Recensione Before I Disappear (2014)

Dal corto vincitore di Oscar, Shawn Christensen sviluppa la storia emozionante di una famiglia che si ritrova e di una vita che ne è cambiata.

Togliersi la vita è il passo definitivo, quello che tanti, troppi, compiono perché sentono che non è rimasta nessuna speranza nella propria esistenza, nessuno appiglio a cui legarsi per tirarsi fuori dal pantano emotivo in cui si trovano. La scelta di chi sente di non averne. Eppure a volte basta poco, il dettaglio giusto al momento giusto, per offrire quell'ancora di salvezza che da soli non si riesce a trovare. Come, per esempio una telefonata.

Come quella che riceve Richie mentre è nella vasca, i polsi già tagliati e sanguinanti. La telefonata della sorella con cui ha perso i contatti da anni, che si trova in difficoltà e lo supplica di andare a recuperare la figlia Sophia a scuola, portarla a ginnastica ed alle altre sue attività del pomeriggio. Dopo un lungo silenzio, Richie accetta e si trova coinvolto in una giornata in compagnia della bambina, matura e responsabile. Un pomeriggio che si prolunga fino a notte, perché l'imprevisto della madre non è immediatamente risolvibile, e si alterna ai problemi di Richie con i sue due datori di lavoro, Gideon e Bill. Una giornata che cambierà la vita di entrambi.

Una storia da Oscar

Before I Disappear: Shawn Christensen ed Emmy Rossum  in una scena del film
Before I Disappear: Shawn Christensen ed Emmy Rossum in una scena del film

Before I Disappear, presentato a Venezia 2014 nella sezione parallela de Le giornate degli autori, è l'opera di Shawn Christensen che nasce dal corto vincitore di Oscar Curfew dello stesso autore. Un successo che gli ha permesso di sviluppare quella storia, di buttar giù i background dei personaggi, le loro storie personali e parallele, aggiungendo dettagli su dettagli per poi poter scegliere, con lucidità e cura, su quale parte della storia di Richie concentrare l'attenzione, quale linea narrativa rendere portante nell'economia del lungometraggio tratto dal suo precedente lavoro. La scelta è ricaduta in modo naturale su Richie e la sua famiglia, sul rapporto, interrotto ed ora ritrovato, con la sorella, attraverso la figura emotivamente ed intellettualmente ingombrante della piccola Sophia. Se Before I Disappear funziona, è grazie all'alchimia creata sul set tra Christensen (sceneggiatore, regista, montatore ed anche protagonista del film) e la giovane, ma espertissima, Fatima Ptacek (già protagonista anche di Curfew): i due riescono a mettere in scena un rapporto inesistente che diventa sempre più intimo e forte.

Tutto in una notte

Ma espandere il materiale di un cortometraggio in un film da 100 minuti non è immediato e Christensen l'ha fatto circondando il percorso di Richie e Sophia di imprevisti, personali e professionali: i problemi di lui con i sue due capi, interpretati da due attori che sono a loro modo delle star, Paul Wesley e Ron Perlman; la sua debolezza fisica post tentato suicidio; i problemi della madre di Sophie, che impediscono alla ragazza di tornare a casa. Il loro è un viaggio le cui tappe sono più interiori ed emotive che pratiche e materiali, un percorso scandito dalla buona selezione musicale di Christensen, favorita dalla competenza legata ad un background nel campo con la sua band, e dai dialoghi intimi che rendono caldo e vivo il rapporto che si forma tra i due personaggi che animano la storia.
Ci sono dei difetti, ovviamente, come è naturale in un esordio, e talvolta non è fluido il passaggio tra una situazione e l'altra, troppo evidente il contrasto tra i momenti intimi e quelli, più surreali, legati ai datori di lavoro di Richie. Imperfezioni che non rovinano un film che riesce a raccontare una storia delicata e toccante.

Before I Disappear: Shawn Christensen in una scena del film da lui diretto e interpretato
Before I Disappear: Shawn Christensen in una scena del film da lui diretto e interpretato

Conclusione

Dal corto vincitore dell'Oscar Curfew, Shawn Christensen elabora in Before I Disappear un film intimo e delicato, che, pur con qualche ingenuità, riesce a raccontare il rapporto che si sviluppa tra un uomo allo sbando e la giovanissima nipote.

Movieplayer.it

3.0/5