RFF 2014: Paola Barale e la sua Canciones argentina

La conduttrice e attrice ha presentato al Roma Fiction Fest il pilot di una serie italo-argentina.

Dai suoi inizi come sosia di Madonna per rimpolpare la "paghetta" della madre sono passati alcuni anni e Paola Barale, nel frattempo, ha girato la ruota per Mike Bongiorno fino a frequentare Casa Vianello e diventare la signora della tv italiana con Buona Domenica. Poi, messa da parte anche la visibilità televisiva, la Barale ha iniziato a viaggiare per il mondo con il compagno Raz Degan, rimanendo una icona fashion copiata da molte ragazze.

Oggi, però, dopo un periodo di pausa, torna al piccolo schermo come produttrice e interprete di Canciones, una serie italo-argentina, il cui pilot é stato presentato in esclusiva al Roma Fiction Fest. Scritto e diretto da Francesca Chiappetta, questo progetto è stato girato interamente a Buenos Aires e si avvale d'interpreti locali. Unica italiana, naturalmente, è la Barale. Tutto gira intorno alle avventure tragicomiche di uomini e donne alle prese con i misteri dell'amore e le sue molte sfumature. Perché, tra abbandoni improvvisi, infinite attese al telefono e messaggi male interpretati, si comprende un elemento fondamentale, ossia che l'amore è un lavoro a tempo pieno e non retribuito.

Amiche di produzione

Dopo essersi conosciuti per caso in palestra, Francesca Chiappetta e Paola Barale sono diventate anche delle socie in affari. Ad unirle è stato prima un cortometraggio ed ora il progetto di una lunga serialità, su cui la tv argentina ha già messo gli occhi sopra. Ma cosa ha attratto la Barale vesto questa doppia avventura, visto anche il ruolo di Clarissa, sempre a metà strada tra la disperazione e l'autoironia? "Francesca stava lavorando da molto su questa storia e mi ha proposto il ruolo di Clarissa. Da parte mia ho trovato tutto innovativo, da come è stato scritto alla realizzazione, ed ho accettato con entusiasmo. Poi, vedendo che stava facendo tutto da sola mi sono proposta come partner in produzione. Ed eccoci qua. Quello, però, che più mi attrae del lavoro con Francesca è il suo tentativo di far dimenticare la Barale e portare in superficie altro. Con questo non voglio dire che rifiuto la mia immagine televisiva, che amo e rispetto, però mi elettrizza esplorare qualche cosa di nuovo e vedere dove posso arrivare."

Passione argentina

Paola Barale al RomaFictionFest 2014
Paola Barale al RomaFictionFest 2014

Tutto nasce nel cuore della Big Apple argentina, ossia Buenos Aires. Questo, però, ha obbligato la Barale a confrontarsi con la lingua spagnola e, in particolare, con un dialetto locale impossibile da apprendere in poco tempo. Per aggirare l'ostacolo, dunque, è stato assunto un coach tanto per imparare alla perfezione il copione. "Sarebbe stato impossibile imparare una lingua in poco tempo - continua - così mi sono concentrata sul copione. Anzi, ogni tanto, per sembrare argentina, citavo a memoria delle battute. Così ripassavo e allo stesso tempo non sembravo una turista. Comunque, a breve torneremo per girare altre 12 puntate ed ho intenzione di studiare sul serio lo spagnolo."

C'era una volta la tv

Come abbiamo detto la Barale in passato ha frequentato molto il piccolo schermo, diventando una delle protagoniste più richieste. Da qualche hanno, però, i suoi impegni televisivi sono stati selezionati con grande attenzione, conducendola ad altre scelte personali e professionali. Ma non si è mai pentita di essersi allontanata dal mezzo cui deve molto della sua notorietà? "La televisione mi manca perché la amo molto ma, allo stesso tempo, ho scoperto che nella vita ci sono ben altre cose. Questo vuol dire che se mi vengono proposti dei progetti che mi piacciono li abbraccio con entusiasmo, altrimenti provo a confrontarmi con altre cose. La vita mi ha dato la possibilità di poter scegliere ed io, da piemontese testarda, provo a portare avanti tutti i miei desideri. Certo, se ora sul piatto mi mettessero un programma di nove mesi o sei settimane da passare sul set in Argentina, preferirei ad occhi chiusi la seconda."