Il film che (non) sarà
Soltanto un anno fa, due amici per la pelle di nome James Toback e Alec Baldwin lasciavano Hollywood per approdare sulla Croisette con una missione impossibile: trovare i finanziamenti per realizzare un ambizioso progetto che potesse rappresentare il degno ritorno di Baldwin al cinema dopo sei anni di 30 Rock, un dramma politico ambientato in Iraq e ad alto tasso di erotismo, sulla falsariga di Ultimo tango a Parigi.
I due soci assicurano la loro papabile protagonista femminile Neve Campbell che non si lasceranno convincere dai soliti moneymen a modificare una virgola del loro piano. Ma il mercato cinematografico, a Hollywood come a Cannes, suona purtroppo un'altra canzone.
Perché la Settima Arte è una seduttrice irresistibile, ma ad alto mantenimento. Nessuna forma di espressione artistica ha costi così alti, ed è inevitabile, quindi, che nel cinema la pura creatività debba convivere con il compromesso economico, con le regole del mercato e con le richieste dell'industria. Ma, come dice il buon Thierry Fremeaux nella sua intervista con il duo, al Festival i grandi titoli e le celebrità "proteggono" i talenti ancora oscuri e i piccoli film. Allo stesso modo, l'industry rende possibile il cinema in tutte le sue incarnazioni. E' un amore crudele, incostante, capriccioso, ma non possiamo fare senza. E non poteva neppure Orson Welles.
Movieplayer.it
3.0/5