Il 24 novembre 1981, i Queen si esibivano nel primo dei loro due show consecutivi al Montreal Forum, di fronte ad un pubblico di sedicimila fan adoranti. La celeberrima rockband inglese avrebbe segnato il tutto esaurito anche la sera seguente, chiudendo così, dopo ottantadue spettacoli nell'arco di un anno e mezzo, la gigantesca tournée mondiale intitolata The Game Tour.
Registrata esattamente dieci anni prima della tragica scomparsa del loro leader, il mitico Freddie Mercury, la performance dei Queen del 24 novembre è stata pubblicata originariamente in videocassetta nel settembre 1984, con il titolo We Will Rock You, per poi essere rieditata in DVD, in Blu-Ray e in CD nell'ottobre 2007 come Queen Rock Montreal. E proprio una parte di quello storico show, per una durata di circa novanta minuti, è riproposta al cinema nel film-concerto Queen Rock Montreal, in versione rimasterizzata in HD, per tre giorni, dal 16 al 18 marzo.
Becoming the Queen: alle origini del mito
Il 26 ottobre 1968 un terzetto di ragazzi appena ventenni, gli Smile, aprivano il concerto di una rockband emergente - tali Pink Floyd - all'Imperial College di Londra. Della band, che l'anno seguente avrebbe pubblicato un singolo con la Mercury Records, facevano parte il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor, ai quali, dopo l'abbandono del cantante Tim Staffell, nel 1970 si sarebbe aggiunto un ragazzo di ventitré anni, Farrokh Bulsara, nato a Zanzibar da genitori di origine indiana e trasferitosi pochi anni prima in Inghilterra con la famiglia. Lo straordinario talento vocale di Farrokh, soprannominato Freddie, avrebbe spinto il gruppo a calcare nuovamente i palcoscenici, e nel febbraio del 1971 ai tre si sarebbe aggiunto il bassista John Deacon. Nel frattempo, Farrokh "Freddie" Bulsara aveva scelto uno pseudonimo, Freddie Mercury, in omaggio al messaggero degli dei, e aveva proposto il nome con il quale il quartetto si sarebbe trasformato in una delle band più famose ed amate nella storia del rock: i Queen. Sarebbero trascorsi oltre due anni, fino al luglio 1973, prima della pubblicazione dell'album d'esordio del gruppo, intitolato semplicemente Queen, per un'etichetta prestigiosa come la EMI.
Alle timide incursioni in classifica avrebbero fatto seguito alcune esibizioni dal vivo in giro per il mondo e l'uscita, nel 1974, di altri due album, Queen II e Sheer Heart Attack, quest'ultimo destinato a consacrare la popolarità mondiale della band grazie ad una hit, Killer Queen, che avrebbe fatto conoscere a tutto il pianeta (America inclusa) il loro stile barocco e glam, perennemente sospeso sull'orlo del kitsch. Diventati a pieno titolo i nuovi idoli del rock anglosassone, nell'ottobre 1975 i Queen immettono sul mercato una canzone che non soltanto si sarebbe imposta come il loro maggiore cavallo di battaglia, ma si sarebbe rivelata uno dei più strepitosi successi discografici dell'intero decennio: Bohemian Rhapsody, brano epocale in grado di fondere con stupefacente eclettismo, nel corso di sei minuti, la ballad, l'hard rock e la musica operistica. Bohemian Rhapsody, che schizza in cima alle classifiche di mezza Europa, precede la pubblicazione del magnum opus dei Queen, l'album A Night at the Opera (titolo che rende omaggio al classico dei fratelli Marx Una notte all'opera), un clamoroso best-seller da dieci milioni di copie al quale si aggiungeranno, nei tre anni a venire, altri tre dischi fortunatissimi: A Day at the Races, News of the World e Jazz, accompagnati da altri pezzi da classifica come Somebody to Love, la micidiale doppietta composta da We Are the Champions e dal b-side We Will Rock You e Don't Stop Me Now.
The Game, Flash Gordon e una tournée da "campioni"
Il 1980 segna la svolta dei Queen verso il sintetizzatore, fino ad allora accuratamente evitato, e la presentazione di un duplice progetto musicale. Anticipato dalla trascinante melodia in salsa rockabilly di Crazy Little Thing Called Love, che a febbraio porta i Queen per un mese intero al primo posto della classifica Billboard, a giugno arriva nei negozi l'album The Game, che non solo consolida l'immensa popolarità internazionale di Freddie & company, ma si impone come il loro maggiore successo sul suolo americano: trainato da un'altra hit numero uno negli USA, la ritmatissima Another One Bites the Dust (che strizza l'occhio al funk e alla disco), a settembre The Game diventa il primo disco della band a guadagnare il primo posto negli Stati Uniti, dove rimane per ben cinque settimane vendendo più di quattro milioni di copie soltanto sul suolo nordamericano. Un paio di mesi più tardi i Queen pubblicano la colonna sonora di Flash Gordon, film di fantascienza sfrenatamente camp per la produzione di Dino De Laurentiis, che costituisce il loro primo 'ingaggio' in ambito cinematografico (seguirà, nel 1986, l'intensa Who Wants to Live Forever, composta come tema musicale del cult Highlander - L'ultimo immortale), e nel frattempo si imbarcano in una nuova, trionfale tournée planetaria intitolata The Game Tour, conclusa appunto dai due concerti di Montreal.
Per la regia sobria ed efficace di Saul Swimmer, Queen Rock Montreal in sintesi offre proprio questo: il ritratto di una rockband all'apice della propria carriera (i successivi album degli anni Ottanta non replicheranno i medesimi risultati dei precedenti, perlomeno negli Stati Uniti) e delle impareggiabili doti del loro frontman Freddie Mercury, autentico "animale da palcoscenico", capace di ipnotizzare migliaia di spettatori grazie ad una voce entrata nella storia. Dalla formidabile introduzione sulle note di We Will Rock You, proseguendo con le intramontabili hit del loro repertorio, fra cui Somebody to Love, Killer Queen, Under Pressure (pubblicata pochi giorni prima come un duetto con il Duca Bianco David Bowie) e Crazy Little Thing Called Love, passando per la tenerissima e commovente ballata Love of My Life e per l'omaggio a Elvis Presley con la cover di Jailhouse Rock, per il capolavoro Bohemian Rhapsody e per la recentissima Another One Bites the Dust, fino a culminare con l'enfasi travolgente di We Are the Champions e l'inno nazionale britannico, God Save the Queen: Queen Rock Montreal è la perfetta testimonianza del carisma di una band che ha sempre diviso la critica e i musicofili ed ha venduto centottanta milioni di dischi, riuscendo a consegnare un gran numero di brani davvero strafamosi all'immaginario della cultura pop di fine secolo. Esattamente dieci anni dopo quel memorabile show Freddie Mercury, malato di AIDS, avrebbe dato l'addio al suo pubblico, a quarantacinque anni d'età, entrando a pieno titolo in quell'aura leggendaria che lo rende ancora oggi una delle figure più amate della musica (una leggenda alla quale anche Hollywood tenterà di rendere onore, con un biopic in cantiere già da tempo con l'attore Ben Whishaw come probabile protagonista).