Ci sono argomenti, personaggi e periodi storici che sembrano un'inesauribile fonte d'ispirazione per il cinema. L'abbiamo da poco visto in occasione della Giornata della Memoria che ha portato nelle nostre sale due film molto diversi, Il labirinto del silenzio e Il figlio di Saul, ma accomunati dal medesimo obiettivo di raccontare, con uno sguardo inedito, degli aspetti precisi della Shoah. Un altro tema sviscerato dalla settima arte è quello dedicato alla figura e alla storia di Gesù e alla sua crocifissione per decisione del prefetto romano Ponzio Pilato. E molte sono le pellicole - da Il Re dei Re del 1927 diretto da Cecil B. DeMille a Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini passando per Jesus Christ Superstar o per film comici come Brian di Nazareth di Terry Jones - ad aver raccontato la storia che ha portato alla nascita del Cristianesimo raccontata nelle Sacre Scritture. Negli ultimi anni poi con La passione di Cristo di Mel Gibson del 2004, con tanto di polemiche e critica divisa sul giudizio del film, abbiamo assistito a quello che sembrava essere il film "definitivo" sul doloroso martirio di Gesù. Ma ecco che Hollywood torna sull'argomento con Risorto, pellicola diretta da Kevin Reynolds, già regista di Montecristo, nelle nostre sale dal prossimo 17 marzo. Quello che differenzia però il film dai precedenti lungometraggi dedicati all'argomento è il punto di vista dal quale la storia ci viene presentata.
Al centro della narrazione troviamo Clavio (Joseph Fiennes), tribuno militare romano al servizio di Ponzio Pilato, dedito a Marte, il Dio della Guerra, e fortemente influenzato dalla vita bellica, fatta di battaglie e razionalità. Suo è il compito di ritrovare il corpo senza vita di Yeshua (il nome ebraico di Gesù), nei giorni seguenti la crocifissione, per far tacere le voci della resurrezione del Messia e scongiurare tumilti a Gerusalemme. Un punto di vita distaccato, non credente, dunque, nei confronti di una vicenda che ha invece gettato le basi per la nascita della religione cattolica. E proprio durante le sue indagini mirate a "smascherare" quelle che riteneva solo menzogne, inizia in lui un un processo di mutamento personale dovuto a ciò di razionalmente inspiegabile che vede con i suoi occhi.
Uno sguardo personale sull'universale
Il vero protagonista della storia, quindi, non è Gesù e la sua resurrezione dopo tre giorni dalla crocifissione, quanto piuttosto i sentimenti che quell'avvenimento del tutto incomprensibile da un punto di vista razionale suscitano in Clavio. "Vedere la Crocifissione, la Resurrezione e l'Ascensione attraverso gli occhi di qualcuno che non crede. Questa è la base su cui regge il film. C'è un elemento della storia, quasi poliziesco, che si allontana dalle Sacre Scritture e che denota una specie di matrimonio tra finzione e storia" racconta Joseph Fiennes alla conferenza stampa romana fissata dopo l'incontro in Vaticano, insieme alla coprotagonista María Botto, con il Papa e del quale racconta: "Il tempo trascorso insieme è stato incredibile. Non ci saremmo mai sognati, alla conclusione del nostro film, di arrivare ad una destinazione del genere. Ovviamente non abbiamo parlato del film. Era il momento, per le tante persone che erano lì, di godersi la presenza di una persona così speciale come Papa Francesco".
Quello di Clavio è il personaggio sul quale tutta la storia regge e prende forma. Un uomo distaccato, senza troppe remore nell'uccidere un suo avversario e ligio al dovere ma che sente anche la fatica che quella vita così brutale comporta a livello psicologico. Un ruolo che ha molto impegnato l'interprete di Shakespeare in Love: "La prima cosa che il mio personaggio mi ha dato sono state vesciche e lividi per colpa dei sandali romani che ho indossato! E poi ovviamente un'importante preparazione fisica fatta di allenamenti e addestramenti con stuntman e maestri di battaglia che conoscono le tecniche usate dagli antichi romani. Da punto di vista spirituale ho fatto un viaggio interiore basato sul concetto di redenzione. La cosa che più di tutte mi è rimasta del messaggio del film è proprio la possibilità di una seconda chance".
