Pluto, la recensione: il manga di Naoki Urasawa diventa un anime meraviglioso

La recensione di Pluto, la serie anime Netflix tratta da un manga di Naoki Urasawa, autore di Monster. Scopriamo insieme se questa trasposizione mantiene le aspettative.

Pluto, la recensione: il manga di Naoki Urasawa diventa un anime meraviglioso

Naoki Urasawa è uno dei più celebrati e influenti mangaka contemporanei. L'autore di 20th Century Boys, Billy Bat, Asadora e di moltissimi altri titoli ha già visto una delle sue storie, il magnifico thriller Monster, trasposto in serie animata.
Adesso è il turno di una delle sue opere più famosa: Pluto, che è diventata un anime realizzato dallo Studio M2 ed è ora disponibile, in 8 episodi dalla durata di un'ora ciascuno, in streaming su Netflix.

Mondo di Robot

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Pluto: Gesicht in una scena

Nel futuro prossimo, l'umanità coesiste con i robot, esseri meccanici altamente avanzati che affiancano gli esseri umani in tutte le attività. Lo sviluppo dei robot avanza a un ritmo vertiginoso, tanto che ormai sia il loro aspetto che le loro Intelligenze Artificiali stanno diventando sempre più indistinguibili da quelli umani.
In questo nuovo mondo all'apparenza prospero e pacifico, però, qualcosa si scatena e inizia ad attaccare, indiscriminatamente, sia umani attivi nel processo di integrazione tra uomini e robot, sia automi apprezzati e riveriti per il loro lavoro.
La prima vittima robotica di questa misteriosa furia distruttiva è Mont Blanc, un robot che si era dedicato alla protezione della meravigliosa natura delle Alpi Svizzere. Pochi anni prima, Mont Blanc, assieme ad altri sei robot incredibilmente avanzati, aveva combattuto per riportare la pace in un conflitto tra i paesi della Tracia e della Persia, con quest'ultima che era stata accusata di aver avviato un progetto di creazione di robot da guerra come armi di distruzione di massa, il fantomatico Progetto Bora.
Alla fine del conflitto Mont Blanc si era ritirato e viveva pacificamente nei suoi amati monti, solo per essere brutalmente attaccato e distrutto. Accanto al suo cranio vengono rinvenute due mostruose e deformi corna, stessa cosa capitata, in un altro paese, a un sostenitore delle Leggi per la protezione dei Robot.
A investigare su questi casi è un detective dell'Europol, Gesicht.
A sua volta, proprio Gesicht è uno dei sette androidi più potenti e avanzati del mondo, come gli altri impegnato nel conflitto di pochi anni prima.
Mentre Gesicht inizia così un'indagine che svelerà terrificanti retroscena non solo sulla natura del misterioso assassino, ma anche sull'inquietante evoluzione delle Intelligenze Artificiali, gli altri super-automi vengono presi di mira una volta, in un'escalation che sembra inarrestabile.

La nascita di Pluto

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Pluto: Atom

Lo sviluppo di Pluto ha richiesto al suo autore un impegno pluriennale.
Pluto nasce, nelle intenzioni di Urasawa, come remake omaggio al Dio dei Manga, il maestro Osamu Tezuka, e a uno dei suoi più famosi personaggi, il bambino robot Atom, conosciuto in Occidente come Astro Boy.
In particolare Urasawa voleva dare la sua personale versione di un ciclo di Atom che aveva particolarmente amato: "Il più grande robot della Terra", che vede Atom contrapporsi al terribile Pluto.
Ci vollero anni, appunto, perché Urasawa riuscisse a convincere gli eredi di Tezuka, e solo con la garanzia di produrre un'opera di eccezionale qualità e che non si limitasse solo a una mera rivisitazione dell'opera originale, ma che proponesse un approccio nuovo, in linea con tempi e al tempo stesso fedele ai canoni tezukiani, dalla storia al character design dei personaggi.
Alla fine Urasawa, assieme allo scrittore Tagashi Nagasaki, riuscì a dare vita a una storia straordinaria, raccolta poi in otto volumi, in Italia pubblicati da Panini per l'etichetta Planet Manga. Tuttavia, ancora oggi l'autore ricorda quanto quello sforzo, per di più in un momento di difficoltà a causa di un grave problema fisico, l'abbia segnato profondamente, tanto da arrivare ad ammettere che non avrebbe più tentato un'altra operazione del genere.

