Wanna Fight?
Non è facile scrivere di un film come Solo Dio perdona (Only God Forgives).
Ma per spiegarvene i motivi dobbiamo necessariamente parlare di aspetti concreti e dire qualcosa della sua struttura, perciò se volete approcciare la visione senza nessuna contaminazione, fermatevi qui. Se invece volete conoscere comunque la nostra opinione, o piuttosto arrivate a questa recensione dopo aver già visto il film, proseguite pure.
Recensire il nuovo film di Nicolas Winding Refn è difficile perchè non è quello che ci si aspetta. Con Drive ancora negli occhi e nel cuore, un trailer fuorviante che mostra un Ryan Gosling cazzuto che provoca chiedendo il già cult "Wanna Fight?", tutti si aspettavano, ed anche con un hype non indifferente, un film sulla falsariga del precedente.
Non è così.
Only God Forgives è un dilatato affresco che, pur mettendo in scena alcune grafiche scene di violenza, si basa su conflitti che sono più interiori.
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Ma Julian - ed è questa la provocazione di Refn - non è assolutamente interessato alla vendetta, a combattere, perchè per lui il fratello aveva pagato il giusto debito per la sua colpa.
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Quando Julian decide di provare a lottare, nell'unica scena in cui fronteggia realmente l'avversario Chang, lo fa più per cercare un'ultima volta di risolvere quel conflitto con la madre, più che per la volontà di vendicare il fratello ucciso.
La figura stessa di Chang, il misterioso e canterino poliziotto in pensione che Vithaya Pansringarm interpreta con letale e serafica calma, viene introdotta da Refn come simbolo di tale conflitto.
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Solo Dio perdona è un film che divide e dividerà, che si ama o si odia, e lo dimostra l'accoglienza alla proiezione stampa di Cannes 2013, dove il film è in concorso, divisa tra sonori fischi e convinti applausi.
Chi scrive, l'avrete capito, l'ha amato e nei precedenti paragrafi ne ha spiegato i motivi, pronto a difenderli con sicurezza.
Wanna fight?
Movieplayer.it
4.0/5