Private: Saverio Costanzo rilegge il film 21 anni dopo (mentre la Storia cambia)

Presentato all'Ottobre Alessandrino - Mese di Cinema, il film è il documento che testimonia una possibilità di convivenza, ma che la politica ha deciso di soffocare. Rivisto oggi, fa un certo effetto.

Locandina di Private.

Tra le nuove realtà festivaliere italiane più interessanti degli ultimissimi anni è da registrare sicuramente Ottobre Alessandrino - Mese di Cinema, non solo per i numeri degli appuntamenti - parliamo comunque di oltre 90 in 30 diverse location - o le semplice iniziative cinematografiche, quando la voglia di coniugarle al contesto storico partendo dalla comunità e dal territorio.

Private Saverio Costanzo
Saverio Costanzo sul set di Private.

Alla sua seconda edizione, la kermesse creata da Roberto Lasagna e Luca Ribuoli, vanta ospiti come Anna Foglietta, Valerio Mastandrea, Alessandra Mastronardi, Alberto Barbera, Lamberto Bava, Lino Guanciale, Cecilia Sala, Vinicio Capossela, riflesso di una volontà trasversale. In quest'ottica uno dei fiori all'occhiello del programma non può che essere la proiezione di Private di Saverio Costanzo, uno dei film più significativi degli anni Duemila riguardo il conflitto israelo-palestinese. "L'idea di portare il film è partita da Luca - spiega il regista romano - che ha deciso di seguire molti altri colleghi che hanno voluto proiettarlo. Diciamo che è dal 7 ottobre che giro. La prima a chiamarmi è stata Paola Malanga per la Festa del Cinema di Roma dell'anno scorso, in occasione anche del ventennale della pellicola".

"Ho deciso di prendermi questo impegno dal momento che Private ad oggi è una testimonianza anacronistica che racconta una possibilità di un incontro tra questi due popoli. Parliamo, dopo tutto, del primo e dell'ultimo film in cui l'occupazione di territori palestinesi è recitato da attori palestinesi e israeliani insieme. Oggi è importante rivedere come ci sia stato un momento in cui la possibilità di convivenza è esistita, in cui le persone hanno cercato un modo per stare insieme. La politica sanguinaria, inarrestabile e feroce li ha fermati. In qualche modo riproporre il film è una cosa che devo proprio a loro, che tempo fa si sono assunti il rischio e l'impegno di partecipare a qualcosa di così delicato".

Un film improvvisamente invecchiato

Una scena di Private
Uno dei volti di Private.

Private è datato 2004 e rappresenta il debutto di Saverio Costanzo, bagnato dalla vittoria del Pardo D'oro. "A questo film devo moltissimo: avevo 25 anni quando l'ho girato ed ero molto inconsapevole". Tratto dalla vicenda reale di Kalil Bashir, preside di una scuola palestinese che ha deciso di rimanere con la sua famiglia in una cosa occupata dall'IDF cercando di portare avanti una resistenza non violenta per trovare un modo di convivere con i soldati.

Un film che "durante i 18 anni successivi alla sua uscita mi è sempre parso attuale. - confessa il regista - Ho frequentato anche molto quella terra e dal 2004 per tanto tempo non è cambiato niente. Da due anni è cambiato tutto. In questi due anni Private è invecchiato, improvvisamente". Una prova arriva direttamente da Mohammed Bakhri - che nel film è il capofamiglia palestinese -, il quale "non farebbe mai più un film con attori israeliani oggi".

Una scena di Private
Una scena di Private

Una rottura totale e brutale, che ha interrotto una relazione invece per forza di cose molto più ampia e per certi versi contraddittoria. "Pensa che paradossalmente - spiega Costanzo - Tomer Russo, ovvero uno dei soldati dell'IDF, ha deciso di divenire attore proprio quando vide Bakri recitare all'Habima theater di Tel Aviv durante un evento per l'assassinio di Yitzhak Rabin".

Private: una strada alternativa

Una scena di Private
Mamma e figlio in Private.

"Private racconta una strada alternativa: c'è una famiglia palestinese, ma anche un gruppo di ragazzi israeliani che ricoprono il ruolo di soldati e che, come tutti lì, hanno fatto i militari e quindi volevano raccontare anche la loro tragedia. Un risultato - racconta Costanzo - che non avremmo mai ottenuto se avessimo girato in Palestina, nella zona di cooperazione o in Israele. Se loro avessero avuto modo di tornare a casa la sera e di staccare non avremmo ottenuto il medesimo risultato. Non ci sarebbe stato lo stesso trasporto, lo stesso coraggio".

Recensione Private (2004) Recensione Private (2004)

Il film è girato infatti a Riace, in Calabria, in una zona neutra per entrambe le parti. "Fu una scelta assolutamente non voluta all'epoca, dettata semplicemente da una mancanza di fondi, ma è stato il segreto della riuscita di questo psicodramma collettivo. Questo e il fatto che noi fossimo stranieri". C'è stato ovviamente anche uno studio sul tipo di approccio alla materia come "la creazione di un set con un macchina da presa molto libera, che non seguiva nessuna grammatica. Benché ci fosse una sceneggiatura scritta e accettata, infatti, agli attori veniva lasciato lo spazio di ampi ciak di 10 - 15 minuti per andare oltre i propri personaggi e far uscire fuori il proprio vissuto".

