Prima del 2018, anno di uscita di A quiet place, il nome e il volto di John Krasinski erano noti principalmente ai fan della versione americana di The Office basata sulla sitcom della BBC creata da Ricky Gervais e Stephen Merchant realizzata con stile mockumentaristico.
Con una laurea in discipline teatrali conseguita presso la prestigiosa Brown University della Ivy League e con una carriera di attore e autore che si è andata a delineando proprio in quel periodo compreso fra il 2005 e il 2013 in cui ha interpretato il ruolo di Jim Alpert in 201 episodi di The Office, Krasinski, che presso il grande pubblico è stato per diverso tempo più che altro il marito di Emily Blunt, ha visto esplodere le sue quotazioni proprio nell'anno citato a inizio di questo articolo, grazie all'arrivo su Prime Video della prima stagione di Jack Ryan e al trionfo cinematografico dell'horror da lui scritto e diretto, A quiet place, appunto. 17 milioni di dollari, 341 d'incasso e recensioni positive all'unanimità.
L'inizio di una vera e propria saga che, ad oggi, ha fruttato alla Paramount ben 892 milioni di dollari dal solo circuito theatrical a fronte di un budget totale per i tre film che la compongono attestatosi sui 145 milioni. L'ultimo capitolo arrivato nelle sale a fine giugno 2024 è lo spin-off A quiet place - giorno 1 che, dopo i primi due capitoli dedicati alle sorti della famiglia Abbott, sposta l'attenzione su altri personaggi e un'altra ambientazione. Il film è disponibile dal 24 dicembre in esclusiva streaming su Paramount+.
Dalla campagna alla città
I primi due episodi di A Quiet Place - Un posto tranquillo ci hanno portato nelle zone molto "quiete" dell'Upstate New York e di Millbrooke. È in questo contesto geografico che abbiamo visto come gli Abbott hanno fatto fronte all'invasione di temibili alieni con l'udito incredibilmente sviluppato. Curiosamente, sia il primo che il secondo A quiet place sono stati interpretati da alcune voci come gli "anti Get Out" per via del messaggio conservatore che paiono portare avanti. Un sottotesto che non farebbe altro che appoggiare la propaganda pro-life e quella a favore delle armi. John Krasinski non ha mai dato peso a queste letture perché, per lui, si è sempre trattata di una storia che ha al centro una famiglia e la sua sopravvivenza in un mondo i cui contorni ci vengono forniti nel primo episodio e delineati con maggior forza col secondo, con un prologo che dipinge un incisivo antefatto e l'ampliamento, tanto spaziale quanto drammatico, di questo mondo apocalittico.
Insomma dal Capitolo 1 al Capitolo 2 assistiamo all'esecuzione di quel processo chiamato "world building" che i creativi di Hollywood e dintorni cercano di attuare spesso e volentieri per basare un universo narrativo senza necessariamente avere gli stessi risultati del buon Krasinski. E se già il primo A quiet place, in modo più o meno casuale, aveva qualche punto di contatto con il capolavoro videoludico Naughty Dog The Last of Us, il secondo in modo completamente fortuito ha proseguito la sua "costruzione del mondo" in modo analogo a The Last of Us II. Se non fosse accaduto quello che è accaduto a partire da inizio 2020, A Quiet Place 2 e The Last of Us II sarebbero usciti a un paio di mesi di distanza.
Poi il film è stato rimandato di un anno perché i cinema erano chiusi mentre il videogame per PlayStation è uscito all'inizio dell'estate 2020. Ed è stato così anche più agile notare la sovrapposizione estetica fra queste due produzioni, su tutte la tattilità del pulviscolo dell'aria negli ambienti e il lavoro sulla luce. C'era poi quella tematica del padre surrogato, delle "safe zone" incontaminate dove la situazione può degenerare per la minima disattenzione, degli esseri umani che sono più pericolosi degli alieni allergici alle alte frequenze e non capaci di nuotare. Paragoni crossmediali a parte, sappiamo che prima o poi vedremo anche il capitolo 3 della storia principale, ma intanto con Giorno 1, basato su una storia di John Krasinski ma sceneggiato e diretto da Michael Sarnoski, l'attenzione viene dirottata su una location agli antipodi: New York.
Le insidie della Grande Mela
New York è uno dei luoghi cinematografici preferiti per le minacce su scala globale. È risaputo. Spostare in un posto come quello la lente d'ingrandimento che analizza come l'invasione aliena sia cominciata avrebbe potuto banalizzare A quiet place con un cambio di location tanto appariscente e drastico quanto scontato dal punto di vista della messa in scena. Ora se dall'11 settembre 2001 è diventato impossibile per il cinema americano non fare i conti con tutto il tragico immaginario che ne è derivato, e da questo punto di vista Giorno 1 offre un passaggio che sembra una tragica rievocazione della devastazione di quel giorno, Sarnoski è così intelligente da non trasformare la metropoli nella protagonista della storia.
Per quanto ingombrante, la Grande Mela di questo spin-off / prequel resta uno scenario funzionale al dramma vissuto dai personaggi. C'è Eric, lo studente inglese interpretato da un Joseph Quinn che dopo Stranger Things è sempre più lanciato verso lo stardom, c'è Henri, il sopravvissuto di Djimon Hounsou che fa da ponte con gli eventi di A quiet place 2, ma, ed è ovvio vista la bravura dell'attrice in questione, c'è la malata terminale di cancro Samira di Lupita Nyong'o che vediamo sempre insieme al suo gatto Frodo.
E in un film che racconta l'inizio dell'apocalisse è curioso notare come questa cosa resti quasi tutto il tempo fuori dal racconto, mentre è proprio l'apocalisse personale vissuta da Samira ed Eric ad avere tutto lo spazio che deve avere. Pur con tutte le concessioni a una grammatica che, giunta al terzo film, il pubblico conosce già molto bene. Ci sono momenti di tensione ben gestita, ma quello che resta nel cuore e nella mente dopo aver visto Giorno 1 è il calore personale, intimo della vicenda di Sam e di come riesca a fare i conti con il proprio destino proprio nel momento in cui anche il resto del mondo deve farlo.
Per lei diventerà paradossalmente più semplice, mentre chi resta dovrà fronteggiare qualcosa di ben più temibile. Che si tratti di una famiglia che deve resistere e accogliere una nuova vita, di una donna che deve fare i conti con una malattia senza via di uscita o di un giovane uomo che deve capire come andare avanti insieme al suo nuovo amico a quattro zampe, la saga di A quiet place, anche con Giorno 1, è molto più che una sterile lista di jumpscare e distruzione. È un racconto che ha al centro le persone.