Recensione Coriolanus (2014)

L'otto aprile le sale italiane ospitano Coriolanus, impetuosa versione della tragedia shakespeariana con l'impressionante prova d'attore di Tom Hiddleston.

La versione di Hiddleston

Tutto è iniziato con il Frankenstein di Danny Boyle: l'adattamento del classico gotico è stata la prima pièce londinese a sbarcare nei nostri cinema. Ci è voluto un po' troppo - il National Theatre Live ha portato le play britanniche nelle sale russe molto prima delle italiane -, ma grazie a Nexo Digital anche in Italia si può godere di capolavori contemporanei del teatro made in UK come il Macbeth di Kenneth Branagh e l'Othello con Rory Kinnear. L'otto aprile è la volta del Coriolanus; la tragedia shakespeariana allestita al Donmar Warehouse vanta già due candidature agli Olivier Awards, come miglior attore protagonista per Tom Hiddleston e come miglior personaggio secondario a Mark Gatiss (il creatore di Sherlock). Anche il resto del cast è pregevole, e stupisce che Deborah Findlay, la controversa e combattuta madre di Coriolano Volumnia, non abbia ricevuto la nomination per la prova attoriale prestata a quest'opera del Bardo poco popolare la cui regia è firmata dalla direttrice artistica del Donmar Josie Rourke.

Un uomo non comune
La storia di Caio Marzio, l'abile condottiero che respinge i Volsci salvando Roma è quella di un uomo troppo fiero, troppo impetuoso, troppo lontano della mediocrità: torna vittorioso dopo aver conquistato Corioli ma la conseguente candidatura a console non è compatibile con la sua natura poco diplomatica. Lo scontro con i rappresentati del popolo gli costa l'esilio che decide di vendicare alleandosi con l'antico rivale Aufidio: insieme sono capaci di radere al suolo la città. Alcuni tagli sono stati effettuati alla play shakespeariana per mantenerla a una durata inferiore alle tre ore, una scelta che permette al pubblico di tollerare il soverchiante impatto emotivo dell'interpretazione potente, prodigiosa ed estrema di Hiddleston. Dallo scaltro Loki dei blockbuster Marvel all'intransigente Caio Marzio lo scarto è enorme: il guerriero descritto da Plutarco viene incarnato dall'attore britannico con l'estenuante fisicità di una performance nella quale l'attore dona tutto se stesso.

Una performance al limite
Rischiando la vita - o almeno di rompersi l'osso del collo - a ogni replica delle decine portate in scena nei tre mesi di permanenza in cartellone, Hiddleston si produce in corpo a corpo cruenti e arrampicate fino al soffitto del teatro; si lascia spintonare, ribaltare sulla schiena e appendere a testa in giù; piange, urla, strepita fino all'immolazione finale. È strano vedere la pièce romana in un teatro piccolo e quasi angusto come quello di Covent Garden dove gli spettatori della prima fila sbattono le ginocchia contro al palcoscenico e sono così vicini agli attori da venire sfiorati dagli schizzi di sangue e dai petali di rosa finiti oltre il perimetro dello stage. Un utilizzo sapiente della scenografia e delle proporzioni riesce a trasformare il piccolo palco attrezzato con qualche sedia e una scala in un campo di battaglia che trasuda furia bellica preservando l'intimità dell'ambiente.

Dopo Coriolanus
La natura di Coriolano è sprezzante, intollerante e tanto imperiosa da stravolgere i delicati lineamenti del suo interprete che di volta in volta si scontra con i tribuni demagoghi Bruto (Elliot Levey, Da Vinci's Demons) e Sicinia (Helen Schlesinger), con il nemico/alleato Aufidio (Hadley Fraser, Doctor Who), con l'amico patrizio Menenio e con la madre Volumnia. La violenza delle emozioni che investono il condottiero impregna il teatro e molto probabilmente la registrazione mantiene questa qualità anche al cinema. La versione di Josie Rourke della tragedia è inadatta agli stomaci deboli sin dall'esordio trionfale e fino al confronto straziante tra Caio Marzio e la madre, donna sfuggente che oscilla tra adorazione nei confronti del figlio e fanatica prevaricazione. Cristo pagano che si immola per assecondare il genitore e salvare un popolo ingrato, Coriolano è una figura ostica e dirompente che domina un adattamento della tragedia shakespeariana poderosa e toccante, da non lasciarsi sfuggire anche perché probabilmente non vedrà mai una distribuzione home video - come invece è accaduto al Richard II di David Tennant, disponibile in dvd da maggio. I prossimi appuntamenti con il National Theatre Live di Nexo Digital sono il 6 maggio con War Horse e il 24 giugno con il Re Lear diretto da Sam Mendes.