Gli occhioni sgranati di Craig Roberts ci danno il benvenuto nella serie tv più nostalgica del momento. Red Oaks, show che annovera tra i produttori esecutivi le firme illustri di Steven Soderbergh, del suo braccio destro Gregory Jacobs, di David Gordon Green - che ha diretto i primi due episodi e l'ultimo - e Joe Gangemi, co-sceneggiatore insieme a Jacobs, ha il sapore degli anni '80. La serie è ambientata nell'estate del 1985 nel Red Oaks Country Club, lussuoso ed esclusivo buen retiro per ricchi ebrei, tra pavoni e campi da golf, lezioni di tennis e di aerobica, auto sportive e piscine. Roberts interpreta David Myers, studente del college incerto sul suo futuro che trova un lavoro estivo come insegnante di tennis presso il country club. Nella sua confusione, David è circondato da personaggi eccentrici che certo non lo aiutano a fare chiarezza su ciò che realmente vuole fare della propria vita.
Come da tradizione, in pieno Eighties revival, Red Oaks è un prodotto corale. La scelta di ambientare la serie in un country club ha permesso agli autori di tratteggiare una manciata di figure curiose e un tantino borderline per movimentare la situazione, a partire dai genitori di David. A interpretare Sam Myers, padre del ragazzo, di cui facciamo la conoscenza nella primissima sequenza del pilot, è il veterano Richard Kind, originario proprio del New Jersey. Per il ruolo di Judy, madre di David e moglie perennemente sull'orlo di una crisi di nervi (presto scopriremo il perché), Soderbergh & company hanno voluto la star di Dirty Dancing Jennifer Grey. A loro si aggiungono Gage Golightly nel ruolo di Karen, l'avvenente fidanzata di David che insegna aerobica al Red Oaks, Oliver Cooper in quello di Wheeler, amico del ragazzo che fa il parcheggiatore e ha un'insana passione per la marjuana, mentre Ennis Esmer interpreta lo scoppiettante Nash, ex tennista professionista e capo di David.
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Gli anni '80 oggi
Fin dalle prime sequenze, ambientazioni, colori, look e acconciature dei personaggi ci immergono in un'atmosfera alla National Lampoon. Tanti sono i potenziali riferimenti a cui David Gordon Green e Steven Soderbergh hanno guardato per ricreare quel clima giocoso e scanzonato anni '80. Da Porky's questi pazzi pazzi porcelloni a Breakfast Club, da Scuola di polizia a Una pazza giornata di vacanza, in Red Oaks si respira a tratti lo stesso mood scanzonato e ammiccante. Esemplare il party di inaugurazione della stagione estiva condito di corse in auto elettrica, sesso sotto le stelle e fiumi di alcool. Quell'ingenuo edonismo presente nelle saghe comiche degli anni '80 è, però, filtrato attraverso la consapevolezza della crisi, la perdita dell'innocenza che ha traghettato l'Occidente nel nuovo millennio. Così gli autori di Red Oaks, in primis David Gordon Green, offrono uno sguardo dolce-amaro su una comunità che, perfino nei momenti più scanzonati, è pervasa da un'ombra di malinconia.
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A dar manforte a Green ci pensano, nei restanti episodi, i registi Hal Hartley, figura di nicchia nel panorama americano indie, e Amy Heckerling, che proprio negli anni '80 ha firmato popolari commedie come Fuori di testa, Pericolosamente Johnny e Ma guarda un po' 'sti americani. Il loro contributo è perfettamente in linea col passo dettato da David Gordon Green, capace di imprimere un tono personale alla vicenda narrata (con lui il protagonista dello show condivide il nome di battesimo e la passione per la ripresa, tanto che nel corso degli episodi lo vedremo dilettarsi come videomaker) tanto che il New York Times nota come la serie "non sia un semplice tributo alle commedia anni '80, ma una sorprendente estensione del genere. E' come se gli spiriti di John Hughes, Harold Ramis e di un giovane Richard Linklater si fossero riuniti per fare da consulenti allo show".
La coralità prima di tutto
A "doppiare" il fictional Red Oaks Country Club è il lussuoso Edgewood Country Club, che si trova a Pittsburgh, in Pennsylvania, in cui qualche piccolo accorgimento ha permesso un suggestivo viaggio nel passato. In un primo tempo Red Oaks avrebbe dovuto essere una pellicola indie, ispirata alla giovinezza e alle prime esperienze lavorative di David Gordon Green, Joe Gangemi e Gregory Jacobs. E' stato Steven Soderbergh a lanciare l'idea di farne una serie tv così da avere più tempo a disposizione per sviluppare le personalità dei vari personaggi. Oltre alle vicende di David, dei suoi genitori e della fidanzata Karen vengono, così, sviluppate storyline dedicate all'improbabile coppia formata da Wheeler e Misty (Alexandra Turshen), la sensuale aiuto bagnina, al ricco e scontroso Doug Getty (Paul Reiser), presidente del country club, e alla sua misteriosa figlia Skye (Alexandra Socha), per cui David prova una forte attrazione. Sono, però, in molti a sostenere che il personaggio più riuscito della stagione sia il frizzante Nash, maestro di tennis esotico e sbruffone che, coi suoi comportamenti lascivi e con le battute argute, fin dal pilot ruba la scena ai colleghi.
Crescere non è per tutti
Nel corso dei dieci episodi della prima stagione David è in caduta libera. Il padre Sam, veterano della Corea con una passione per le donne asiatiche, fa pressione affinché il figlio metta da parte le velleità per diventare contabile come lui. Mentre riflette sul suo futuro, il giovane scopre che il matrimonio tra i genitori è in crisi e anche il suo rapporto con l'amata Karen non è così solido come si aspetterebbe. La crisi esistenziale di David corrisponde a quella di tutti gli altri personaggi. Sono le loro esitazioni, le loro liti e le loro incertezze ad animare uno show che fa leva su sentimenti universali per calarli in un contesto falsamente idilliaco. La crescita non è un processo lineare che passa attraverso l'infanzia, l'adolescenza, il college e il matrimonio e la serie ce lo dimostra mettendo in scena i dubbi che assillano un adolescente nel momento in cui si affaccia al mondo adulto. Non per nulla alcuni episodi chiave di Red Oaks sono ambientati nel corso di bar mitzvah e matrimoni, tappe fondamentali dell'esistenza. Per quanto concerne la ricostruzione di un'epoca, costumi da bagno attillati, capelli cotonati e calzamaglie fluo contribuiscono alla magia della serie, ma per Red Oaks non è importante ricreare gli anni '80 con dovizia di dettagli quanto suggerire un'atmosfera e, con essa, sentimenti, ricordi e sensazioni. Contribuisce allo scopo la ricca e varia colonna sonora che annovera classici quali I Wanna to Kiss You All Over degli Exile, The Stroke di Billy Squier, Smalltown Boy dei Bronski Beat e Steal Away di Robbie Drupree.
Movieplayer.it
3.5/5