Il 3 gennaio sarà disponibile su Starzplay (e anche su Amazon Prime Video) il finale di stagione di Power Book II: Ghost, spin-off di Power, creata da Courtney A. Kemp e dal cantante 50 Cent. La serie di Starz, già confermata per una seconda stagione (arriverà in estate, il titolo è Power Book III: Raising Kanan), fa parte di un vero e proprio universo televisivo espanso: Power si è conclusa quest'anno con la sesta stagione, ma Power Book II: Ghost è solo una delle sue figlie. Gli autori hanno infatti intenzione di trasformarla in una vera e propria saga, il Power Universe, in puro stile Marvel Cinematic Universe. Già in cantiere Power Book IV: Influence e Power Book V: Force.
Protagonista di Power è James St. Patrick (Omari Hardwick), soprannominato Ghost, ufficialmente proprietario di un night club di New York, in realtà boss del narcotraffico nella Grande Mela. Power Book II: Ghost si svolge nei giorni successivi al finale della serie madre e si concentra su Tariq (Michael Rainey Jr.) e Tasha (Naturi Naughton) St. Patrick, rispettivamente figlio ed ex moglie di Ghost. Ad aiutarli l'avvocato Davis Maclean (Method Man), disposto a tutto pur di vincere. Le difficoltà per i due non sono però solo in ambito legale: la banda rivale del padre, la famiglia Tejada, vuole infatti prendere il controllo del narcotraffico a New York. A guidarla è Monet, interpretata dalla cantante Mary J. Blige.
L'universo televisivo creato da Courtney A. Kemp si intreccia fortemente con il mondo della musica: oltre a 50 Cent (che ha recitato in Power e composto le musiche) e Mary J. Blige anche Method Man (soprannome di Clifford Smith Jr.) è una leggenda della musica Hip hop, storico membro del Wu-Tang Clan. Lo abbiamo incontrato virtualmente per questa intervista.
La video intervista a Method Man
Power Book II: Ghost: Method Man è l'avvocato Davis Maclean
Method Man non è nuovo al mondo della recitazione: ha cominciato con il cinema 25 anni fa. Uno dei primi ruoli è stato in Cop Land di James Mangold, è apparso in La mia vita a Garden State di Zach Braff, in Scary Movie 3, Paterson di Jim Jarmusch e recentemente in Vampires vs. the Bronx, in cui è un reverendo sui generis (la battuta più bella e surreale del film è sua: "Little shits stole my Sprite!"). È però in tv che per ora ci ha dato le maggiori soddisfazioni: prima in Oz e soprattutto in The Wire, la serie capolavoro di David Simon (che lo ha rivoluto anche in The Deuce) in cui è Melvin "Cheese" Wagstaff. In Power Book II: Ghost è l'avvocato Davis Maclean pieno di carisma e grande stile nell'indossare i completi. Method Man ha una tale presenza scenica che sarebbe perfetto per il ruolo da villain in un film di James Bond. Abbiamo scoperto che gli piacerebbe moltissimo: "Mi piacerebbe molto. Sai cos'altro potrei fare? Un po' di accento inglese!" ci ha detto ridendo con accento british.
I vestiti del suo avvocato non sono però soltanto apparenza, come ci ha tenuto a spiegare: "Davis Maclean è il suo vestito: il suo completo lo rende di successo agli occhi degli altri. Quando sei un uomo nero con un completo vieni trattato in modo molto diverso: l'ho visto di persona. Per lui è importante: si mostra in quel modo, così non deve spiegarsi. Ma quando parla lo ascolti, per via di come appare. Chiaro, no?"
