Superate le celebri dodici fatiche, Hercules deve ancora dimostrare qualcosa a se stesso e capire se il mondo sia pronto a conoscere la sua natura semidivina. Ormai mercenario, viene assoldato assieme ai suoi fedeli compagni da Clotys, re dei Traci, intenzionato ad annientare un pericoloso nemico della pace.
Brett Ratner, ispirandosi al graphic novel Hercules: The Thracian Wars di Steve Moore e Admira Wijaya, rivoluziona l'abituale rappresentazione di Ercole, mostrandone una versione per niente patinata ma rozza, tormentata e fallibile. Dwayne Johnson, aiutato più dal carisma che dalle doti attoriali, è credibile nel mettere in scena un uomo capace non solo di dimostrare la sua forza ma soprattutto di infonderla in chi gli sta vicino. Questa volta in Hercules non c'è alcun turbamento per l'irrisolto rapporto paterno e per la sua natura ibrida, ma soltanto l'umano desiderio di superare traumi passati. Ratner si sbarazza della mitologia nel rapido prologo per poi dedicarsi ad una storia che punta altrove, un racconto semplice, scenograficamente altalenante, con una trama che non spicca in originalità, ma rispetta alla perfezione i canoni del buon intrattenimento spensierato.
Questa è Tracia
Il font sulla locandina e l'ispirazione fumettistica farebbero pensare ad un clone di 300. Invece Hercules - Il Guerriero, per quanto curato visivamente e agevolato da effetti speciali verosimili, non esagera con i rallenty e non abusa della forza bruta del suo protagonista. Le scene d'azione sono molto spettacolari, poco cruente e votate ad un realismo tattico per niente confusionario. Tra clave, frecce e spade, anche la lingua sa colpire e ferire. Brett Ratner dimostra tutte le sue influenze e, memore di Rush Hour - Due mine vaganti e di X-Men: Conflitto Finale, costruisce un film corale che grazie all'autoironia trova il giusto tono, sospeso tra l'enfasi dell'epica e la battuta brillante che la sdrammatizza.
L'unione fa la forza
L'Hercules di The Rock è meno roccioso di quello che si possa pensare. Personaggio più imploso che esplosivo, questo eroe cerca in tutti modi di essere un buon esempio attraverso l'integrità morale e lo sforzo di insegnare agli uomini le proprie singole grandezze. Per questo persino il figlio di Zeus ha bisogno degli altri per esprimere le sue migliori qualità. Così la sua compagnia, composta da una guerriera, un cantastorie, un indovino, un folle e un fedele amico, si dimostra più di un semplice contorno. Sono proprio i comprimari la forza di questo film. Tralasciando la spiacevole apparizione di un Joseph Fiennes davvero troppo sopra le righe (ridicolo come la pelle di leone che Hercules usa come cappuccio), tutti gli altri coprotagonisti si fanno carico del migliore messaggio di questo Hercules - Il Guerriero: l'individualismo è inerme di fronte al collettivo.
Conclusione
Che Hollywood stesse bussando di nuovo alle porte dell'Olimpo lo si era capito da tempo. Ci ha provato per ben due volte Sam Worthington scontrandosi contro i Titani, così come Renny Harlin con il flop Hercules: la leggenda ha inizio. Il peplum non ha conosciuto un'altra epoca d'oro, scomodato da tentativi goffi e pompati dalla terza dimensione. Un genere sotterrato anche delle recenti eruzioni di Paul W. S. Anderson in Pompei. Questa volta Brett Ratner non arriva alla vetta, non fa gridare al colpo di fulmine, ma scatena una piacevole tempesta di muscoli e parole che dura cento, gustosi, minuti.
Movieplayer.it
3.0/5