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Pluto: una scena

Altrettanto sforzo è costata la trasposizione in anime, a cura dello Studio M2 e diretta da Toshio Kawaguchi, veterano di altissimo livello del mondo dell'animazione nipponica.
Annunciata nel 2017 la versione animata di Pluto, a cui lo stesso Urasawa ha dato il proprio contributo come consulente, è ora disponibile su Netflix nell'insolito formato di 8 episodi dalla durata di circa un'ora ciascuno.
Siamo di fronte a un prodotto ineccepibile dal punto di vista tecnico: le caratterizzazioni dei personaggi e delle scenografie non solo sono fedelissime all'originale, ma li arricchiscono dandogli spessore e profondità. Le animazioni sono di altissimo livello, con un'integrazione ben riuscita tra tecniche tradizionali e CGI.
Le musiche, curate da Yugo Kanno, completano il quadro di un prodotto maestoso a cui, purtroppo, Netflix non ha tributato la giusta importanza limitandosi a offrire la sola versione in lingua originale con sottotitoli, senza un doppiaggio italiano che avrebbe sicuramente aumentato la fruibilità e la visibilità di un titolo di altissimo livello.

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Robot, troppo robot

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Pluto: Atom in una scena

Se dal lato tecnico Pluto è ottimamente realizzato, sono comunque la storia e i temi che vengono affrontati il vero punto di forza di questa serie.
In Pluto coesistono differenti anime: un thriller investigativo con la caccia a un assassino oscuro e inarrestabile; il dramma psicologico dei personaggi, ognuno legato a un passato doloroso che ne condiziona giudizi e azioni; la fantascienza più hardcore nel racconto, oggi attualissimo, dello sviluppo dell'Intelligenza Artificiale, sempre più simile a quella umana, con tutti gli spaventosi rischi che questo avvicinamento comporta. C'è spazio per tutto, lungo la durata della storia: per affezionarsi al protagonista, il detective hard-boiled Gesicht, così come agli altri super robot, in particolare all'angelico e pacifista Epsilon (che qui diventa un essere androgino e malinconico, mentre nell'opera originale è un robot femminile) fino ad Atom, il bambino robot creato dal Professor Tenma con le fattezze del figlioletto morto dopo un incidente d'auto.
Ma sarebbe davvero difficile trovare personaggi mal costruiti o non integrati a perfezione nella storia. Perfino l'apparizione del potente robot guerriero North 02, determinato a lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra e a scoprire la musica, per quanto limitata è capace di offrire un momento di grande poesia e commozione.
Lo sviluppo dell'intreccio narrativo orchestrato da Urasawa è a volte fin troppo complesso, tra continui capovolgimenti di fronte, misteri che celano altri misteri e eventi apparentemente inspiegabili, ma mai banale.

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Pluto: Uran in una scena

Partendo da un "semplice" caso di omicidi, al fianco dei vari personaggi scendiamo sempre più in profondità in un mondo complesso e tormentato, fatto di odio, dolore e colpa, in cui le macchinazioni sia degli umani che delle macchine lasciano ferite profonde nei popoli e negli individui. Traumi e peccati che non possono essere nascosti neanche una cancellazione artificiale della memoria.
E, su tutto, questo, il contrasto tra la cieca furia distruttiva di Pluto, mosso da un odio indicibile, e il tentativo di mantenere, nonostante tutto, salda la presa sui propri valori, incarnato da Gesicht, dal piccolo Atom e dalla sua sorellina Uran, un robot-bambina capace di straordinaria sensibilità ed empatia, flebile ma caparbio barlume di speranza per una possibile coesistenza tra uomo e robot.

Conclusioni

In questo caso, la recensione di Pluto non può che essere partigiana. Da amanti dell'opera originale di Tezuka e del manga di Urasawa possiamo solo applaudire a una realizzazione tecnica impeccabile (in alcuni punti anche superiore al manga) e assolutamente fedele allo spirito e ai delicati temi della storia. Il formato particolare degli episodi e la complessità della trama potrebbero scoraggiare la visione, ma sarebbe un vero peccato perdersi questa meravigliosa opera.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Realizzazione tecnica eccellente.
  • Storia avvincente, profonda e complessa.
  • Personaggi straordinari.

Cosa non va

  • La durata dei singoli episodi è poco comoda.
  • Non sempre tutti i fili della trama vengono svolti a dovere.