Non è la prima volta che sesso e politica si mescolano nella serialità ed ecco che da questo connubio nasce Rivals, il period drama sui generis ambientato negli anni '80 tratto dal secondo libro della saga in dieci romanzi Rutshire Chronicles di Jilly Cooper, caratterizzata da un intreccio narrativo composto da romance, affari loschi, sesso e tanta ironia. La chiave? L'ascesa dal potere e la conquista di esso, che sia finendo a letto con qualcuno più in alto nella scala sociale oppure attraverso qualche machiavellico piano ordito dietro le quinte.
Un setting non casuale
L'ambientazione scelta per la serie Disney+, adattata da Dominic Treadwell-Collins e Laura Wade, non è solo l'Inghilterra del 1986 ma anche lo spietato ed eccessivo mondo della televisione indipendente, mettendo al centro la rivalità tra due uomini potenti: il disinvolto ex campione olimpionico e parlamentare conservatore Rupert Campbell-Black e l'ambizioso direttore di Corinium Television, network tv fittizio all'epoca, Lord Tony Baddingham.
A dare colpo e volto a questi due pezzi da novanta sono David Tennant e Alex Hassell, entrambi carismatici e determinati a farsi una guerra sottile ma senza esclusione di colpi. Una battaglia silente ma allo stesso tempo urlata a squarciagola, proprio come i suoi sguaiati protagonisti - nel cast anche Aidan Turner, Katherine Parkinson, Lisa McGrillis, Emily Atack e Danny Dyer - che sotto la coltre di élite sono molto più grossolani di quanto vorrebbero far trasparire.
Rivals: scontro tra giganti
Campbell-Black è un donnaiolo incallito e un fantino di corse ad ostacoli. Prima di abbandonare la politica, decide di unire le forze con il nuovo vicino di casa, Declan O'Hara, per provare ad annientare il magnate della tv locale Baddingham ma i suoi piani vengono rovinati dalla storia d'amore tra la figlia di Declan e Rupert: questo è solo uno dei tanti esempi dei colpi di scena che attendono gli spettatori, insieme ad un'improbabile triangolo amoroso che si consuma tra i due rivali e la brillante produttrice americana Cameron Cook, che Tony ha assunto per far crollare gli ascolti della concorrenza. Senza dimenticare Declan e la moglie, un'affascinante attrice di nome Maud.
Questo è forse l'aspetto più interessante dello show: il dietro le quinte meta-televisivo che riflette sul rapporto tra tv, politica e società - anche se in modo un po' troppo tecnico - piuttosto che ai troppi personaggi e troppe storyline che li vedono coinvolti e che il pubblico è costretto a seguire con fatica, seppur con avvincente trasporto. In un mondo come quello televisivo in cui tutti mentono, può esistere il vero amore? Questa la domanda che si pone il serial.
(Dis)equilibrio di toni
Dramma, commedia ed erotismo si mescolano in modo non sempre vincente in Rivals, ma che indubbiamente appassiona, con una regia dinamica e una scrittura strabordante proprio come i suoi protagonisti. Non si possono negare il carisma e il fascino di Tennant e Hassell, così come la caratterizzazione sopra le righe di tutti i personaggi, dai costumi alla colonna sonora che spreme gli anni '80, che però a volte cadono pericolosamente nella macchietta, pur volendo instaurare tra le righe una satira sociale sul divario e sul privilegio dell'aristocrazia e borghesia inglese, soprattutto se rapportata all'indipendenza del piccolo schermo come strumento di denuncia.
Conclusioni
Qualcuno potrebbe definire Rivals un guilty pleasure pronto a raccontare gli anni ’80 inglesi sotto un nuovo punto di vista, attraverso la lente d’ingrandimento della tv indipendente. Noi ci sentiamo invece di accostarlo maggiormente ad un ensemble profondamente (forse troppo) sopra le righe che prova a mescolare insieme tanti toni, sottogeneri e personaggi per dare un quadro dell’epoca veritiero ma allo stesso tempo surreale, dalle ambientazioni alle musiche passando per tutti gli aspetti tecnici.
Perché ci piace
- David Tennant e Alex Hassell hanno carisma da vendere.
- La cura tecnica del restituire gli anni '80 della televisione inglese.
- Il gioco delle parti delle coppie e personaggi coinvolti…
Cosa non va
- …forse troppi con troppe trame secondarie da seguire.
- Il rischio che i personaggi diventino macchiettistici.