Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía?, la recensione: un fatto di cronaca nera che sconvolse il Messico

La recensione di Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía?, il documentario Netflix che racconta un fatto di cronaca nera, l'omicidio di un famoso giornalista, che sconvolse il Messico.

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Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía?: una scena del documentario

In questa recensione di Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía? scopriremo un caso assolutamente sconosciuto qui da noi ma che in patria, in Messico, ebbe una risonanza enorme. Nel 1984 fu ucciso per strada uno dei giornalisti più famosi dell'epoca, conosciuto in tutto il paese per la sua integerrima morale e per la sua incorruttibilità (unita ad una buona dose di coraggio per il suo voler pubblicare qualsiasi notizia, anche quelle più scomode): il suo omicidio e le indagini che ne conseguirono (e che si protrarranno per anni), furono profondamente interconnessi alla storia del Messico, e del giornalismo in particolare, e all'ascesa del narcotraffico. La vicenda che questo documentario di Manuel Alcalá distribuito da Netflix ci racconta copre il passato di un Paese estremamente problematico, trattando fatti di cronaca nera come i massacri degli studenti durante le manifestazioni degli anni Sessanta e Settanta e cercando di mettere in luce il ruolo ricoperto dagli Stati Uniti nell'aumento smisurato di potere dei narcotrafficanti.

Riportare alla luce un evento come la morte di Buendía è necessario per raccontare passato e presente di quel Paese, e infatti si cerca di riassumere in poco meno di due ore la storia politica degli ultimi decenni. Una premessa, prima di iniziare la visione, risulta però necessaria: non si tratta di un prodotto facile, soprattutto per il pubblico nostrano, a cui mancano molte delle coordinate storiche e sociali per districarsi nell'enorme massa di informazioni che vengono radunate sullo schermo. Ci rendiamo conto che si tratta di un lavoro di grande potenza e al contempo estremamente complesso, ma non è facile star dietro ai diversi passaggi che si susseguono velocemente sullo schermo. Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía? fa di tutto per risultare scorrevole e veloce agli occhi dello spettatore, affiancando alle interviste e alle immagini di repertorio anche numerose ricostruzioni, ma comunque per chi non conosce almeno in parte i fatti narrati non può che trattarsi di un esperienza di visione piuttosto ostica.

La storia di un omicidio

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Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía?: una sequenza del documentario

Il grande pregio di Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía? è senza dubbio la ricchezza di informazioni che riesce a radunare e portare sullo schermo, quello che si cerca di dare della vicenda è infatti un ritratto il più completo possibile, che spazia dagli anni di formazione di Manuel Buendía, alla sua carriera fino al giorno dell'omicidio, per poi raccontare il contesto in cui questo è avvenuto, cercando di scoprire quale fosse la verità scomoda di cui l'uomo era venuto a conoscenza e che ne aveva causato la morte. Nell'excursus che ci viene fatto della vicenda arriviamo a parlare di una delle realtà criminali che più affliggono il Messico di oggi, ossia il narcotraffico, con i cui rappresentati lo Stato e le autorità sono spesso conniventi. Uno degli snodi fondamentali di cui si arriva a parlare è quello dell'omicidio di Kiki Camarena, un'agente della DEA che nel 1985 venne rapito, torturato ed ucciso per volontà di uno dei più importanti boss dell'epoca, Miguel Ángel Félix Gallardo (per gli aficionados di queste vicende, si parla di lui in entrambe le stagioni di Narcos: Mexico). L'omicidio di Camarena, che fu il primo di un agente statunitense in territorio messicano, nel documentario di Manuel Alcalá viene messo in relazione a quello di Buendía, che era venuto a conoscenza di informazioni che i boss del narcotraffico (ma anche il governo messicano e statunitense) non volevano assolutamente che venissero alla luce.

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Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía?: un'immagine del documentario

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Un documentario ben fatto ma...

Come dicevamo, lo spunto da cui parte questo documentario, ossia l'importanza della libertà di stampa e di parola, è capace di interessare un pubblico senza dubbio molto ampio. Detto questo, però, è difficile che un evento così radicato nella realtà socio-culturale messicana possa catturare il pubblico nostrano: il racconto di un fatto di cronaca nera, anche se avvenuto dall'altra parte del mondo, può richiamare l'attenzione dello spettatore interessato a questo genere di storie, ma nel caso di Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía? ci si sofferma così tanto sul contesto, sciorinando nomi e fatti, passando da un testimone all'altro, che chi guarda fa fatica a mantenere il ritmo della narrazione e rischia di perdersi. Un documentario, a nostro parere molto ben fatto ma che dubitiamo possa avere successo lontano dal suo paese di origine.

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Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Rete privata: chi ha ucciso Manuel Buendía? sottolineando come si tratti di un documentario molto ben fatto, ricco di testimonianze e di contributi interessanti. Peccato che si soffermi così tanto sul contesto in cui l'omicidio che racconta è avvenuto, sciorinando nomi e fatti così lontani da noi che per lo spettatore nostrano è molto difficile mantenere il ritmo della narrazione e non perdervisi.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Il fatto da cui prende il via viene contestualizzato con molta precisione.
  • Lo spunto da cui parte è molto interessante.
  • Il documentario è ricchissimo di testimonianze e contributi.

Cosa non va

  • Difficile per lo spettatore nostrano non perdersi nell'enorme massa di informazioni che viene fornita.