La prima edizione in assoluto degli Oscar, il premio cinematografico per antonomasia che chiude la cosiddetta Award Season si è tenuta nel 1929. 97 edizioni più tardi, saremo ancora tutti sintonizzati lì, il 2 marzo 2025, per la cerimonia in diretta dallo storico Dolby Theatre di Los Angeles e condotta per la prima volta da Conan O'Brien. Il premio al Miglior Film d'Animazione esiste invece solamente nel 2002, quando vinse Shrek della DreamWorks (non la Disney, incredibile), segnando un prima e un dopo.
Da lì di strada ne è stata fatta, il linguaggio si è evoluto e il riconoscimento è diventato importante tanto quanto le altre categorie, anche perché ci dà un'idea della direzione che sta prendendo l'industria produttiva, oramai sdoganata dal pubblico più infantile. In occasione di questo mese di attesa all'annuncio dei vincitori, andiamo a ripercorrere le categorie principali facendo insieme a voi un utile ripasso sui nominati di volta in volta.
1. Flow
Una vera sorpresa d'animazione (qui la nostra recensione), presentata a Cannes in anteprima e arrivata in sordina da noi anche al cinema, la pellicola mostra un mondo post-apocalittico in cui non sembra ci siano umani rimasti, se non qualche animale. Come il gatto protagonista, il cui punto di vista ci porta in giro insieme ad altri improbabili compagni di viaggio. Flow - Un mondo da salvare è totalmente senza dialoghi, trovando tutta la propria forza nella regia dinamica e consapevole di Gints Zilbalodis, lettone arrivato addirittura in corsa per gli Academy Awards, che ha scelto di utilizzare una tecnica quasi pittorica.
Flow raccontato dal regista Gints Zilbalodis: un nome da tener d'occhio
2. Inside Out 2
Assoluto fenomeno al box office 2024 in Italia come nel mondo, il sequel di Inside Out (qui la recensione) è un titolo su cui, sulla carta, non avremmo scommesso e invece ha saputo sorprenderci. Forse ha proposto un viaggio per la protagonista molto simile a quello del primo film, eppure ha saputo catturare gli spettatori grazie all'evoluzione e crescita di Riley (e noi con lei) e delle nuove emozioni che si manifestano nel suo inconscio, a partire da Ansia, specchio dei nostri tempi. Ma poi diciamocelo: anche solo per la scena dell'attacco di panico, normalizzato e "spiegato" a tutti i bambini del mondo, Inside Out 2 merita di stare in questa categoria.
Inside Out 2: se tutto parte dall'ansia, emozione moderna e contemporanea
3. Memoir of a Snail
Purtroppo inedito in Italia dopo la presentazione ad Annecy, Memoir of a Snail è diretto da Adam Elliot, che già si era distinto per il corto vincitore dell'Oscar Harvie Krumpet nel 2004 e per il lungometraggio Mary and Max nel 2009. Ora vent'anni dopo ci riprova con una storia ancora una volta, come caratteristica peculiare del suo cinema, in parte autobiografica.
4. Wallace & Gromit - Le piume della vendetta
Arrivato direttamente su Netflix in seguito all'accordo della Aardman Animations con il colosso dello streaming, ha confermato l'originalità e la bravura dello studio d'animazione fondato da Peter Lord e David Sproxton, con già due Oscar alle spalle e celebre proprio per il duo titolare e la tecnica della claymation, una stop-motion realizzata con la plastilina. Sequel di Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro (2005) e del corto I pantaloni sbagliati (1993), Wallace & Gromit: Le piume della vendetta (Wallace & Gromit: Vengeance Most Fowl) è una folle avventura animata che mostra tutto il talento e l'ironia dei registi Nick Park e Merlin Crossingham mentre riflettono sull'evoluzione della tecnologia e dell'IA, utilizzando paradossalmente il metodo più artigianale di tutti. Candidatura meritata anche solo per averci regalato uno dei villain migliori di sempre: un pinguino tutt'altro che benevolo, Feathers McGraw.
5. Il Robot Selvaggio
A proposito della DreamWorks che vinse il primissimo Oscar nella categoria, chissà che non si replichi quest'anno con Il Robot Selvaggio (The Wild Robot, qui la recensione), la pellicola di Chris Sanders (già dietro Dragon Trainer e I Croods) che adatta l'omonimo romanzo illustrato da Peter Brown. Ha fatto parlare di sé nel mondo grazie alla commistione tra natura e tecnologia, anche in questo caso in un mondo post-apocalittico abitato soprattutto da animali. Lo fa anche attraverso il linguaggio, utilizzando una tecnica mista che ricorda in parte quella del Gatto con gli Stivali 2 e l'unione di istinto e razionalità, ovvero i due protagonisti: il robot Roz e la volpe Fink, che vogliono prendersi cura del pulcino Beccolustro.