La scelta di appendere cappello e cinepresa al chiodo, per Peter Weir, è sopraggiunta con l'avanzare degli acciacchi legati all'età, ma quando lo vediamo sfilare tra due ali di folla in Sala Grande al Lido di Venezia per ritirare il Leone d'Oro alla carriera, consegnatogli da un emozionatissimo Ethan Hawke, il cineasta ottantenne appare in ottima forma. Con opere come Picnic ad Hanging Rock, L'attimo fuggente, The Truman Show e Mosquito Coast, Weir è entrato di diritto nella storia del cinema. Alla Mostra di Venezia è già intervenuto in veste di presidente della giuria internazionale nel 1993, ma stavolta il celebrato è proprio lui che si gode gli onori senza scomporsi.
"Provenendo dall'Australia, ho sempre sognato di esplorare l'Europa e la sua ricca cultura. Quindi ricevere un premio da Venezia per me è qualcosa di incredibile" esordisce il regista che ha lanciato tanti divi. Non ultima Sigourney Weaver, anche lei ospite della Mostra di Venezia, la quale ha ammesso che senza Peter Weir e il suo Un anno vissuto pericolosamente avrebbe abbandonato la carriera di attrice. "Ci è voluto un po' per capire ciò che Sigourney aveva ottenuto con Alien, per questo dà a me il merito del suo lancio definitivo. Io ricordo un'esperienza meravigliosa sul set, ma anche molto difficile e impegnativa".
Il lavoro con gli attori
La direzione degli attori è una delle arti più delicate che un regista deve saper maneggiare. Parlando della sua relazione con i suoi interpreti, Peter Weir ricorda uno dei momento più complicati sul set di Fearless - Senza paura, dove Rosie Perez è stata chiamata a un ruolo altamente emotivo. "Sul set Rosie mi diceva 'Peter, non posso ripetere questa scena, riesco a farla una volta sola'. Jeff Bridges mi ha aiutato a convincerla, ma si lamentava che le volte successive i sentimenti non fossero sinceri. Si chiama recitare". Weir confessa poi di aver cominciato lui stesso come attore "in sketch studenteschi in stile Monty Python. Ma sono decisamente meglio dietro la macchina da presa che davanti".
Picnic ad Hanging Rock: Peter Weir e il mistero di San Valentino
Peter Weir: opere indimenticabili
L'omaggio di Peter Weir a Venezia ha visto la proiezione della versione restaurata di Master and Commander: Sfida ai confini del mare, ma se dovesse scegliere un film rappresentativo della sua produzione citerebbe proprio Fearless. "Sarà perché sono venuto in Italia in aereo e quindi mi è tornato in mente Fearless, uno dei miei che non è stato visto da molti, ma a cui sono molto affezionato. In realtà i miei gusti cambiano spesso quindi tra qualche tempo probabilmente citerei un altro titolo".
Il discorso si sposta poi su Picnic ad Hanging Rock, forse la pellicola più iconica dell'autore, realizzata in giovane età, caratterizzata da un'atmosfera sospesa e intrigante. "A propormi l'adattamento del celebre romanzo di Joan Lindsay è stato il produttore" ricorda Weir. "Fino a quel momento ero abituato a scrivere le mie storie, comprare i diritti di una storia di altri era un processo nuovo per me, ma dopo averlo letto mi ha subito catturato. Sopratutto per il fatto che non fornisce risposta alla soluzione del mistero. Ho cercato di conservare questa incertezza che è diventata la cifra stilistica del film".
Consigli per i giovani cineasti
Ora che Peter Weir si è lasciato alle spalle il lavoro sul set, in molti sono curiosi di sapere come trascorre il suo tempo lontano dalle scene. "Leggo tantissimo, sono un grande appassionato di libri, soprattutto di storia" confessa lui. "Guardo anche film, ma mi sto godendo la vita e la libertà. Adesso ho anche un sacco di tempo per riflettete sul mondo e sui cambiamenti che sta vivendo l'industria". Interrogato sulla possibilità di diventare un mentore per i giovani registi, magari dedicandosi alla produzione, il regista non ha esitazioni nel rispondere: "Non ho intenzione di farlo. Si tratta di un mestiere solitario, mi troverei a viaggiare da solo e non mi piace. E poi sono abituato a prendere io le decisioni, sarei troppo autoritario".
Pur avendo messo in chiaro che non è intenzionato a fare ritorno nell'industria in un'altra veste, Peter Weir non lesina consigli ai giovani che vogliono intraprendere il suo mestiere. "Staccate la spina ed evitate l'eccesso di informazioni" esordisce. "Liberate a vostra immaginazione. Io sono cresciuto prima dell'avvento della tv e vivevamo la vita in modo diverso. La tv ha avuto un impatto incredibile con tutte quelle serie americane e i western. Prendete carta e penna, scrivete idee per corti, fate pratica, allenate la mente perché il cinema è un esercizio di resistenza".