La notizia deve essere ancora digerita da molti, ma la realtà è questa: dopo tre stagioni, la serie di produzione britannico/americana della Showtime, prima opera seriale del produttore e sceneggiatore John Logan, giunge al termine. Il finale, spezzato in due episodi trasmessi lo scorso 19 Giugno su Showtime, ha diviso gran parte del pubblico. C'è chi lo ha trovato una perfetta chiusura per una serie diventata capolavoro e chi, invece, ne è rimasto totalmente deluso per lo svolgimento frettoloso degli avvenimenti. La storyline principale, quella della tormentata Vanessa Ives, giunge al termine, ma incerte sono le sorti dei personaggi che hanno accompagnato la medium interpretata da Eva Green e animato Penny Dreadful in questi anni.
Liberamente tratto dalla graphic novel di Alan Moore, La leggenda degli uomini straordinari, e ispirato alle storie più belle della letteratura gotica, dal Dracula di Bram Stoker al Frankenstein di Mary Shelley, passando per il bellissimo ed eterno Dorian Grey di Oscar Wilde, Penny Dreadful si avvale di un cast eccezionale, tra cui la bellissima e carismatica Eva Green e l'aitante Josh Hartnett, ma anche attori del calibro di Timothy Dalton, Rory Kinnear e Patti LuPone, oltre a giovani promesse come Reeve Carney e Harry Treadaway.
Esattamente come i suoi personaggi, la serie presenta mille sfumature, perennemente in bilico tra luce e oscurità. Tematiche profonde e dallo stile esistenziale, come il binomio bestia-uomo, l'integrità etica e morale, la continua sfida tra mortale e divinità. Il plot articolato e il dialogo carico di rimandi e dettagli sono accompagnati da una perfetta composizione dell'immagine, esteticamente fedele all'epoca di riferimento. Non è facile, infatti, riuscire a riunire in soli dieci momenti quelle che sono state le sequenze memorabili di queste tre stagioni, ma ci abbiamo provato, ancora scottati da questo triste addio.
1. Scena Iniziale (1x01: Lavoro notturno - Night work.)
Londra, 22 settembre 1891. È una notte gelida nell'East End londinese dove, in una bettola del quartiere, una donna e la sua bambina dividono il letto. Le finestre vibrano sotto i colpi secchi del vento e il loro tonfo cupo si mescola al respiro, affannato dal freddo, della donna. La tensione si fa altissima, mentre restiamo stretti sui passi della donna, seguendola lungo il corridoio, fino all'umida stanza da bagno. Siamo i suoi respiri. I suoi brividi di freddo. La sua paura che, come una spada nel ventre, la colpisce improvvisamente diventando spietata realtà. Il terrore di quella donna diventa il nostro terrore, proiettato sull'unico essere vivente in quella casa: la bambina. Logan costruisce una sequenza di suspense che coglie impreparati dal primo all'ultimo istante, pur dando l'inquietante certezza sul dove ci troviamo e cosa ci aspetterà. Momenti dilatati e accompagnati da una fotografia volta a riprendere, attraverso i colori cupi della casa, lo stato tormentato e d'ansia dello spettatore. John Logan catalizza in questo incipit tutte le tematiche più drammatiche di Penny Dreadful: l'oscurità e la ferocia delle sue creature, la brutalità umana e la morte.
2. La seduta spiritica (1x02: Seduta spiritica - Séance.)
Scena estremamente significativa sia per le atmosfere, le quali si rifanno ai miti dei classici del cinema horror legati agli spiriti, ma anche moltissimo allo stesso mood romantico dei romanzi a cui fa riferimento, che per la memorabile interpretazione della protagonista Eva Green. Durante una festa a casa del paleontologo Ferdinand Lyle (Simon Russell Beale), Vanessa fa la conoscenza della veggente Madame Kali (Helen McCrory), personaggio cardine per la seconda stagione, e dell'affascinante e misterioso Dorian Grey.
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I personaggi partecipano, per gioco, alla seduta spiritica tenuta da Madame Kali. Una tensione incredibile si leva durante la lunga sequenza che vede protagonista Eva Green nella messa in scena di una possessione. Una prestazione fisica e mentale non indifferente, che Logan avrà modo di sfruttare, senza mai stancare, durante il corso delle tre stagioni. La regia di Juan Antonio Bayona si sbizzarrisce in esperimenti visivi che sfruttano inquadrature deformate, giochi di luce e distorsioni del profilo dei personaggi. Le sensazioni sono un misto tra fascinazione e inquietudine. Un'angoscia logorante predomina su tutto l'episodio.
