Ride, Valerio Mastandrea: "Le donne sono state determinanti nel mio percorso"

Valerio Mastandrea ci ha parlato di Ride, della scelta di raccontare il dolore fuori dai canoni sociali e delle donne forti che hanno segnato la sua vita.

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Ride: Chiara Martegiani in una scena del film

La cognizione del dolore, per Valerio Mastandrea, passa attraverso la sua esternazione. Esternazione mancata nel cast di Ride, esordio alla regia dell'attore romano presentato in concorso al Torino Film Festival (qui potete leggere la nostra recensione di Ride).
Protagonista di Ride è Chiara Martegiani, compagna di vita di Mastandrea e stavolta anche di set, nel ruolo di Carolina, neovedova alle prese con il funerale del marito e con le acute domande del figlio il quale le chiede costantemente perché lei non abbia pianto di fronte al lutto.

"Ho cominciato a fare l'attore a 21 anni" ci racconta Valerio Mastandrea parlando della sua scelta di passare dall'altro lato dell'obiettivo. "Lentamente ho scoperto perché recitavo, quanto mi servisse, come potevo usare questo mestiere per stare meglio. Alla fine ho deciso di fare questo film, non un altro, questo. Vedo la regia come un'evoluzione dello sguardo e del mezzo, non un fatto di ambizione sfrenata, non mi aspetto chissà che cosa. Mi piace aver raccontato una storia così complessa, che parlasse molto di me, ma anche di tante altre persone".

Una donna capace di reclamare il diritto a stare male

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Ride: Chiara Martegiani in un momento del film

Per il suo primo film, Valerio Mastandrea ha scelto di filtrare la storia attraverso un punto di vista femminile, quello del personaggio di Chiara Martegiani.
La visione dei personaggi femminili che emerge da Ride è quella di figure forti, indipendenti, capaci di sfuggire ai cliché che la società vorrebbe incollar loro addosso. "Senza fare retorica di genere, io credo che le donne siano più forti degli uomini" spiega l'attore. "Ne sono testimone nel mio percorso di vita, rispetto agli uomini per me le donne sono state determinanti. Perciò ho mostrato una donna libera in tutto, capace di ribellarsi ai canoni che la vorrebbero a disperarsi. Lei invece è giovane, arrabbiata, sconvolta e disincantata, reclama il diritto a stare male. Non lo considera automatico. La morte e i rituali per affrontarla serve moltissimo all'uomo per darsi delle risposte, ma Carolina si ribella a tutto. Io ho trovato questo tipo di coraggio nelle donne della mia vita".

Video intervista a Valerio Mastandrea