Una colonna sonora è, quasi sempre, un elemento molto importante per la buona riuscita di un film; quando ci si trova di fronte a progetti come Pitch Perfect 2, però, il suo ruolo è addirittura essenziale. I momenti musicali, infatti, sono la vera forza della storia e le permettono di sostenersi ed evolversi, mettendo in secondo piano anche passaggi a vuoto e i difetti della sceneggiatura.
Pur essendo un album prodotto con estrema attenzione diventa quindi un'esperienza molto particolare ascoltare ai brani realizzati per il sequel diretto da Elizabeth Banks: se da una parte se ne apprezza la qualità della produzione e l'ottimo risultato vocale in canzoni interpretate rigorosamente a cappella (senza strumenti musicali), dall'altra è fin troppo evidente il legame con il film, sottolineato dalla decisione di lasciare eventuali spezzoni di dialogo o effetti sonori e dalla caratterizzazione molto marcata di alcune performance, rendendo quasi impossibile separare le due entità.
Mashup di ogni genere, persino natalizi
La colonna sonora di Pitch Perfect 2 si apre con la brevissima Universal Fanfare, incisa da Elizabeth Banks e John Michael Higgins, per poi passare al mashup delle hit Timber e Wrecking Ball, con un intermezzo dell'inno statunitense, interpretato in modo impeccabile dalle interpreti delle The Barden Bellas, proprio come accade con la successiva Lollipop nella versione dei The Treblemakers, il gruppo maschile che nel primo film si scontrava con le protagoniste e ora purtroppo presente musicalmente solo in due momenti del film, dando poco spazio alle ottime capacità di Skylar Astin.
Spazio quindi a Car Show dei Das Sound Machine che offre una versione di Uprising dei Muse in cui l'accento tedesco degli artisti è fin troppo enfatizzato e, senza le coreografie spettacolari mostrate sul grande schermo, causa un effetto all'ascolto non forse dei migliori.
Nonostante l'estate sia dietro l'angolo, Snoop Dogg e Anna Kendrick, sempre a proprio agio nel cantare, ci riportano ad atmosfere ben più invernali con la loro Winter Wonderland/Here Comes Santa Claus: un duetto molto particolare che tra qualche mese sarà forse ancora più piacevole da ascoltare davanti all'albero o impacchettando i regali di Natale.
Brani dal rapporto fin troppo stretto con il film
La tracklist prosegue con Riff Off in cui i Das Sound Machine, i Tone Hanger, le Barden Bellas, e i Green Bay Packers si scontrano in una gara all'ultima nota. Il mix si lascia ascoltare senza alcun problema, pur perdendo di incisività non avendo la possibilità di capire come si sviluppa e crea l'intersecarsi dei tanti brani dalle atmosfere differenti.
Parentesi estremamente energetica con Jump e a Convention Performance, la seconda esibizione delle protagoniste che fanno successivamente una breve immersione in canzoni meno recenti con Back to Basics, un'altra delle tracce penalizzata dal forte legame con le immagini.
L'omaggio al grande successo di Cups in una versione corale emozionante è invece uno dei punti di forza della tracklist, anche se sarebbe stato bello poterne apprezzare una versione più lunga. We Belong, interpretato da Rebel Wilson e Adam DeVine, è forse il brano più penalizzato dell'intera colonna sonora perché priva della situazione comica ed esilarante in cui avviene la performance che assume sfumature quasi surreali nel suo romanticisimo.
Un finale in grande stile
Any Way You Want It permette di compiere una carrellata rapida e interessante nel mondo internazionale dei gruppi a cappella grazie alle voci dei Pentatonix, The Filharmonic, The Cantasticos, The Singboks e Penn Masala ed è un vero peccato la brevità dei singoli interventi perché il loro talento è evidente anche in pochi secondi.
Se Car Show suscitava qualche perplessità al semplice ascolto, il mashup dei Das Sound Machine realizzato unendo Light Em Up dei Fall Out Boy e All I Do Is Win di DJ Khaled si dimostra una scelta vincente per la sua capacità di rappresentare bene la personalità dei campioni tedeschi e al tempo stesso proporre due canzoni che sanno fondersi alla perfezione.
Il momento chiave di Pitch Perfect 2, ovvero l'esibizione delle Barden Bellas al campionato mondiale, trova il perfetto equilibrio tra ritmo, energia e importanza narrativa, riassumendo tutti i concetti fondamentali alla base della storia di Beca, Ciccia Amy, Chloe e le altre protagoniste: girl power, divertimento, spenseriatezza, amore e soprattutto l'importanza dell'amicizia. Da non sottovalutare, inoltre, l'evidente passaggio di testimone alla giovane Hailee Steinfeld, in vista di un probabile nuovo sequel.
Nella parte finale c'è infatti spazio per Flashlight, il brano originale creato da alcuni degli autori di maggior successo degli ultimi anni: Sia Furler, Christian Guzman, Jason Moore e Sam Smith; presente nella colonna sonora anche nella versione interpretata da Jessie J, la canzone esprime però pienamente il suo potenziale interpretata da tutte le sue protagoniste, rappresentando il momento più coinvolgente nella storia delle studentesse giunte a un punto di svolta nella loro vita.
Un concetto, quello dell'essere giovani e vivere liberamente e con un pizzico di follia gli anni che segneranno in modo significativo le proprie esistenze, ripreso poi nel trascinante e convincente Crazy Youngsters di Ester Dean, nel cast del film con il ruolo di Cynthia-Rose.
L'End Credit Medley propone invece una sintesi delle composizioni strumentali realizzate da Mark Mothersbaugh per il lungometraggio, risultando un brano poco incisivo che conduce poi proprio a Flashlight cantata da Jessie J con un arrangiamento più pop ed elaborato rispetto alla versione a cappella, e ad All Of Me (Bumper's Audition) di cui non si può apprezzare l'ironia senza vedere la sequenza dell'audizione del personaggio al famoso talent show The Voice.
Conclusioni
La colonna sonora di Pitch Perfect 2 regala poco più di quaranta minuti di buona musica, selezionata alla perfezione per dare forma e forza al film e un po' meno incisiva al semplice ascolto, pur possedendo dei brani che troveranno posto senza troppa difficoltà nelle playlist di chi ama mashup e sonorità che spaziano tra molti generi diversi, con una particolare predilezione per il pop.