3. Proteus e la Creatura (1x02: Seduta spiritica - Séance.)
Non è un caso se torniamo su questo episodio. Come abbiamo visto, una messa in scena accattivante e dalle tinte gotiche, ma che resta fedele a una scrittura colta e attenta ai riferimenti letterari, in questo caso attraverso il rapporto tra Victor Frankenstein e Proteus (Alex Price). Creatore e creatura. Padre e figlio. Un rapporto ingenuo e infantile, andando oltre i limiti imposti dalle leggi e dall'ingegno umano. Proteus è un figlio che cresce e impara in fretta, ed è proprio all'apice della sua "crescita" che la sua luce si spegne brutalmente, risucchiata dall'oscurità dall'originale mostro di Frankenstein. La prima vera creatura ritorna dal padre meschino, che dopo averlo creato l'abbandona a un destino fatto di solitudine, sofferenza e disprezzo.
Rabbia e vendetta riecheggiano nei feroci gesti della Creatura, portando lo spettatore direttamente tra le pagine del libro di Mary Shelley. Un confronto non solo padre e figlio ma, soprattutto, bestia e uomo, dove quest'ultimo risulterà essere il lato più marcio della medaglia. Un finale d'effetto senza risparmiare il dolore di questa prematura perdita e il sentimento di disprezzo nei confronti di questo nuovo "mostro".
4. Vanessa e la Creatura (2x02: Verbis Diablo - Verbis Diablo.)
Una discesa nei bassifondi illuminata da discorsi culturalmente ed emotivamente profondi. Siamo riusciti a imparare a voler bene a questa disgraziata Creatura, adesso conosciuta con il nome del famoso poeta John Clare. L'agognata accettazione di "Clare" appare, attraverso Vanessa, in una conversazione costituita di botta e risposta a suon di religione e William Wordsworth, versi di poesie di Blake e la disarmante realtà dei bassi fondi londinesi. Il valore interpretativo di Rory Kinnear ed Eva Green viene confermato da questo momento di estrema sensibilità all'interno di un contesto squallido e degradante, dove povertà e malattia la fanno da padroni. Logan concentra il tema dell'umanità in questa scena, riuscendo a commuovere e farci provare un'estrema dolcezza attraverso immagini pulite e inquadrature strette sui personaggi, volte a tirare fuori il lato più intimo e segreto. "Non è questa la gloria della vita che sovrasta la paura della morte?"
5. Joan Clayton (2x03: Le creature della notte - The Nightcomers.)
In ogni stagione di Penny Dreadful non manca l'episodio in cui gli autori, sadici uomini di scrittura, prendono per mano lo spettatore, gettandolo negli oscuri abissi della mente di Vanessa. Un tuffo nel passato, alla scoperta dei primi "rapporti" tra il personaggio di Vanessa e il Maligno. In questo episodio, la strada è guidata da un nuovo volto, quello di Joan Clayton, interpretata da una straordinaria Patti LuPone. La complicità tra queste due attrici è intensa, carica di quelle sfumature tipiche del dolore, della sofferenza di chi su di sé porta il senso della vergogna e del giudizio. Una dannazione eterna, la quale brucia come un marchio a fuoco sulla pelle. Un episodio basato sulla sorellanza, sui legami di sangue e anima, ma anche sulla volontà e sacrificio. Un nuovo difficile capitolo dell'esistenza di Vanessa, un percorso estremo verso la sconfitta delle tenebre, attraverso gli stessi malefici strumenti. Un nuovo legame destinato, come fato vuole per questa giovane dannata, a spegnersi proprio per mano dell'uomo. Ancora una volta, sullo sfondo delle forze del sovrannaturale, Logan dipinge come essere più temibile, il mortale e sciocco essere umano.
6. Un'epica chiusura (2x10: Ed erano nemici - And They Were Enemies.)
Uno dei migliori finali di stagione nel panorama delle serie di genere. Il migliore di Penny Dreadful. Lo scontro faccia a faccia tra Vanessa e... Vanessa. Una discesa terribile nelle viscere infernali dove Lucifero gioca con le carte sporche. La sorpresa arriva nello scoprire che quelle stesse carte verranno usate da Vanessa stessa. Ennesima prova di grande bravura e interpretazione per l'attrice Eva Green. Ulteriore gradino da superare per Vanessa, che la lascia vincitrice ma distrutta. Un episodio che chiude tutti i cerchi, lasciando senza respiro lo spettatore. Uno dei momenti più alti di tutte e tre le stagioni, imprevedibile in ogni sua svolta. Un vero confronto tra titani senza risparmiare colpi. Dinamico nel dialogo, con una sequela di scene dal ritmo serrato e violento. La chiusura perfetta che, forse, molti si aspettavano di trovare nella conclusione finale della serie.