Private Scena
Uno dei personaggi di Private.

Il lavoro sul set fu quindi enormemente teso, ma mirato ad un obiettivo comune, mentre "al di fuori del set non c'era mai una vera e propria condivisione. Il lavoro fuori dal set per me - racconta Costanzo - è stato, paradossalmente, molto più complicato perché senti l'acredine e la sfiducia reciproca molto forte. Quella che poi, paradossalmente, serviva alla scena. Purtroppo non c'è stato nessun alleggerimento in questo senso, anzi, c'è stato un clima molto teso per tutto il tempo, come era anche prevedibile all'inizio in qualche misura".

Tra Gillo Pontecorvo e Lawrence D'Arabia

La battaglia di Algeri
Una scena de La battaglia di Algeri.

"Uno dei miei film di riferimento per Private è stato La battaglia di Algeri. Sono partito chiedendomi proprio cosa c'entrasse Gillo Pontecorvo con la rivoluzione algerina e mi sono risposto che come quella storia raccontava anche altro, anche io, allo stesso modo, volevo raccontare altro". Il conflitto israelo-palestinese, pensato come un racconto da camera, ma usato in modo per allargare il campo: "volevo parlare del senso dell'occupazione, cosa significasse l'apartheid, la violenza, la guerra. Rendendo tutto il più possibile universale".

Da L'amica geniale a Finalmente l'alba: i personaggi affamati di Saverio Costanzo Da L'amica geniale a Finalmente l'alba: i personaggi affamati di Saverio Costanzo

Un'ambizione alta che per Costanzo si è tradotta in una missione quasi di categoria. "Credo sia fondamentale per chiunque abbia la possibilità di fare il nostro lavoro uscire da se stessi e andare incontro alle complessità delle situazioni, accoglierle e porsi le domande a partire da ciò". La base della ricetta è quindi sempre porsi domande, da realtà e film, da La battaglia di Algeri a Lawrence d'Arabia, titolo secondo il regista romano essenziale per capire la Palestina e il suo complesso rapporto con l'Occidente e anche con Israele. Nel bene e nel male. "C'è un film fondamentale per capire la situazione mediorientale ed è Lawrence d'Arabia. Semplicemente si tratta della pellicola che, come nessun'altra, è in grado di raccontare cosa è la Palestina e come nasce la Palestina, che è stata sempre un terra occupata, prima dai turchi, poi dagli inglesi ecc..."

Peter O'Toole sul set di Lawrence d'Arabia (1962) con David Lean
David Lean e Peter O'Toole sul set di Lawrence d'Arabia

"Questo ha fatto sì - continua Costanzo - che ci fosse nel popolo palestinese, che è un popolo coltissimo che avrebbe una classe dirigente di rifugiati straordinaria (quella che secondo me dovrebbe occuparsi della gestione della Striscia), sempre un'influenza occidentale. Ecco perché la situazione ci smuove così tanto: la Palestina è stato un territorio che abbiamo sfruttato, ma con cui abbiamo anche collaborato e che abbiamo aiutato a diventare un Paese. I palestinesi parlano tutti inglese e la vita che fanno in quella terra non è la stessa che si fa a Damasco. In un certo modo questo anche grazie agli israeliani, che sono stati a Gaza fino al 2003 e che ad oggi ospitano nel loro Paese tre milioni di arabi palestinesi con passaporto, diritto di voto e rappresentanza al governo. Mohammed Bakhri, arabo palestinese con passaporto israeliano, era considerato il Robert DeNiro d'Israele, ma anche Sayed Kashua, lo sceneggiatore con cui ho scritto Private, è un arabo palestinese nato israeliano che scriveva per Haaretz, giornale liberal per eccellenza. Ecco cosa intendo quando parlo di complessità".

Come combattere i cattivi

Per quanto riguarda i rapporti con la parte israeliana del cast, Saverio Costanzo dice di aver "avuto modo di sentire a ridosso del 7 ottobre Tomer Russo, che vive nel Golan, la parte a nord d'Israele al confine con Siria e Libano, e lui era molto più freddo. Diciamo che in questi ultimi due anni ho tenuto i contatti più con la parte palestinese, ma non per motivi politici, ma proprio per motivi di vita. Bisognerebbe, anche qui, indagare meglio sulla parte israeliana, perché, nonostante l'apparente sostegno incondizionato, poi abbiamo le autostrade bloccate e le manifestazioni molto partecipate per protestare contro il governo Netanyahu".

Private Protagonisti
La famiglia di Private.

Sebbene ad oggi anacronistico, l'insegnamento fondamentale di Private è rimasto di grandissima attualità e dovrebbe essere usato come monito per cercare di riposizionarsi e ripensare il futuro. "Il personaggio principale del film, Kalil Bashir, dalla cui vicenda reale è tratta la storia e quindi ciò che ha motivato il senso del suo esistere come quello del mio essere qui a parlare di questa cosa con te, costringeva i suoi figli a guardare oltre la divisa dei soldati dell'IDF che occupavano la sua casa, cercando un'immedesimazione con loro. Interrogandosi sulle loro paure e i loro desideri. Ecco, credo che questo è quello che dobbiamo fare noi sempre, ma a maggior ragione oggi, per non farci travolgere dall'odio e non darla vinta ai cattivi".