Recensione One Direction: This is Us (2013)

Location gigantesche come il Madison Square Garden, un pubblico delirante pronto a recitare a memoria le parole di What Makes You Beautiful ed una macchina organizzativa degna di rock band storiche come i Rolling Stones prendono forma sullo schermo a ritmo del teen pop.

Everything about us

In un certo senso si può dire che tutto ebbe inizio negli indimenticabili anni Sessanta in cui, grazie alla sperimentazione britannica, le ormai ex adolescenti del momento hanno dato inizio alla beatlemania, la più folle e giustificata tra le ossessioni musicali. Da quel momento sono trascorsi più di quarant'anni ed oggi alle ragazzine inglesi, e non solo, il palcoscenico del pop ha consegnato nuovi "idoli" da amare a venerare fino alle lacrime. Stiamo parlando dei One Direction, boy band nata a tavolino nel 2010 dall'esperienza di X Factor UK e schizzata inaspettatamente al primo posto del gradimento femminile. A prima vista non sembra esserci nulla di nuovo nella costruzione di questo fenomeno, visto anche il precedente successo di gruppi come i Take That e i Backstreet Boys, ma, guardando con più attenzione, si comprende che alla base della nuova British invasion c'è un meccanismo capace di andare oltre il talento musicale e l'attrattiva fisica dei suoi protagonisti. Indubbiamente Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles e Louis Tomlinson incarnano perfettamente le fantasie delle loro fan con un aspetto allo stesso tempo cool e rassicurante, eppure il segreto mondiale di un successo quotato cinquanta milioni di dollari in solo due anni deve necessariamente basarsi su qualche cosa di più convincente di un bel sorriso da ragazzo della porta accanto. A svelare il "trucco" è il film One Direction: This is us diretto da Morgan Spurlock che, dal backstage di un tour mondiale, prova a raccontare l'evoluzione di cinque normali adolescenti trasformati in pochi mesi in pop star.


Ed è proprio questo successo improvviso che ha spinto il regista ad accettare una proposta precedentemente rifiutata per Justin Bieber: Never Say Never e Katy Perry: Part of Me. Una decisione premiata visto che, la follia giovanile dei suoi protagonisti, ha contribuito a costruire uno dei concert film 3D più interessanti e onestamente divertenti tra gli ultimi prodotti. La prima tappa, intorno alla quale Spurlock costruisce l'intera struttura narrativa, è il concerto tenutosi a Londra alla O2 Arena. Da quel palcoscenico, su cui i ragazzi si muovono liberamente preferendo a coreografie sincronizzate un'anarchia ben organizzata, parte il racconto attraverso tre anni decisamente fuori dal comune. Guidati dal vocal coach Simon Cowell, i cinque dominano l'edizione britannica di X Factor , cantano con l'idolo Robbie Williams ma non riescono a vincere la trasmissione arrivando solo terzi. A quel punto, quando tutto sembra perso, ecco iniziare la favola grazie ad un gruppo di fan indignate dall'esclusione che, tweettando freneticamente con amiche e sostenitrici del romanticismo adolescenziale, creano il "mito" ancor prima che venga inciso un solo singolo. Dunque, ecco svelato il segreto dei One Direction che, così come il loro fedele pubblico, utilizzano il network per parlare, confrontarsi e, in qualche modo, essere sempre più accessibili. Una strategia dei tempi che ha contribuito notevolmente a costruire un successo fulmineo fuori dall' Europa, capace di surclassare, almeno per velocità, anche quello dei Beatles.

Qualunque sia la verità, comunque, questa è la realtà che, da New York, Tokyo, Città del Messico e in tutta Europa Spurlock si è trovato a fronteggiare e riprendere con la sua RED Epic digitl 4K resolution. Location gigantesche come il Madison Square Garden, un pubblico delirante pronto a recitare a memoria le parole di What Makes You Beautiful ed una macchina organizzativa degna di rock band storiche come i Rolling Stones prendono forma sullo schermo a ritmo di un teen pop che, se non rivoluzionario, riesce ad intrattenere con totale disimpegno. Un marasma musicale e non solo riorganizzato da una post produzione dettagliata il cui compito e rendere pirotecnica ogni esibizione. Ma il film non dimentica di immortalare l'immagine più naturale di questi cinque ragazzi e delle loro famiglie tanto orgogliose quanto impaurite dagli eventi. Ognuno di loro guarda a questo nuovo presente con stupore, interrogandosi con tremore e senso della realtà su di un futuro che potrebbe essere ben diverso. Il tutto senza drammi e aspettative, però, cercando di vivere il momento con la naturale leggerezza dei vent'anni e la consapevolezza di dover raccogliere i resti di un successo infranto.

Movieplayer.it

3.0/5