Prime Target, l’analisi del finale: a chi siamo disposti a donare la nostra conoscenza, e a quale prezzo?

La serie con Leo Woodall e Quintessa Swindell si dimostra una spy story diversa dalle altre, fino alla fine: occhio agli spoiler. In streaming su Apple TV+.

Leo Woodall nel finale di Prime Target.

Il dado è tratto. È con questo antico detto romano che si potrebbe riassumere l'epilogo di Prime Target, la serie spionistica di Apple TV+ che ha messo al centro due attori emergenti come Leo Woodall e Quintessa Swindell nei panni del genio della matematica Edward Brooks, un laureando la cui mente è talmente brillante da aver scoperto uno schema nei numeri primi, e di Taylah Sanders, un'agente dell'NSA incaricata di osservare e riferire sul comportamento di alcuni matematici.

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Una scena dell'ultimo episodio

Compreso il professore di tesi di Ed, Robert Mallinder (David Morrisey), che poco dopo si uccide misteriosamente cercando di distruggere il lavoro del ragazzo. Così come muore il responsabile sul campo della giovane agente; a quel punto entrambi si trovano braccati da un'organizzazione segreta che ha un piano molto più grande in mente. Scopriamo di cosa si tratta in questo nostro speciale. Ovviamente, fate attenzione agli spoiler proseguendo nella lettura.

Prime Target: tutto inizia nel passato

La prima scena del finale della serie Apple TV+ è ambientata nel 1975 - un passo indietro, come spesso fanno gli sceneggiatori statunitensi prima di approcciarsi alla conclusione vera e propria di una storia. Attraverso un suggestivo sguardo allo specchio che gioca col se stesso giovane e anziano, un sempre ottimo Stephen Rea mostra come il suo personaggio, James Alderman, il rettore dell'università frequentata da Edward, fosse stato l'inventore della chiave di decriptazione in seguito alle due guerre mondiali, resa pubblica e condivisibile solo in una sua parte. Ora, cinquant'anni più tardi, è il giovane genio ad aver trovato la soluzione al problema, che sostanzialmente confuta quanto scoperto dal rettore.

Trovato e salvato il Prime Finder solamente su uno smartphone in loro possesso, Ed e Taylah sono braccati dall'organizzazione segreta capitanata da Jane Torres (Martha Plimpton). Con l'aiuto dell'ex compagna di corso del protagonista, i due riescono ad utilizzare il sistema informatico dell'università per collegarsi in modo protetto e decriptare ogni informazione governativa al mondo, prima di poter essere fermati. A quel punto un colloquio chiarificatore tra le due agenti fa sì che la giovane possa esprimere il proprio dissenso per quanto fatto dall'organizzazione e il proprio bisogno di fare ammenda per aver fatto morire una persona cara a causa del complotto in atto. Qualcuno deve fermarli e sbugiardarli, bisogna dare la responsabilità di tante morti a qualcuno.

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La resa dei conti nella serie Apple TV+

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Un'alleata in azione

Parallelamente, Ed sfugge alla polizia sguinzagliata dagli agenti e si rifugia a casa del professore defunto e della moglie, l'archeologa Andrea Lavin (Sidse Babett Knudsen). La donna viene così a sapere la verità sulla morte del marito, ovvero che l'agenzia segreta ha voluto sostanzialmente metterlo a tacere come fece con la laureanda molti anni prima, e come vorrebbe fare ora con Brooks. A quel punto porta il ragazzo dal rettore, convinta che il suo ex mentore possa aiutarlo, lasciandoli soli. Ma presto intuisce che qualcosa non va e torna indietro insieme a Taylah per fermare Alderman.

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Mentore o nemico?

Potrebbe sembrare un finale anticlimatico quello di Prime Target (che titolo azzeccato) ma in realtà gioca sui silenzi e sguardi dei personaggi per mettere un grande quesito sul tavolo: qual è il prezzo della conoscenza? Cosa va distrutto e non diffuso e cosa invece deve arrivare a tutti? Soprattutto in un'era in cui le fake news sono all'ordine del giorno; in cui le chiavi del potere si ritrovano sempre nelle mani di coloro che pensano al proprio tornaconto e non a quello di tanti; in un'epoca storica in cui siamo costantemente monitorati e controllati.

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Un finale aperto per la spy story?

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L'ultima sequenza con Woodall e Swindell

Il confronto tra Ed e James è lampante, tanto che l'uomo gli offre protezione ma in cambio sostanzialmente dello sfruttamento della sua conoscenza, ammettendo di essere il responsabile dell'esplosione a Baghdad con cui era iniziata la storia e in cui avevano perso la vita molti civili. "Un male necessario, un sacrificio richiesto per un bene comune e più grande" come spesso si giustificano i migliori villain. Tanto che il ragazzo vede come unica via piantargli una pallottola in testa per fermarlo. A quel punto è sotto shock e arrivano le due donne pronte a portarlo via e a sviare i sospetti.

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Alla mercé dei poteri forti

La scena conclusiva dello show è emblematica e incredibilmente aperta: Taylah lascia andare Ed dandogli il Prime Finder, dopo averlo fatto fuggire in macchina verso la campagna inglese mentre lei si consegna alla polizia. Ritroviamo qualche tempo dopo li ragazzo, con tanto di cappuccio in testa per passare inosservato soprattutto alle telecamere di sorveglianza cittadina, in piazza mentre sui monitor pubblicitari degli edifici Andrew Carter (Harry Lloyd) viene annunciato come nuovo responsabile di condotta dell'FBI. Un paradosso proprio come quello raccontato nello show, emblematico e diverso fino alla fine.