Flow, la recensione: da Cannes un (grande) film che vorremmo vedere agli Oscar

La nostra recensione di Flow: il film d'animazione di Gints Zilbalodis, presentato nella sezione Uncertain Regard, è stata la vera rivelazione del Festival di Cannes 2024.

Il gattino protagonista del film Flow

Un film stupendo, coinvolgente ed emozionante: Flow ci ha letteralmente travolti come una marea, dopo dieci giorni di questa 77ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Cannes. Il lungometraggio animato di Gints Zilbalodis è poesia per gli occhi e, senza nulla togliere al prestigio della sezione Uncertain Regard in cui è stato presentato, siamo veramente stupiti che un simile lavoro non sia stato proposto nella competizione principale. Zibalodis, che è anche co-sceneggiatore e co-autore delle musiche, ci trasporta per 85 minuti in un viaggio epico, durante il quale si rimane incollati allo schermo, per una genuina apprensione rivolta verso i personaggi in difficoltà.

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Il dolcissimo gattino protagonista

Nello scrivere questa recensione ammettiamo quanto sia difficile tenere a bada l'entusiasmo per un'opera che ci trova quasi a conclusione della manifestazione e che ha regalato mementi di puro cinema, oltre a trasmetterci la tanta passione che trasuda dietro ad ogni fotogramma di un così complesso lungometraggio. Approfittiamo anche per lanciare, forse nel vuoto, un appello affinché possa arrivare presto nelle sale italiane, in quanto, ad ora, non ci sono ancora notizie per una possibile acquisizione, augurandoci che da Cannes Flow inizi la sua meritatissima corsa verso i mercati internazionali e, perché no, verso gli Oscar.

Un viaggio epico

In un mondo dove la presenza umana sembra essere ormai un ricordo, un gatto nero che vive nella vecchia casa di un artista si avventura nel bosco in cerca di cibo tentando di scansare i pericoli che quotidianamente trova sulla sua strada. Un giorno, però, succede l'inaspettato: una piena di proporzioni bibliche ricopre la terra ferma. Il micio deve allora cercare di sopravvivere ad una situazione impensabile e per lui incomprensibile, ma quando tutto sembra perduto all'orizzonte appare un'imbarcazione sulla quale riesce a salire poco prima di annegare.

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Un suggestivo frame del film

Sarà questo l'inizio di un viaggio per la sopravvivenza dove incontrerà compagni diversi, così diversi da lui che all'inizio sarà complicato costruire un legame ma che si riveleranno un'importante risorsa in grado di tenere in vita il corpo ma anche l'anima. Vediamo così su schermo un gatto, un cane, un capibara, un serpentario e un lemure che a dispetto delle loro diversità compiono la scelta più rivoluzionaria di tutte: quella di aiutarsi l'uno con l'altro, di prendersi cura a vicenda in un viaggio fatto anche di litigi così come di comprensione reciproca e, sopratutto, di quella cosa che noi chiamiamo umanità ma che, in fin dei conti, forse non è nostra prerogativa

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Un uso intelligente del character design

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I protagonisti del lungometraggio animato

Quella di Zibalodis è una regia che fin da subito appare dinamica e attenta. Il regista, al suo secondo lungometraggio, sceglie una favola post apocalittica per lanciare un messaggio di pace e inclusione in un periodo dove questi messaggi non sembrano più così scontati. Flow non è in alcun modo un film politico ma riesce ugualmente a parlare alle coscienze anche mettendo al centro di tutto un piccolo gatto nero e intraprendente. Nell'essere probabilmente frutto di un budget contenuto quest'opera adotta alcune scelte particolarmente intelligenti e ben ponderate: non potendo costruire dei modelli poligonali estremamente dettagliati opta per un character design particolare e caratteristico, solo all'apparenza piatto.

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Il cane e il serpentario in una scena del film

Un plauso poi per i fondali, spettacolari e dettagliatissimi, così come per l'uso della luce e delle trasparenze che rendono l'acqua elemento centrale della pellicola, simbolo di vita e strumento di morte. Flow risulta così essere un film estremamente significativo, cartina tornasole della salute mondiale dell'animazione, un mezzo sempre più apprezzato e necessario per raccontare con straordinaria libertà e creatività storie di ogni genere.

Conclusioni

Riassumere Flow in poche parole è impresa ardua: il film di Gints Zilbalodis conquista ed emoziona grazie ad una storia coinvolgente e profonda, una vicenda di accettazione e comprensione reciproca. L’ottimo lavoro del regista porta ad un intelligente uso del character design utile a sopperire un budget non altissimo che unito a sfondi dettagliati e ad un uso della luce esemplare fanno di questo film un gioiello in animazione.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • La storia, coinvolgente ed emozionante.
  • Il character design, particolare e intelligente.
  • L’eccellente uso dei fondali e della luce.

Cosa non va

  • Non riusciamo a trovare un difetto significativo, solo che potrebbe scontentare chi non ama le storie senza dialoghi.