Risorto, quindi, con la sua storia di cambiamento interiore, sembra assumere una doppia valenza. Da un lato di riferisce senza dubbio alla resurrezione di Gesù ma dall'altro sembra riassumere perfettamente il sentimento stesso che muove il personaggio di Fiennes che torna nuovamente ad interpretare un film in costume. "Credo che consciamente o inconsciamente sia attratto verso personaggi storici come Martin Lutero che ha portato alla riforma della Chiesa e che ho interpretato qualche anno fa. Queste persone mi parlano perché rappresentano un'integrità dell'uomo, un'evoluzione personale. Sono persone con una fede, capaci di gestire la "tempesta" come io non riesco nel mio intimo. Queste sono le caratteristiche che mi attirano nei personaggi che scelgo di interpretare" ci racconta l'attore che interrogato su quello che potrebbe essere il futuro cinematografico del film replica: "Non abbiamo idea di quello che potrà essere il risultato di questa storia. Si lavora sempre per il pubblico e ci auguriamo che il film possa essere sia illuminante che d'intrattenimento. Il successo potrebbe essere la presenza, nella stessa stanza, di persone che credono nelle Sacre Scritture e persone che non hanno fede".
Un set celestiale
Se Clavio è il protagonista del film è anche vero che il suo percorso di crescita non sarebbe possibile senza la presenza di antagonisti e personaggi capaci di indirizzarlo verso una nuova via. Legando la finzione cinematografica con la storia, oltre la figura del già citato Ponzio Pilato, troviamo ovviamente Gesù (Cliff Curtis, il Travis Manawa di Fear the Walking Dead), i suoi Apostoli e Maria Maddalena, interpretata dall'attrice argentina Maria Botto che ci ha parlato del rapporto con il suo personaggio: "Sono sempre stata affascinata dalla sua figura, fin da quando ero una bambina, e ho letto molto su di lei. Si tratta di un tipo di donna capace di dare se stessa e la propria vita per quello in cui crede e per le persone che ama. E l'ho capita anche per il mio passato. Sono nata in Argentina e siamo dovuti scappare perché mio padre era stato rapito dai militari. Capisco bene cosa significhi quando qualcuno è costretto a scappare per quello in cui crede. Penso spesso che le vittime di ieri saranno gli eroi di domani".
Un set ricco di presenze attoriali dunque, tra le quali figura anche Tom Felton, il perfido Draco Malfoy di Harry Potter, nelle vesti di Lucio, giovane e raccomandato aiutante di Clavio, del quale i due interpreti raccontano con entusiasmo l'esperienza di condivisione del set. "Sono nato cattolico ma nel tempo mi sono allontanato, anche se dopo l'incontro di oggi con il Papa ci devo ragionarci! Ma quando cammino in un basilica o in una piccola chiesa, per quanto vacillante possa essere la mia fede, ne vengo ugualmente coinvolto. Chissà forse è per tutte le persone che sono entrate lì prima di me nel corso del secoli e hanno impregnato quei luoghi di spiritualità. Si tratta di una narrazione, ed è la stessa cosa che la sceneggiatura ha donato al film. Come quando si entra in un tempio e si prova rispetto, anche tutti coloro che hanno preso parte al film, dal cast tecnico agli attori, hanno provato la stessa sensazione" racconta l'attore al quale si riallaccia la Botto che loda il collega: "Parlo per la mia esperienza personale. È stato incredibile, un viaggio bellissimo tra persone bellissime. Joseph è un attore fantastico, sempre concentrato e quando sei sul set è importantissimo".
Impossibile poi non chiedere a Joseph Fiennes, al termine della conferenza, qualche anticipazione su Elizabeth, Michael & Marlon, il corto nel quale interpreterà Michael Jackson e la cui uscita è prevista proprio per quest'anno. "Si tratta di una sceneggiatura commissionata da Sky Arte. Ero scioccato quando mi hanno proposto di interpretarlo. È una commedia satirica di circa venti minuti, quasi uno sketch alla Little Britain o Saturday Night Live. Una storia che può essere vera oppure no. Si concentra a raccontare il tentativo di fuga da New York di Michael Jackson, Liz Taylor e Marlon Brando all'indomani dell'undici settembre. Ho amato come viene raccontata la follia alla quale possono arrivare delle celebrità così iconiche" ha concluso l'attore.