Netflix è una presenza regolare al Festival di Annecy da qualche anno, solitamente con singoli titoli presentati come work in progress o proiezioni speciali. Per il 2022, e il ritorno al festival pienamente in presenza, è stato messo in piedi un apposito panel, chiamato Netflix Animation Showcase, con tutto quello che c'è da sapere sui prossimi film d'animazione della piattaforma streaming (uno dei quali, The Sea Beast, presentato in prima mondiale alla kermesse lo stesso giorno). Un'ora e mezza di grandi annunci e immagini inedite, con la moderazione di Peter Debruge, critico della rivista Variety. E con diversi grandi nomi dietro la macchina da presa, tra cui Henry Selick e, per la prima volta regista di un film d'animazione, Guillermo del Toro.
Grandi registi al servizio dello streaming
Quasi tutte le persone coinvolte erano fisicamente presenti ad Annecy, con qualche eccezione. Una di queste è l'uomo che ha aperto le danze: Henry Selick, il regista di Nightmare Before Christmas e Coraline e la porta magica, che a tredici anni dal suo ultimo lavoro sta per tornare, e questa volta con due complici d'eccezione. Wendell and Wild, un'idea originale di Selick basata in parte sui suoi figli ("Quando erano piccoli li ho disegnati con fattezze demoniache", ha spiegato il regista nel video preregistrato), ha infatti come protagonisti, nella versione originale, i comici Keegan Michael Key e Jordan Peele, "il migliore duo comico degli ultimi cent'anni" secondo il cineasta. È la storia di due demoni che vogliono disperatamente accedere al mondo dei vivi, cosa che tenteranno di fare tramite una ragazza tredicenne, Kat. Nel video era inclusa una breve clip che introduce i due personaggi principali e il loro piano diabolico, con l'estetica riconoscibile di Selick.
Un'altra grande firma che esordisce in streaming è Nora Twomey, regista irlandese legata alla casa di produzione Cartoon Saloon (Wolfwalkers) e nota per I racconti di Parvana - The Breadwinner. Il suo secondo lungometraggio, basato su un libro dato alle stampe nel 1948, si intitola My Father's Dragon e parla dell'amicizia tra un bambino (Jacob Tremblay) e un drago (Gaten Matarazzo). Nel cast anche nomi del calibro di Whoopi Goldberg e Ian McShane. Per quel film ci sarà ancora da aspettare un po', mentre è imminente - l'8 luglio sulla piattaforma - Il mostro dei mari, un'avventura marittima intrisa di fantastico che è un omaggio alle pellicole con cui è cresciuto il regista Chris Williams, tra cui I predatori dell'arca perduta. Il pubblico ha avuto modo di vedere una clip di un mostro marino in azione, in attesa di scoprire il film intero nella fascia oraria serale del festival.
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Nimona: A volte ritornano
Sincera commozione in sala durante la parte dello showcase dedicata a Nimona, un progetto che gli appassionati di animazione davano per morto. Come hanno infatti ricordato i registi Nick Bruno e Troy Quane, al secondo lungometraggio dopo Spie sotto copertura, il film è sopravvissuto a tre calamità: la pandemia, la chiusura dei Blue Sky Studios e la cancellazione da parte della Disney (a quanto pare a causa di contenuti omoerotici, come svelato da ex-dipendenti Blue Sky in seguito alla recente controversia sull'iniziale indifferenza della major nei confronti di leggi discriminatorie in Florida). Netflix è tra coloro che sono intervenuti per salvare il progetto, che era stato completato al 75% al momento dell'abbandono disneyano. Uscirà nel 2023, e i registi si sono congedati con una spettacolare clip che mette in evidenza la ricchezza visiva del mondo che hanno portato sullo schermo a partire dal fumetto di ND Stevenson.
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Del Toro Scatenato
Ovviamente il piatto forte dell'evento è stato quello finale, con l'intervento in persona di Guillermo del Toro per parlare di Pinocchio e presentare alcuni spezzoni. Un intervento a ruota libera, con tutta la passione del cineasta messicano in bella evidenza: in più occasioni ha inveito contro il cronometro, e l'applauso più sincero della giornata c'è stato quando lui, rivolgendosi alla sala, ha detto "Questo è il decennio in cui tutti noi facciamo capire al mondo che l'animazione non è un genere, cazzo!". Per lui la storia del burattino, qui raccontata in chiave più cupa nel contesto storico del ventennio fascista, è molto personale: "Mio padre non sarà felice di sentirlo, ma ho sempre pensato che due storie in particolare simboleggiassero il nostro rapporto: Pinocchio e Frankenstein." E alla sua infanzia è legata la decisione di realizzare il film in stop motion: "È un'arte in via d'estinzione, e io la amo sin da quando ho visto in TV, da bambino, il King Kong del 1933. In quel momento ho capito cosa fosse l'animazione: una cosa che dà vita, che anima ciò che non esiste."
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Pinocchio è ancora in fase di post-produzione, come ha spiegato il regista: "Stiamo lavorando su 60 set contemporaneamente, per finirlo in tempo per la fine dell'anno." Anche il nuovo trailer, presentato in anteprima assoluta, è un work in progress (ma già intriso di tutta la magia che uno si può aspettare), al punto che Netflix non voleva portarlo alla presentazione. Del Toro ha chiarito: "Ho detto che volevo fare due cose ad Annecy: portare qui di persona il mio culone, e farvi vedere il trailer." È stato proiettato anche un breve making of ("Quelle idiozie che nessuno guarda più sui DVD, dove sembra che tutti sappiano quello che stanno facendo", ha ironizzato il cineasta), ma il piatto forte è stata la clip in cui Geppetto incontra per la prima volta Pinocchio: una sequenza quasi interamente priva di dialoghi, a tratti horror (il burattino fa certe pose che ricordano un ragno gigante), che è stata scelta per lo showcase per questioni di tecnica. "Ho detto agli animatori che i personaggi devono grattarsi, se necessario, o avere male alla schiena o alle ginocchia. Che facciano vedere l'età che hanno." Missione compiuta, dato che in questo caso Geppetto, ubriaco, barcolla non poco.