse trasposizioni che hanno visto il ladro gentiluomo finire sul grande schermo nel secolo scorso. La storia è accompagnata dalle canzoni di un gallo menestrello, a cui Roger Miller presta la voce. Il principe Giovanni è doppiato dal premio Oscar Peter Ustinov.
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Robin e Marian (1976)
Il film di Richard Lester del 1976 è una variazione interessante sul tema e presenta alcune differenze con i capitoli cinematografici precedenti, con al centro la storia d'amore fra Robin e Marian, interpretati da una coppia dal fascino indiscusso come Sean Connery e Audrey Hepburn. La particolarità del film di Lester è che i due protagonisti non sono due giovani innamorati ma due maturi amanti. Inizialmente Robin torna dalle Crociate e scopre che Marian è diventata monaca e devono fare i conti con lo sceriffo di Nottingham. Al netto di qualche calo Robin e Marian rimane una versione meno canonica rispetto al resto delle trasposizioni su grande schermo della leggenda di Robin.
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Robin Hood - Principe dei ladri (1991)
Il film più patinato e ricordato dal pubblico medio internazionale su Robin Hood è senza dubbio l'opera di Kevin Reynolds del 1991, Robin Hood - Principe dei ladri. Kevin Costner è un Robin Hood più action rispetto ai suoi predecessori. Affiancato dall'amico saraceno Azeem (Morgan Freeman), Robin di Locksley torna in Inghilterra dalle Crociate e deve fronteggiare il crudele sceriffo di Nottingham, magnificamente interpretato da Alan Rickman, vero e proprio protagonista del film, con i suoi biechi propositi e la sua tracotante prepotenza. Nonostante l'impianto classico di una produzione hollywoodiana, la cura dei dettagli estetici - in particolare l'ambientazione medievale lugubre e ostile - e della narrazione sono evidenti, così come le sequenze memorabili, su tutte la romantica discesa di Robin e Marian (Mary Elizabeth Mastrantonio) appesi ad una corda nella foresta di Sherwood, sulle note della hit di Bryan Adams, (Everything I Do) I Do It for You. Sean Connery, che fu Robin Hood nel film del 1976, compare nel finale nei panni di Riccardo Cuor di Leone.
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Robin Hood - Un uomo in calzamaglia (1993)
Il film di Kevin Reynolds diventa oggetto di parodia due anni più tardi, quando Mel Brooks decide di tornare alla comicità più semplice, senza le ambizioni disattese di Che vita da cani!, dirigendo un film divertente e nel complesso riuscito. Cary Elwes, che due anni prima aveva rifiutato il ruolo di Kevin Costner nel film di Reynolds, in Robin Hood - Un uomo in calzamaglia interpreta il protagonista, che dalle prigioni della Terra Santa nuota fino all'amata Inghilterra, dove tenta di riconquistare il cuore di Marian (Amy Yasbeck) insieme a Bellosguardo (Mark Blankfield) ed Etcì (Dave Chapelle). Le gag non mancano e la parodia del predecessore è pressoché riuscita, soprattutto grazie alle risate che nascono da un ottimo lavoro di casting anche per i personaggi minori, compreso il celebre sceriffo di Ruttingham.