Il set di Ride non è stato come tutti gli altri: fino a 20 GoPro per riprendere la scena, girata nella sua interezza, da diversi punti di vista. Un'esperienza diversa dal solito sia per il regista Jacopo Rondinelli che dal punto di vista di un attore come Lorenzo Richelmy. Da qui siamo partiti nella nostra conversazione con loro in occasione della presentazione del film prodotto da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro a Roma, incuriositi dalle peculiarità di un progetto che punta a rappresentare un momento di svolta, una porta aperta verso un nuovo modo di fare cinema.
Ride è infatti un film difficile da definire, che segue due appassionati di sport estremi in un gioco/reality i cui presupposti si fanno sempre più cupi e pericolosi, diventando poco per volta, un vero e proprio horror. Una corsa in tutto e per tutto, fatta di montaggio ipercinetico e frenetico, bombardamento sonoro, adrenalina e costruzione pop. Un aspetto visivo che copre diversi livelli di lettura e rendono il lavoro ancora più interessante per chi ha voglia di scavare e ragionare sulla critica alla società contemporanea e alla dipendenza da tecnologia.
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