7. Vanessa, Lucifero e Dracula (3x04: Un filo d'erba - A blade of grass.
L'episodio per eccellenza. Una sola stanza asettica. Due attori. Quattro personaggi. Una lezione di cinema e sceneggiatura impartita da Logan, ma anche una grande lezione di recitazione attraverso l'instancabile dialogo e interpretazione di Eva Green e Rory Kinnear. Due personaggi che si incontrano, ancora una volta, ma in un'occasione totalmente differente. Claustrofobico viaggio nel passato doloroso e rivelatore di Vanessa. Un intenso focus sull'incredibile psicologia di questo personaggio, spalleggiato dal continuo sdoppiarsi in più ruoli di Rory Kinnear. Un dialogo tagliente e affilato. Rimpianti e rimorsi, ma anche passione e atroce desiderio di abbandono. Una Vanessa sfibrata nel profondo, schiacciata dal desiderio di anima, da una parte, e corpo, dall'altra, dei due fratelli rinnegati dal regno dei cieli, Lucifero e Dracula. Un esempio di kammerspiel cinematografico, dove l'inquadratura mobile perseguita i personaggi, mostrandoli sempre più da vicino, arrivando a disumanizzarli. Se volessimo racchiudere l'essenza di Penny Dreadful, questo intero episodio ne sarebbe la perfetta sintesi simbolica.
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8. Monologo di Lily (3x08: Notte perenne - Perpetual Night)
Lo sviluppo del personaggio di Lily, e la sua trasformazione completa, pur non dimenticando il passato di Brona, avvengono in questa manciata di minuti. Un monologo straziante, un flusso di coscienza interpretato da una Billie Piper che ha saputo tener testa ad Eva Green. Arrivata sull'orlo della sua rovina totale, ancora una volta messa in catene, schiacciata dalla mano dell'uomo, Lily invoca la libertà di conservare il suo ultimo e più importante ricordo che la lega alla sua ex-natura umana: sua figlia Sarah. Struggente racconto di vita, una parentesi di sofferenza che riesce a mantenere forza e dinamismo dall'inizio alla fine. Serrati movimenti di macchina concentrati, per lo più, sulla figura dell'attrice, per staccare solo pochi attimi sullo sguardo inerme di Victor. Tra i momenti più emotivamente alti di questa serie. Le due facce della stessa medaglia si incontrano per la prima e unica volta.
9. Monologo di Dorian (3x09: Benedetta oscurità - The Blessed Dark.)
All'appello dei momenti più belli non poteva mancare Dorian Grey e un letale discorso sull'immortalità. La regia di Damon Thomas osa su un contrasto fatto di immagine, parole e suoni. Avvolto in un fascio di luce dorata, nell'immensa sala da ballo della sua villa, Dorian sembra essere contemplato dalla sua stessa bellezza, simboleggiata dai quadri di cui si circonda. "E un giorno ti accorgi di essere diventato come loro: bellissimo e morto. Sei diventato un perfetto, immutabile ritratto di te stesso." Una profonda amarezza, riconoscendo il salato prezzo da pagare per l'immortalità. L'essenza del libro di Oscar Wilde è racchiusa in questa semplice e intensa scena. Un addio che il pubblico, attraverso Lily, fa a Dorian, lasciandolo nella sua condizione di immutabile spettatore della vita. Le note del tragico finale di Tristano e Isotta riempiono l'immagine mentre lentamente la macchina da presa di allontana, dando l'impressione di vedere il personaggio unicamente sullo sfondo, schiacciato in una sola dimensione come i suoi stessi quadri.
10. La fine (3x09: Benedetta oscurità - The Blessed Dark.)
"Ma c'è un albero, di molti, uno, / un singolo campo che osserva dall'alto, / entrambi parlano di qualcosa che è passato: / la viola del pensiero ai miei piedi / ripete lo stesso racconto: / dov'è scappato il barlume visionario? / dove sono ora, la gloria e il sogno?" ai versi dell'Ode all'Immortalità di William Wordsworth, recitati da John Clare sulla tomba di Vanessa, è affidato l'arduo compito di porre la parola fine a queste tre intense stagioni di Penny Dreadful. Si comincia con Vanessa e si finisce con lei, ma l'ultimo estremo saluto, fatto di una tenera e pura umanità, è dettato proprio dall'unico uomo denominato "mostro". Esattamente come ha incominciato, John Logan chiude quest'episodio al massimo del suo simbolismo, scegliendo il cimitero, quindi la pietra tombale, come luogo dove far riecheggiare la sostanza finale della sua serie: letteratura, passione, sacrificio, fede e umanità. Elementi che, in diverse forme e combinazioni, si sono sviluppati attorno ai personaggi, portandoli a compiere le azioni che concludono questo ciclo di tre stagioni.