Il tempo è una costante della nostra vita che ci conduce in modo lineare e costante, dalla nascita alla morte, conducendoci fluido lungo tutti gli eventi che la contraddistinguono e rendono unica. E spesso non è facile vedere questo movimento dall'interno, difficile percepire le variazioni in noi stessi ed in quello che ci circonda, travolti da una corrente inarrestabile.
Sono passati due anni dal precedente Qualcosa nell'aria ed Olivier Assayas torna dietro la macchina da presa per raccontare un'altra storia intensa che ragiona sul tema appena accennato. Con Sils Maria cambia registro e festival, sbarca a Cannes dove è inserito nel concorso dell'edizione 2014, e concentra l'attenzione su una donna che deve comprendere ed affrontare il cambiamento nella sua vita in relazione al tempo che passa.
I ruoli di una vita
La protagonista è Maria Enders, attrice nel pieno della sua carriera, a cui viene chiesto di recitare in una nuova versione dello spettacolo che l'ha resa celebre venti anni prima. In passato aveva rivestito con successo il ruolo di Sigrid, una giovane affascinante che riesce a condurre al suicidio il suo boss Helena, ma ora, a distanza di venti anni e di una fetta importante di carriera, le viene proposto il ruolo del personaggio più anziano, mentre quello di Sigrid è affidato ad una giovane promessa di Hollywood dalla personalità spiccata ed il vizio dello scandalo. La Enders si rifugia in una isolata località delle Alpi, Sils Maria, per provare la parte accompagnata dalla sua assistente Val e nel farlo si ritrova a fare i conti con se stessa e la sua carriera, riflettendo sulla propria identità, comprendendo i cambiamenti che la vita le ha portato nei vent'anni tra un ruolo e l'altro, tra Sigrid ed Helena.
Una donna al centro
Olivier Assayas si affida al fascino e l'eleganza di Juliette Binoche per dar vita alla sua Maria Enders, ai suoi dubbi relativi alla carriera, alle sue incertezze professionali. E' la figura centrale dello script di Clouds of Sils Maria, ma gran parte del suo tormento è reso dai dialoghi tra lei e la sua assistente Val, ovvero tra la Binoche e Kristen Stewart: gran parte del film, infatti, è concentrato su loro, che siano prove di alcune scene chiave dello spettacolo o discussioni professionali e private. E' proprio attraverso questi dialoghi, scritti con grazia e spiccato senso del ritmo, che lo sviluppo e l'evoluzione dei personaggi viene fuori, la già accennata riflessione sul tempo e le diverse prospettive, otre ai dubbi relativi alle scelte professionali. Conversazioni brillanti, vivaci, soprattutto tra Maria e Val, dalle quali viene fuori un interessante, e talvolta ironico, spaccato del mondo dello spettacolo e dei suoi retroscena e le sue particolarità.Assayas ed il suo cast
La Binoche regala un'interpretazione misurata, che racconta con profondità i chiaroscuri della sua Maria, ma non è l'unica luce di un cast, e un film, al femminile: diversa da lei l'assistente personale interpretata da una brava Kristen Stewart che, dismessi i panni di Bella, affronta un personaggio spigliato, aperto e diretto; diametralmente opposta la Jo-Ann Ellis di Chloe Moretz, il personaggio che dà il via, suo malgrado, al tormento interiore della protagonista del film. Il tutto concertato alla perfezione dalla regia accorta di Assayas, che mette in scena i dialoghi senza mai correre il rischio di renderli piatti e monocordi, gestendo i tempi della narrazione e dell'evoluzione dei personaggi senza rinunciare ad alcuni momenti brillanti (su tutti la conferenza stampa di Jo Ann ed un impagabile dialogo sui blockbuster, i supereroi ed i superpoteri tra Maria e Val) e mostrare la bellezza delle nuvole citate nel titolo.Conclusione
Olivier Assayas regala con Sils Maria un film incantevole che racconta con grazia il cambio di prospettive dovuto al passare del tempo, le incertezze di una donna ed attrice nel pieno della sua carriera, avvalendosi delle buone interpretazioni delle tre protagoniste che rivestono i ruoli centrali del film.
Movieplayer.it
4.0/5