Power Book II: Ghost: essere un uomo di colore in America
In uno dei primi episodi di Power Book II: Ghost un personaggio dice che "un uomo di colore in America non ha tempo per capire i suoi sentimenti". È solo una battuta o c'è della verità? Per Method Man: "In parte. Vale per un uomo di qualsiasi colore che abbia una famiglia da mantenere: non ha tempo di processare niente. Deve fare e fare. Alla fine siamo tutti ingranaggi in un'unica grande macchina. E a volte per farla funzionare non hai il tempo di farti domande". Uno dei temi importanti della serie però è che la conoscenza è potere: "Assolutamente: il motivo per cui la gente lo dice è che conoscere prima di parlare, essere informato prima di scrivere, sapere chi sei prima di presentarti al mondo è la cosa migliore del mondo. Ti sentirai sempre limitato se non sei sufficientemente preparato. È così. Punto. Devi sempre fare i compiti. Sempre".
Sulla possibilità del cinema e della televisione di fare attivismo Method Men però ci va cauto: "Non darei troppa enfasi al fatto che la televisione e i film siano in grado di cambiare il mondo. Ghost è una bella via di fuga da tutto ciò che succede: la pandemia, il movimento, tutto quello che sta accadendo in politica. Ogni episodio ti permette di sederti e dimenticarti di tutto per un'ora. Si tratta di godersi semplicemente una serie tv. Una serie che, se sei pachistano o asiatico, ti mostra qualcuno come te in tv. Quello che voglio dire è che offre qualcosa a tutti: a Hollywood al momento questa è una delle serie con la maggior rappresentazione, sia nel cast che negli studios. È tutto merito di 50 Cent, Courtney A. Kemp, Lionsgate e Starz, che hanno dato una possibilità a una serie come questa".
Power e Power Book II: Ghost: l'universo televisivo di Courtney A. Kemp
La creatrice di Power e Power Book II: Ghost Courtney A. Kemp sta costruendo un universo televisivo in cui diversi spin-off si intrecceranno tra loro negli anni a venire. Qualcosa che al momento stanno facendo la Marlvel e la saga di Star Wars. Com'è far parte di un progetto del genere? "Penso che ciò che Courtney sta facendo con tutti questi capitoli sia ingegnoso" ci ha detto l'attore, proseguendo: "Sembra davvero una cosa in stile Marvel. Non è stato fatto spesso in televisione: è brillante. Poter far parte di questa narrazione, spingendola ancora oltre mi rende felicissimo. Non vedo l'ora che le persone possano vedere cosa succede in questo universo".
In Power Book II: Ghost Mary J. Blige ha il ruolo della temibile Monique Tejada. Method Man e la cantante sono conoscenti di vecchia data: "Mary è sempre molto professionale: non abbiamo avuto occasione di lavorare davvero insieme per questa serie, la vedo ogni tanto. Nei primi due episodi è l'interprete perfetta per Monet: non riesco a immaginare nessun'altra in quel ruolo. Mary è chi è: ogni volta dà il meglio di sé".
Method Man: la recitazione e la filosofia Shaolin
In passato Method Man ha detto che essere attore è più facile che fare il musicista. Oggi non la pensa più così: "Mi arrabbio con me stesso se l'ho detto: non è più difficile essere un musicista, ma ho più controllo creativo quando scrivo la mia musica. Con la recitazione ci sono molti più livelli: non è solo presentarti davanti alla telecamera e dire le tue battute. C'è tanta preparazione e non soltanto per gli attori, ma anche per i produttori, gli sceneggiatori. Devi ascoltare tutte queste persone per dare al tuo personaggio credibilità: devi fare in modo di capire tutti questi punti di vista e fare del tuo meglio".
In passato la filosofia Shaolin è stata molto importante per lui. Certamente ha influenzato la sua musica. Lo sta aiutando anche per la sua carriera da attore? "Lo è stata soprattutto per il Wu-Tang Clan" ci ha detto, proseguendo: "Più cresco più mi sto separando da quella parte della mia vita. Sono un'entità indipendente e seguo ciò che ritengo sia più giusto. Non è soltanto lo stile di vita Shaolin, che farà sempre parte di me: negli anni ho imparato molte altre cose. Ciò che mio padre e mio nonno mi hanno insegnato. Cose che ho imparato da diversi leader di colore e da filosofi bianchi, artisti italiani. Un insieme di cose diverse, che mi hanno permesso di migliorarmi come essere umano".