Evento speciale della quarta edizione del Festival del film di Roma, The Red Riding Trilogy è un prodotto destinato alla televisione, ma che non sfigura sul grande schermo, trovando anzi in esso la sua dimensione ideale. Questa trilogia noir dal gusto tipicamente british, tratta dai romanzi di successo di David Peace e prodotta dalla Revolutionary Films, racconta in modo pesantamente romanzato ma affascinante le indagini sullo Squartatore dello Yorkshire, che tra gli anni '70 e '80 terrorizzò la contea nel Nord dell'Inghilterra, mietendo una lunga serie di vittime, tutte giovani donne. Composto di tre differenti film, ambientati in tre diversi anni che diventano tappe fondamentali nelle indagini, ma soprattutto nel percorso di svelamento della corruzione all'interno della polizia inglese, The Red Riding Trilogy ha coinvolto registi importanti come Julian Jarold, James Marsh e Anand Tucker, e attori del calibro di David Morrissey, Paddy Considine e Peter Mullan, ma è stata sceneggiata dal solo Tony Grison.
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Com'è nato un prodotto così raffinato e complesso che è diventato un piccolo cult in Gran Bretagna, grazie anche al fatto di essere l'adattamento di libri molto noti?
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David Morrissey: E' stato interessante lavorare su tre set separati e sebbene i registi abbiano tutti letto i libri, non avevano l'obbligo di leggere le altre sceneggiature e in alcuni casi hanno scelto di non farlo. E' stata una bella sensazione lavorare su set diversi anche se interpretavo lo stesso personaggio, e poi mi chiedevano continuamente pettegolezzi sul set precedente. Ho lavorato duro ma mi è piaciuto molto.
In qualche modo c'è un'omogeneità evidente tra i tre film. Vi sono state date indicazioni particolari per raggiungere questo risultato?
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In che misura i romanzi di Peace hanno influenzato il vostro lavoro?
Julian Jarold: David Peace vive in Giappone ed è andato nello Yorkshire per raccogliere informazioni sulla vicenda dello Squartatore, per scrivere infine questi romanzi così intensi. Il punto di partenza è quello di una serie di reati, ma il tema della corruzione è presente in tutti e tre i film. Nei romanzi così come nella nostra trilogia ci sono fatti romanzati che illuminano la realtà, è uno stile preciso. Un altro aspetto importante è che lui, come me, era interessato all'atmosfera e a come quel determinato contesto abbia causato questi eventi terribili.
Quali sono state le fonti d'ispirazione nella realizzazione della vostra trilogia?
Julian Jarold: Abbiamo cercato di mettere insieme la tradizione inglese con quella noir, espressa per esempio in thriller come La conversazione e I tre giorni del condor, che ha influenzato il nostro lavoro in maniera tale da renderlo unico.
Film come questi riequilibrano il peso di sceneggiatura e regia, dando a entrambi i settori la stessa importanza.
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Red Riding Trilogy è un'opera sulla profonda corruzione dello Stato, in una delle sue più importanti espressioni che è la giustizia, la polizia. Dal nostro punto di vista stupisce molto che in un paese che tradizionalmente crediamo refrattario alla corruzione come l'Inghilterra, possano accadere episodi del genere. Cosa ha comportato far vedere una cosa del genere a così tante persone in televisione?
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Qual è per lei l'elemento più interessante di questa trilogia?
David Morrissey: Per me quel che è così interessante di questa storia è il fatto che è ambientata negli anni '70, un periodo che vedeva gli inglesi uscire lentamente dalla crisi legata al crollo delle banche finanziarie. Serpeggiava allora una grande incertezza per il futuro, anche a causa dei continui scioperi, e sembra che oggi l'Inghilterra stia vivendo un periodo simile a quello, e quindi riaffiorano paure diffuse.